«En redescendant, le cœur léger, je sifflote gaiement. Je viens de gagner le ticket pour le cap Horn, l’Amazonie… Ah ! Connaître l’enfer vert, la chaleur suffocante, les moustiques, les papillons aux ailes moirées, manger de la soupe de perroquet Ara, de la queue de caïman, avaler des larves gluantes, découvrir les mers du sud, entendre rugir le vent des quarantièmes, entendre hurler celui des cinquantièmes en doublant le cap Horn, siffler le dauphins qui dansent au clair de lune, apercevoir les glaciers qui brillent au fond des fjords ! Je veux vivre à en crever…»
JMB

martedì 6 novembre 2012

Ottobre: L'onda chevienecheva! ooooh! ooooh!

La settimana 29 ott - 4 Nov:
  • Corsa: 8 Lun, 10 Mar, 6 Mer, 15 Ven, 15 Sab; 
  • Bici: 25 Gio; 
Domenica non abbiamo fatto na cippa!
Allora ottobre si conferma mese propizio per i chilometraggi:
  • Corsa: 16 All, 245 km ... ehm... ok....; 
  • Bici: 8 All, 427 km; 
Ora, mi son promesso che questa settimana mi fermo. Si si... Non so se ce la farò mai a star fermo, ma questa piccola infiammazione al ginocchio merita rispetto visto che ricordo bene quello che può recare un'infiammazione trascurata ... ("Questa leggerissima farfalla sulla mano fa rivivere il pensiero... delicato messaggero...").
Ci sono tanti motivi per cui si dovrebbe riposare ora, nella prima settimana di novembre... facciamolo e basta. "E' da sdraiati che si vedono le stelle..."

L'immagine che mi conforta però ora, nel momento del riposo, non è quella di un campo di stelle che vedo mentre me ne sto disteso su un prato una sera di agosto. L'immagine che ora mi conforta e che mi fa trovare un senso più grande in questo bisogno riposare è quello delle onde del mare. Sebbene molti prendono il mare come elemento in cui rivedere il comportamento ideale per l'allenamento, io stavolta sfrutto l'insegnamento del mare nell'ora del riposo. E' chiaro, pacifico e facile, vedere nella costanza del mare un buon conforto. Il conforto della goccia che scava la pietra e dell'onda che, nonostante non riesca a spostare gli scogli, trova sempre la forza di riprovarci. 
Ma il mare non mi trasmette questo: mi trasmette tutt'altro, non so perché. Non mi trasmette l'idea del lavoro costante e della forza della perseveranza, no. A me l'idea che piace associare al mare è quella della quiete e della tempesta. Ecco forse l'elemento di costanza ne esce se consideriamo che questi due elementi si ripetono periodicamente. Come le onde che arrivano a serie. Quel che mi piace è che il mare sa riposare e infuriare quando serve. La costanza io la vedo nell'aspettare il momento dell'infuriare o nel mandare il gigantesco cavallone, non la vedo nella piccola onda che lambisce lo scoglio ogni ora.  
Quindi, volendo trovare un parallelo naturale al mio bisogno di rimanere, ecco che il mare mi porta consiglio. E il suo consiglio non sta nella spumiglia che imbianca i sassi della spiaggia o che va e che viene sul bagnasciuga senza tregua, ma sta nelle correnti dei fondali e dall'andirivieni di masse d'acqua massicce che aspettano solo il momento in cui i loro movimenti apparentemente casuali ricaschino in armonia col vento. Il tutto non avviene vicino agli scogli o nei primi venti metri fuori dalla costa, ma le onde si accordano solitarie nei recessi del mare, in un luogo sconosciuto: così in superficie ed eppure così in profondità da temere che i diversi strumenti dell'orchestra non possano sentirsi a vicenda. Ma il luogo è talmente speciale e il mare così paziente nel rimescolarsi che è nato in modo da far sentire alla corrente più fredda e più profonda che lo muove, persino il più leggero LA dell'orchestra, che è l'accordatura del vento.

E così dovrei fare io ... Mettere d'accordo le arie che tirano nella testa e le correnti che girano nel petto ....

Fine della mia disamina stile SuperQuark...... 

Cercando discussioni sulle serie di onde adatte per fare surf incappo invece nella teoria delle onde di Elliott...chissene frega direte voi... Vediamo un po'....

"Secondo Elliott tutte le manifestazioni, situazioni registrabili dall'andamento dei prezzi di un titolo o indice sono riconducibili ad un ciclo regolato al suo interno da leggi naturali ben strutturate, la stessa armonia di base che è riscontrabile in natura.Il metodo si basa sulla consuetudine di intervallare momenti di sviluppo a momenti di rafforzamento o discesa, facendo cambiare tutti questi movimenti in strutture simili che si ripetono ciclicamente, solo ampliando la durata temporale e l'escursione dei prezzi.
L'applicazione di questi studi hanno condotto Elliott a prevedere la grande crescita del mercato americano dopo il crollo del 1929 in controtendenza rispetto a tutti gli analisti dell'epoca.
L' ostacolo maggiore nell'utilizzo di questa teoria e nell'interpretazione del punto in cui si trova il ciclo e come con altri sistemi, darà appagamenti e amarezze in quanto nel flusso di un ciclo, al suo interno si trovano fasi di congestione e fasi di accelerazione, fasi correttive ed impulsive. Nonostante questo il principio delle onde resta uno dei metodi migliori, ma a mio avviso andrebbe integrato con le teorie che stanno alla base dell'analisi tecnica, questo permetterà una migliore interpretazione e quindi una maggiore attendibilità nel individuare i futuri movimenti di mercato
"
Laura Mattiazzo (performancetrading.it)

Se avrò i dati necessari proverò a vedere se queste congetture possono essere applicate alla teoria dell'allenamento :-)

Poi concludo con un breve racconto trovato su: turistipercaso.it che mi piaceva, così torniamo al lato sportivo della cosa :-)

"Scapole da capogiro, abbronzate, fisici bestiali temprati in tubi d’acqua di venti o trenta metri, all'interno dei quali quei ragazzi scivolano via, comparendo e scomparendo per lunghi tratti allo sguardo di quanti li stanno ad osservare dalla spiaggia. Schiene asciutte e ben levigate da nuotatore, polpacci d’acciaio che ad ogni contatto sembrano mandare in frantumi le onde, piedi incollati come ventose sulle tavole colorate. Ad attenderli sotto i palmizi bruciati dalla salsedine e dal vento, ragazze bionde alla Bo Derk, - forse un po' slavate ed eppure troppo curate, che ricordano le donne degli hippy di Woodstock,ma non per questo meno affascinanti. Alcune hanno treccine rasta, altre si nascondono dietro chiome incolte:tutte sulla spiaggia si godono lo spettacolo -sempre lo stesso- offerto dai loro uomini che sfidano il mare. Se le onde si calmano -nessuno sa mai quando e perché- quei ragazzi cavalcano le loro tavole e aspettano. Ma quando le onde arrivano in serie di sei o di sette, fino a nascondere l’orizzonte, iniziano a remare con le braccia verso il largo e a tratti scompaiono, come inghiottiti dalle onde, per poi riapparire sulla cresta di una di loro. Solo allora inizia lo show."

JMBReRe


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