«En redescendant, le cœur léger, je sifflote gaiement. Je viens de gagner le ticket pour le cap Horn, l’Amazonie… Ah ! Connaître l’enfer vert, la chaleur suffocante, les moustiques, les papillons aux ailes moirées, manger de la soupe de perroquet Ara, de la queue de caïman, avaler des larves gluantes, découvrir les mers du sud, entendre rugir le vent des quarantièmes, entendre hurler celui des cinquantièmes en doublant le cap Horn, siffler le dauphins qui dansent au clair de lune, apercevoir les glaciers qui brillent au fond des fjords ! Je veux vivre à en crever…»
JMB

venerdì 21 dicembre 2012

Delirio


A volte metto su carta quattro scarabocchi o quattro parole tanto per ricordarmi a cosa ho pensato durante l'ultima corsa. Solitamente scrivo i pensieri con una penna su di un fogliettino volante che lascio costantemente sul tavolino. Ci sono casi in cui il flusso di pensieri è regolato da alcune frecce: proprio come un diagramma di flusso. Capita anche che quel foglietto rimanga li per mesi, prima di essere riassorbito e di esser messo giù sotto forma di post o mini racconto. Che alla fine, quello che viene fuori ha le sembianze di un post, ma è solo un racconto di viaggio; il viaggio che fa un'idea. Un'idea che ha avuto una nascita, una crescita e un suggello. La destinazione del viaggio dell'idea è un pensiero. Il pensiero è quello che un'idea diventa non appena la sua crescita è completa. Non appena si ha un pensiero completo, l'idea iniziale e la sua immagine diventano dei gusci vuoti. Potremmo dire che il pensiero è la farfalla generata dal bruco dell'idea?

La nascita di un'idea non è altro che il superamento di una soglia da parte di un cumulo di pensieri e solitamente l'innesco di questa nascita è un'immagine, una visione. (Che bisogna peraltro chiarirsi bene nella testa la differenza tra immagine e visione).
La crescita non è altro che il rimuginamento silenzioso e incosciente che noi applichiamo al nostro cumulo di pensieri che comincia nel momento in cui colleghiamo la prima immagine (o visione) e che continua con l'aggiunta di idee e immagini (o visioni) accessorie. Tutto ciò è fatto per preparare il baco all'idea. Per preparare il baco la mente si serve di tutto: conversazioni, suoni, musiche, profumi, immagini visive, sensazioni, gusti, visioni .... tutto ciò che interagisce con noi e di cui noi assorbiamo la parte che serve alle nostre idee.
Il suggello è il primo volo della farfalla, ovvero il Pensiero formulato e diventato un tondo che racchiude il cumulo iniziale, la prima immagine e tutte le componenti accessorie: ogni cosa è diventata parte dello stesso tutto e, ora, resta indistinguibile.
Un pensiero è completo quando non ha bisogno di altri componenti accessori per esser rivisitato.
Magari si potrebbero trovare altri componenti che sarebbero andati bene durante la crescita dell'idea e che avremmo potuto usare. Ma ora il pensiero è completo e ogni altro esempio di componente accessorio non si attacca più al pensiero formulato: lo sfiora, si compiace di aver potuto farne parte, e se ne va.

Esempio applicativo: tempo fa ho scritto sul famigerato fogliettino:
Diverso tra i simili e provocazione della sensazione di solitudine.
La stella che brilla, il treno in arrivo, il cipresso o il ciliegio. E il flauto di Gabriel (mi suonava meglio dell'"oboe di Gabriel", forse perché nel film "Mission" il protagonista usa un flauto per suonare il pezzo. In realtà mi riferisco a Gabriel's Oboe, scritta da E. Morricone. Se non ce l'avete presente correte a rendervela presente!!!!).

Nascita: Il cumulo di pensieri iniziale era dato da questa domanda: se uno corre da solo, si sente solo? Beh io non mi sento solo se corro da solo. Esser solo non significa per forza sentirsi solo. Proprio vera quella frase che dice: "una stella a farmi compagnia". Cerco la compagnia di qualcosa d'altro che sia solo. Non la cerco in una serie di tante cose. Dove sta la differenza? Cos'è che mi provoca la sensazione di solitudine?
E' la diversità tra i simili che reca solitudine, non un'essere solo. Mi provoca molto maggiormente solitudine una stella che brilla diversamente da tutte le altre. E' la Stella Polare a recarmi solitudine: non la prima stella che si avvista dopo il tramonto, che è l'unica visibile in cielo. Se il cielo è nuvoloso e si vede una ed una sola stella in cielo, quella non mi provoca solitudine. Un cipresso solitario non mi provoca solitudine, è unico, distinguibile; un ciliegio fiorito fuori stagione in mezzo ad altre piante tutte verdi mi provoca solitudine.
Crescita: Stavo aspettando il treno. La sera era buia ed era fredda. In fondo in fondo, laggiù, dove i binari sembrano incontrarsi prima di sparire nel buio, sono comparsi all'improvviso i fari del treno. Quel treno non mi provocava solitudine, sebbene fischiasse da solo e corresse da solo. Quegli stessi fari mi hanno fatto ripensare alla stella solitaria che avevo visto tra le nuvole durante le mie corse serali, chissà quante volte. Non l'avevo mai usata come elemento accessorio. Ora la stella e i fari del treno erano elementi accessori per la costruzione dello stesso pensiero.
Suggello: Avviene tipicamente al primo volo del pensiero. Alla prima prova. E' accaduto infatti che un pezzo di un brano, ascoltato chissà quante volte, ora finisse per servirmi come accessorio definitivo per la prova del volo. Ho risentito Gabriel's Oboe e la parte dell'oboe (appunto) che arriva come un treno in ritardo nel buio o come una prima stella dopo un tramonto mi ha permesso di formulare tutto il pensiero come unico tondo.
Quanti casi simili si trovano in giro? Quanti esempi potrei fare? Non ho usato altri accessori e ora questi esempi sfiorano il mio pensiero, si compiacciono di aver potuto farne parte, e se ne vanno.
Mi sento molto più solo quando corro in mezzo a gente che non conosco, magari durante una gara. In quel caso sono diverso tra i simili e mi sento solo.
Quei fari in lontananza, quella stellina solitaria e l'oboe di Gabriel erano e sono il mio "correre da solo".

Quella era l'idea e questo è il pensiero per il quale non mi sentirò mai solo, se corro da solo.

PS: Domanda spontanea: un pensiero può morire? Non credo. Può mutare...o diventare meno vero, meno forte. Ma non morire. Forse si può sfaldare, perdere gli accessori e tornare ad essere un'idea. A quel punto le idee sono il punto di non ritorno dell'immaginazione creativa. Una volta create, non scompaiono più.

Ho l'impressione che la corsa abbia su di me gli effetti che la droga ha sui compositori di pezzi rock....

JMBReRe

mercoledì 12 dicembre 2012

Settimana 3-9 Dic

Nella settimana in questione ho fatto:

  • Corsa 5 all: 10 lun, 10 mer, 10 gio, 10, ven, 8.5 sab;
  • Secco trave: 1 all gio :-(
  • Snow Alp: 1 sab (1000D+), 1 Dom (1150D+);

C'è una nuova pubblicità che appare su alcune riviste "di montagna".
Tanto per capirsi, è questa:
Una pubblicità con un'immagine in cui nessuno dei soggetti sorride. Una pubblicità in cui si dice che gli scialpinisti non seguono strade già battute, tracciano la loro via bla bla bla ....
Schivi, imperturbabili, fieri, incorruttibili. Mi rimanda alla pubblicità di un suv coi vetri neri che sfreccia in una città vuota, o alla pubblicità di un profumo. Solo che qui si tratta di montagna e la parola alpinismo arricchisce e abbellisce un immeritevole banner. Una volta c'era il perbenismo interessato e la dignità fatta di vuoto, ora mi pare più un consumismo interessato e una libertà fatta di vuoto.

Beh, ecco, questa pubblicità, a me, fa cagare.

JMBReRe

giovedì 6 dicembre 2012

Novembre: FAME (+settimana 26 Nov - 2 Dic)

Tut tut... dobbiamo rendicontare novembre e poi fare il sunto della settimana scorsa mi pare:
  • 4 all corsa: 10 lun, 8.5 mar, 10 mer, 8.5 dom;
  • 2 secco-pesi mar e gio;
A novembre invece: 
  • Corsa: 12 All, 146 km :-\ 
  • Bici corsa: 1 da 25 :-(
  • Secco-Pesi: 8 all ;-P
Concludo ammettendo che l'arrivo delle temperature più basse rende difficile avviare l'allenamento. Il buio poi, le ore tarde, l'ottobre intenso alle spalle :-( beh, non buttiamo via nulla e stiamo sempre sul filo ...
Allora adesso... il perché del titolo e qual'è il trend del giorno? 
Altra riflessione e presa di coscienza: ultimamente i post sono molto spocchiosi e pomposi, più che tecnici! E' il blog che sta prendendo una propria vita? 

Beh, a volte capita mai di aprire il frigo e richiuderlo senza motivo, senza aver toccato nulla? A me non succede spesso per carità ma ammetto che è ridicolo ed assieme degno di nota!

Mi piacerebbe poter rivedere i pensieri del momento in cui il frigo si spalanca e quella luce asettica riempie la vista, magari di notte!
Mi piacerebbe sapere che espressione assumo mentre guardo quel nulla. Probabilmente la faccia di un pesce rosso in una boccia quando guarda un dito appoggiato sul suo vetro. Attendo il momento in cui tutti i frigoriferi si ribelleranno e, arrivando di fronte alla porta di camera nostra l'apriranno e accenderanno la luce, guarderanno dentro e poi richiuderanno la porta e spegneranno la luce come se niente fosse.

Ma questo per dire cosa? Per dire che forse, a volte, faccio così anche con le giornate, con le possibilità. Guardo dentro ad una giornata e poi la richiudo, senza mangiar nulla, senza fare mio nulla, senza prendere nulla: senza alimentarmi con quello che mi offre. Ed è tutto li a mia portata, ed è uno spreco. 
Penso che se avessi fame, la fame vera, la fame sana, non aprirei mai il frigo per nulla e non lo richiuderei senza aver preso nulla. E così con le giornate. 
Quando c'è la fame sana, la fame vera, la fame di vita, magari non si sa quel che si cerca ma si sa quel che si trova. E a volte è così... Mi piacerebbe poter rivedere i pensieri del momento in cui il frigo si spalanca e quella luce asettica riempie la vista, magari di notte, in quelle occasioni! 
Mi piacerebbe sapere che espressione assumo mentre guardo quel nulla. Probabilmente la faccia di uno squalo in una rete quando guarda un dito di un sub che gli indica il naso. Un bello squalo incacchiato... Con quel suo occhio vitreo, senza vita, gelido. Con quel suo occhio affamato di vita. 

Le giornate si ribelleranno come i frigoriferi?
Le occasioni di cui è piena la giornata dovrebbero far sanguinare la vita ed attrarci come gli squali sono attratti dalle loro prede ferite...

E io sono solo un JMBReRe

mercoledì 28 novembre 2012

La monetina da 2 cent (+ settimana 19-25 Nov)


Ecco, volendo tirare le somme della settimana 19-25 Novembre si arriva alla conclusione che:
  • Corsa: 4 all, 10 Mar, 8 Mer, 10 Gio, 22 Dom;
  • Secco-Pesi: 2 All, mar e gio!
Detto ciò, ora piccolo spazio dedicato ai pensieri nati dalla corsa. Tipico segno di degenerazione mentale nato dal chilometraggio in aumento durante la settimana. Queste ultime uscite, per lo più al buio, mi hanno fatto nascere qualche pensiero di troppo che vorrei fermare ora mettendolo nero su bianco. Presto sarà chiaro il perché dell'illustrazione...

L'altro giorno mi era caduta per terra una moneta da 2 centesimi di euro. 
Ora, cosa sono 2 centesimi di euro? La duecentesima parte di una birra media? La cinquantesima parte di un caffè al bar? Cosa sono? La moneta da 2 cent è ancora peggio di quella da 1. Beh quella da uno è l'unità, ci vuole ... quella da due? Va beh. Esiste, c'è. 
E quel giorno era per terra e andava raccolta. Era li su un pavimento liscio liscio liscio, senza asperità. Ora, gli avrei anche volentieri tirato un calcio e l'avrei fatta andare là in fondo al corridoio, ma ero deciso a raccoglierla. 
Dall'alto della mia stoltaggine ho pensato: tu insulso esserino mi fai chinare per raccoglierti? Dovresti saltarmi in tasca tu da tanto che il tuo essere è nelle mie mani e legato alla mia volontà. Ti farei fondere. Ti farei rotolare in uno scantinato per non farti più vedere da nessuno. Non funzioni neanche alle macchinette per prendere il caffè! Sei una nullità. Ma ora ti raccolgo, per principio. Ma guarda te ... non vali neanche l'energia col quale ho appena ruotato l'occhio per guardarti!
Ma poi, chinato su quell'insulsità (passatemi il termine), avevo un bel grattare la pavimentazione liscia per tentare di porre tra la terra e la moneta uno spazio per le dita. Ma guarda te cosa sto perdendo tempo a fare:  infatti sarà passato forse mezzo minuto. Di mezzi minuti ne passano tanti ogni giorno, ma mezzi minuti a raccogliere monetine non ne ho fatti tanto spesso. Quella monetina lottava e lottava e ha resistito mezzo minuto. Mezzo minuto per me. Per lei più di 30 secondi, o 14 round. Avevo vinto ai punti, non per KO. 
Non era più un'insulsa monetina per terra: era una piantina in una fessura, era un fiore nato dall'asfalto, era la radice dell'arbusto che ti fa inciampare lungo il sentiero, era il tizzone ardente, era la zanzara che non ti fa dormire. Era il contadino che crepa il mondo a picconate.
Era il virus di una malattia letale (e come, se non così, Mago Merlino sconfigge Maga Magò?). 
Era tutto questo ed poi era in tasca mia. Ancora una volta il piccolo aveva giocato alla pari col grande. Interi piccoli mondi mi ruotano nelle tasche ogni giorno senza che io lo sappia, o senza che io li prenda in considerazione. Allora dono io la scintilla di vita agli oggetti? Ancora una volta do valore ad una cosa tramite l'immaginazione. E ancora una volta capisco come la catalogazione sia un declassamento. Una comodità, una nostra necessità. Grazie a questa catalogazione ('quella moneta VALE 2 cent'), ci sbrogliamo da un dilemma senza fine. Perché altrimenti per noi avrebbe soltanto valore ciò che colpisce la nostra considerazione. Il materiale che costituisce quella moneta c'era prima di me e ci sarà anche dopo: "vedi tutto piccolo, perché sei tu piccolo [...] minuscolo insetto umano" ... Ode alla vita, signori miei! Della vita non si butta nulla!

E allora mi è venuta in mente una scritta, letta tempo fa, non ricordo più dove e in che circostanze, ma risuonava un po' così: "Se pensi di essere troppo piccolo per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara."Dalai Lama

Che sia io stesso una moneta da 2 cent? Caduta da quale tasca? 
Se lo sono allora voglio essere come quella che è caduta a me... Combattiva e risoluta! Giudicata degna d'essere, da colui che mi portava, tanto da farlo chinare per raccogliermi.  

Forse devo smetterla di correre.

JMBReRe

lunedì 19 novembre 2012

Manicotti Nalini e Sett 12-18 Nov

La settimana 12-18 novembre è trascorsa e ha fatto registrare i seguenti allenamenti:

  • Corsa: 5 all: 10 lun, 10 mer, 9 gio, 8 ven, 11 dom;
  • Trave-Secoo: 2 All;
  • 1 via + tiri;
Oggi volevo parlare dei manicotti che mi son preso tempo fa, all'inizio della primavera scorsa.
Questi: www.nalini.com
Devo dire che li ho presi perché erano in offerta. Non sono mai stato provvisto di manicotti e sono il mio primo paio, ma devo dire che sono rimasto contento di averli presi. Io ho sempre pensato che fossero scomodi e inutili: mi sono ricreduto. Il fatto è che, soprattutto in bici, la dispersione di calore data dalle braccia è notevole: infatti ci sono dei vasi sanguigni importanti che sono proprio esposti alla corrente d'aria provocata dal moto. A parte la protezione che offrono c'è da dire che sono molto leggeri e si infilano senza grossi problemi. Sono elasticizzati al polso e al bicipite. Al contrario di una maglietta a maniche lunghe si possono infilare al volo senza togliere il casco. Se vengono usati con qualcosa sopra (es, felpa o spolverino) bisogna tener conto che è meglio metterli togliendo completamente il capo più pesante sopra e non alzando semplicemente le maniche. Questo perché dopo, sarà necessario abbassare le maniche lunghe con i manicotto intorno e allora si rischia di spostarli. A me piacciono molto se sono bianchi, ma dopo la prima uscita erano già sporchi perché in un modo o nell'altro le mani in bici me le sporco sempre. Non sono male neppure per la corsa: li ho usati a Venezia e mi son trovato benone: li ho tenuti intorno dall'inizio alla fine e non si sono mai mossi. 

Piccolo tip: io li preparo storti per metterli... un po' come si fa con le mute da sub. Infilo prima l'elastico piccolo del polso e poi quello grande che finirà fin sul bicipite, o tricipite-sottoaldeltoide (se lo vediamo da lato...va beh...). Facendo il contrario io mi dovevo fermare in bici e stare attento, anche perché indossando il Garmin mi capitava di premere tasti a caso senza volerlo solo per infilare i manicotti......

Bene... Grazie dell'attenzione :-)

JMBReRe

lunedì 12 novembre 2012

Settimana 5-11 Nov

Settimana 5-11 Nov:

  • Corsa: 1 All: 18 km 600+ Dom;
  • Trave-secco: 2 All, Mar, Gio;
Si, abbiamo ricominciato trave e si, sono riuscito a stare fermo una settimana senza correre. Risultato: una rottura di palle. 

RIFLESSIONE:

Vedo sempre meno bambini in giro con le toppe sulle ginocchia dei pantaloni.
Non riesco a capire se è perché le mamme non cuciscono più toppe o è perché i bambini non cascano più.

In entrambi i casi sarei preoccupato ...


JMBReRe

martedì 6 novembre 2012

Ottobre: L'onda chevienecheva! ooooh! ooooh!

La settimana 29 ott - 4 Nov:
  • Corsa: 8 Lun, 10 Mar, 6 Mer, 15 Ven, 15 Sab; 
  • Bici: 25 Gio; 
Domenica non abbiamo fatto na cippa!
Allora ottobre si conferma mese propizio per i chilometraggi:
  • Corsa: 16 All, 245 km ... ehm... ok....; 
  • Bici: 8 All, 427 km; 
Ora, mi son promesso che questa settimana mi fermo. Si si... Non so se ce la farò mai a star fermo, ma questa piccola infiammazione al ginocchio merita rispetto visto che ricordo bene quello che può recare un'infiammazione trascurata ... ("Questa leggerissima farfalla sulla mano fa rivivere il pensiero... delicato messaggero...").
Ci sono tanti motivi per cui si dovrebbe riposare ora, nella prima settimana di novembre... facciamolo e basta. "E' da sdraiati che si vedono le stelle..."

L'immagine che mi conforta però ora, nel momento del riposo, non è quella di un campo di stelle che vedo mentre me ne sto disteso su un prato una sera di agosto. L'immagine che ora mi conforta e che mi fa trovare un senso più grande in questo bisogno riposare è quello delle onde del mare. Sebbene molti prendono il mare come elemento in cui rivedere il comportamento ideale per l'allenamento, io stavolta sfrutto l'insegnamento del mare nell'ora del riposo. E' chiaro, pacifico e facile, vedere nella costanza del mare un buon conforto. Il conforto della goccia che scava la pietra e dell'onda che, nonostante non riesca a spostare gli scogli, trova sempre la forza di riprovarci. 
Ma il mare non mi trasmette questo: mi trasmette tutt'altro, non so perché. Non mi trasmette l'idea del lavoro costante e della forza della perseveranza, no. A me l'idea che piace associare al mare è quella della quiete e della tempesta. Ecco forse l'elemento di costanza ne esce se consideriamo che questi due elementi si ripetono periodicamente. Come le onde che arrivano a serie. Quel che mi piace è che il mare sa riposare e infuriare quando serve. La costanza io la vedo nell'aspettare il momento dell'infuriare o nel mandare il gigantesco cavallone, non la vedo nella piccola onda che lambisce lo scoglio ogni ora.  
Quindi, volendo trovare un parallelo naturale al mio bisogno di rimanere, ecco che il mare mi porta consiglio. E il suo consiglio non sta nella spumiglia che imbianca i sassi della spiaggia o che va e che viene sul bagnasciuga senza tregua, ma sta nelle correnti dei fondali e dall'andirivieni di masse d'acqua massicce che aspettano solo il momento in cui i loro movimenti apparentemente casuali ricaschino in armonia col vento. Il tutto non avviene vicino agli scogli o nei primi venti metri fuori dalla costa, ma le onde si accordano solitarie nei recessi del mare, in un luogo sconosciuto: così in superficie ed eppure così in profondità da temere che i diversi strumenti dell'orchestra non possano sentirsi a vicenda. Ma il luogo è talmente speciale e il mare così paziente nel rimescolarsi che è nato in modo da far sentire alla corrente più fredda e più profonda che lo muove, persino il più leggero LA dell'orchestra, che è l'accordatura del vento.

E così dovrei fare io ... Mettere d'accordo le arie che tirano nella testa e le correnti che girano nel petto ....

Fine della mia disamina stile SuperQuark...... 

Cercando discussioni sulle serie di onde adatte per fare surf incappo invece nella teoria delle onde di Elliott...chissene frega direte voi... Vediamo un po'....

"Secondo Elliott tutte le manifestazioni, situazioni registrabili dall'andamento dei prezzi di un titolo o indice sono riconducibili ad un ciclo regolato al suo interno da leggi naturali ben strutturate, la stessa armonia di base che è riscontrabile in natura.Il metodo si basa sulla consuetudine di intervallare momenti di sviluppo a momenti di rafforzamento o discesa, facendo cambiare tutti questi movimenti in strutture simili che si ripetono ciclicamente, solo ampliando la durata temporale e l'escursione dei prezzi.
L'applicazione di questi studi hanno condotto Elliott a prevedere la grande crescita del mercato americano dopo il crollo del 1929 in controtendenza rispetto a tutti gli analisti dell'epoca.
L' ostacolo maggiore nell'utilizzo di questa teoria e nell'interpretazione del punto in cui si trova il ciclo e come con altri sistemi, darà appagamenti e amarezze in quanto nel flusso di un ciclo, al suo interno si trovano fasi di congestione e fasi di accelerazione, fasi correttive ed impulsive. Nonostante questo il principio delle onde resta uno dei metodi migliori, ma a mio avviso andrebbe integrato con le teorie che stanno alla base dell'analisi tecnica, questo permetterà una migliore interpretazione e quindi una maggiore attendibilità nel individuare i futuri movimenti di mercato
"
Laura Mattiazzo (performancetrading.it)

Se avrò i dati necessari proverò a vedere se queste congetture possono essere applicate alla teoria dell'allenamento :-)

Poi concludo con un breve racconto trovato su: turistipercaso.it che mi piaceva, così torniamo al lato sportivo della cosa :-)

"Scapole da capogiro, abbronzate, fisici bestiali temprati in tubi d’acqua di venti o trenta metri, all'interno dei quali quei ragazzi scivolano via, comparendo e scomparendo per lunghi tratti allo sguardo di quanti li stanno ad osservare dalla spiaggia. Schiene asciutte e ben levigate da nuotatore, polpacci d’acciaio che ad ogni contatto sembrano mandare in frantumi le onde, piedi incollati come ventose sulle tavole colorate. Ad attenderli sotto i palmizi bruciati dalla salsedine e dal vento, ragazze bionde alla Bo Derk, - forse un po' slavate ed eppure troppo curate, che ricordano le donne degli hippy di Woodstock,ma non per questo meno affascinanti. Alcune hanno treccine rasta, altre si nascondono dietro chiome incolte:tutte sulla spiaggia si godono lo spettacolo -sempre lo stesso- offerto dai loro uomini che sfidano il mare. Se le onde si calmano -nessuno sa mai quando e perché- quei ragazzi cavalcano le loro tavole e aspettano. Ma quando le onde arrivano in serie di sei o di sette, fino a nascondere l’orizzonte, iniziano a remare con le braccia verso il largo e a tratti scompaiono, come inghiottiti dalle onde, per poi riapparire sulla cresta di una di loro. Solo allora inizia lo show."

JMBReRe


martedì 30 ottobre 2012

Settimane 15-21 e 22-28 Ott e il cigno nero

Mettiamo un po' di ordine in questo blog, va...
Allora tra le altre cose mancano le rendicontazioni delle settimane 15-21 e 22-28 ottobre. Allora teniamo conto che il 14 c'è stata la Garda Lake Marathon e il 28 la Venice. Quindi magari i km sembrano tanti ma in realtà lo sono perché sono stati accumulati in due gare....
15-21

  • Corsa: 7 km Mar, 8 km Gio, 16 km Sab, 9 km Dom, 10 km Dom = 50 km;
  • Bici: Ven 40 km, Sab 40;
22-28
  • Corsa: 12 Lun, 8 Gio, 42 Dom;
  • Bici: 42 Lun, 40 Mer;
Stasera per sciogliere fuori le gambe post-Venice mi son fatto un bel 9km ad andatura bogone ferito... Presto dobbiamo fare anche la rendicontazione di ottobre: un bel mese direi! :-)

Cosa mi ha lasciato la Venice? Oltre che del freddo addosso? Beh ... ora spiego tutto, compreso il titolo del post e la bellissima foto qui accanto... Perché il cigno nero...? Perché di fatto la Venice era già abbastanza bella se l'avessi finita e basta. Il cigno bianco per come lo vedo io è la parte candida di me stesso a cui non interessava il tempo finale, a cui non interessava nemmeno rifornirsi ai ristori: al cigno bianco bastava l'acqua della pioggia che colava dal viso assieme al sudore. Tuttavia, internamente, credo che tutti possano confermare quanto ogni nostro comportamento non sia frutto d'uno sbilanciamento estremo di una nostra tendenza, ma piuttosto sia il frutto di una compensazione o di un bilanciamento di diverse attitudini che abbiamo. E così siamo sempre in equilibrio tra due o più forze che ci fanno stabilizzare. Come nella più classica teoria della statica d'altra parte le forze possono essere di natura e di intensità diversa, ma possono agire in direzioni diverse e su piani diversi e donare ugualmente l'equilibrio. Nel caso di domenica ho    dovuto fare i conti con quella parte di me che mi voleva vedere arrivare al traguardo in meno di 3 e 30: il cigno nero, per l'appunto. Non c'è stato verso di sedarlo quel maledetto cigno nero e si è piano piano fatto largo nella testa e nelle gambe. Allora, al 28esimo km, quando i due volatili stanno discutendo amabilmente e mentre il cigno bianco se ne sta ben appollaiato in una posizione privilegiata, succede che una folata di vento più brusca o un aumento delle gocce di pioggia può far vacillare l'equilibrio. Può accadere infatti che ci si stufa di vivacchiare attorno al proprio ritmo della prima metà e si intravveda nell'aria e nella strada davanti a se, una corda che tira: una possibilità d'innanzi. La possibilità di trasformare la giornata, nella domenica del proprio PB e nella domenica delle 3 e 30. E allora il cigno nero prende forza e così, lui che è tanto aggrappato a cifre e numeri, pianta nella testa l'esigenza di squadrare il Garmin ogni 30 secondi. E allora ci si mette a fare i calcoli, si diventa freddi, quasi insensibili. E' il punto di non ritorno che fa spremere le gambe e che porta a ritmi alti, ma sostenibili, l'andatura.
Ecco ciò che mi dispiace: che mi son dimenticato di essere a Venezia persino. Mi sono scordato del 2009 quando sono passato sul Ponte della Libertà con la lingua per terra. Avrei voluto far riaffiorare alla mente le giornate di montagna che mi han permesso di sopportare meglio il freddo su quel ponte. Mi sarei voluto ricordare più cose, godermi di più il momento. Ma il cigno bianco, che è tanto più romantico, se ne era andato via: chissà dove.
Penso se ne sia volato via, perché non sopportava l'idea di vedermi correre solo per una cifra. Ho cercato di spiegarmi con lui. Gli ho spiegato che in una gara ufficiale e competitiva ci si può aspettare che qualcuno tiri fuori energie in più solo per arrivare due minuti prima. Puro ego? Non credo. Credo solo che c'è una parte di  me a cui a volte servono le cifre: le ufficializzazioni delle prestazioni per dare corpo alla memoria degli istanti.

Il cigno nero è sparito e porta con se quella che ora è solo una cifra: 3 e 26. Solo un numero. Prima non lo era, poi si, poi no...Sono il cigno nero o sono il cigno bianco?

Quel cigno bianco si è riposato su di me e in me solo quando ero sul vaporetto per il rientro. Al freddo, di fuori, con tanti miei simili. Il vento sferzava i visi e Venezia spariva senza che l'avessi mai guardata in faccia. Solo in quel momento mi sono ricordato di quanto è bella e di quanto sia stato un peccato non accorgersene mentre correvo.

Chissà dove se ne è volato via il cigno nero, ora .....

JMBReRe

venerdì 19 ottobre 2012

Il contadino che aveva un orto e un piccone


Questa è la storia di un contadino.
A questo contadino diedero un orto e un piccone.


Anche se era solo un contadino con un orto e un piccone, sapeva benissimo che con il suo lavoro avrebbe potuto trasformare il suo orto in un bel campo pieno di delizie.

Giorno dopo giorno l'orticello cresceva rigoglioso.


Poi, apparentemente dal nulla, ma probabilmente da quel crescente accumulo di voglia di fare che gli era nato dentro, prese a colpire il terreno con crescente veemenza. Senza fretta, come sempre, ma senza sosta. Senza collera ma con coraggio. Senza presunzione ma con ambizione.
Aveva abbandonato l'idea del campo rigoglioso, aveva abbandonato ogni altro arnese: si serviva solo della sua forza e del suo piccone: si era messo in testa, ingenuamente e per altro presuntuosamente, dal basso delle sue braccia gracili e del suo fiato corto, di poter spaccare il mondo in due picconata dopo picconata.
Lui picconava e la crepa partiva; la crepa solcava e lui continuava.
Non diceva più che il sole lo accecava, diceva che il sole gli illuminava il viso o lo baciava. La pioggia non lo bagnava più, ma gli mollava il terreno e gli facilitava il lavoro. Il vento non lo disturbava più, ora gli asciugava il sudore. Il freddo, beh, il freddo divenne suo amico e gli avrebbe fatto compagnia.
Dopo un po' di tempo capii che non stava facendo fatica, era la fatica che stava facendo lui e, di tanto in tanto, alzava la testa e, sotto ai suoi piedi e davanti ai suoi occhi, la sua visione cominciava a prendere forma.
La prima crepa era già partita, e solcava... e solcava... e solcava...
La crepa solcava e lui picconava.
Son passati gli inverni e la terra non si è ancora accorta di nulla. Ma dall'alto della sua visione, come dall'alto di una montagna o di un albero, lui e solo lui riesce a vedere, nel solco che sta scavando, non un solco ma una crepa. Sempre più larga e sempre più fonda, che parte da un vecchio orto e serpeggia e minaccia un pianeta intero.

Postfazione: Il contadino si adoperava per mostrare a tutti la sua visione. Li portava sulla cima della montagna o li faceva salire sull'albero. Ma nessuno vedeva mai una crepa. Alcuni vedevano un solco, alcuni vedevano un sentiero. Chi un fosso, o chi addirittura una canaletta!

Impazziva per questo. Gli tolsero il piccone e gli tolsero l'orto.
Per gli altri non era più un contadino che zappava sentieri o orti, era addirittura diventato una nullità.
Ma lui proseguì a mani nude e visse per sempre da contadino e morì da uomo libero, senza aver mai spaccato il mondo ma rimanendo fedele alle sue filosofie e non sminuendosi mai. Morì da contadino e felice, per questo.

Morale (scritta in seconda persona solo perché suona meglio): Devi aver rispetto del tuo io che vedeva la possibilità di spaccare il mondo con un piccone. Non sminuire la sua visione, non denigrarla se ora non la vedi così chiara come la vedeva lui prima. Nessuno vedrà una crepa nel tuo solco. Nessuno lo farà al posto tuo. Il punto non sta nel dove, nel come o nel cosa, e non importa chi sei. Il punto non sta nell'orto, nel piccone e nella crepa... E neanche nel contadino.
Il punto sta nel fatto che tutte queste cose assieme SONO. Il contadino PENSA all'orto e VEDE la terra e tramite il piccone FA. E tramite la sua visione, HA. Io sono, vedo, penso e faccio, e ho. E' una filosofia. Quella che mi fa capire che se pensi, vedi e fai, un colpo alla volta puoi andare avanti e tenere viva la tua visione, anche se infondo lo sai che il mondo non lo spaccherai mai. Ma tenersi in vita è l'unica cosa che si riesce a fare, alla fine di ogni giornata; come negarlo? E con le proprie visioni perché non dovrebbe essere la stessa cosa? Se le portiamo in vita è solo per mantenerle in vita e riprodurle. E' la filosofia che ci sta sotto ciò che conta. Quella del mattone. Quella della carovana che attraversa un deserto un metro alla volta. Quella di una nave che attraversa l'oceano. Quante vite sono servite, quanti mattoni, quante navi, per arrivare ad oggi e a quella che è la nostra normalità?

Di "dove" ce ne sono a bizzeffe. Di "come" e di "cosa" ne è pieno il mondo". Cosa sei, lo sai.
Dove andrai? Picconerai per un orticello rigoglioso o per spaccare il mondo? Non importa, ma sii fedele alla tua filosofia. Questo mi rende il mondo affascinante: l'infinitamente grande è costruito con l'utilizzo dell'infinitamente piccolo.

Nel tuo piatto ci sono i pomodori che hanno attraversato i secoli e gli oceani e sono conditi con le spezie che hanno attraversato i deserti. Un centimetro alla volta e un passo alla volta. Se hai in mano un piccone, hai in mano un mattone, hai un cammello, hai una nave. Picconare, costruire, attraversare... Se questa è la mia, qual'è la tua filosofia?

lunedì 15 ottobre 2012

Come in un vecchio film + Settimana 8-14 ott


Bene. Ho seguito il Bianconiglio fin dentro la sua tana ieri.

Ci sono stato in quel posto dove sei da solo e tutto quanto attorno è solamente una carta colorata che scorre. Come in quei vecchi film in cui gli attori sono seduti in una macchina e lo sfondo dietro viene proiettato.

Il Garmin parla chiaro: 160 di bici e 42 di corsa, ieri. Belle sensazioni e belle immagini. Momenti di esaltazione e momenti di deprimente frustrazione...

Il buio pesto nel tratto di bici dell'andata... il lago che dorme e appare accanto alla strada, le stelle... si le stelle. Il fresco. Il freddo. Il tepore di una tratto senza vento.

L'avanzare del giorno e poi finalmente la corsa. Aria.

5 km, 10, 20, 30.... pioggia e nuvole. Acqua, fredda.

Poi ecco i fatidici 42 km e la fine del tratto di corsa con quel bel tappeto arancione che rende ancora più magico l'ultimo tratto: "non è ancora finita per me", mi dico. Allora prendo il battello e vado a recuperare la bici. Eccola che mi aspetta, proprio dove l'avevo lasciata stamattina 42 km fa, un epoca fa. Mi sembra di esser stato li ieri, invece era solo poche ore prima...la maratona mi ha resettato...ahhh che gusto.

Pochi km e le gambe cominciano a girare, ma la spossatezza si sente e il ritmo non è elevato...le strade sono pulite e non c'è traccia di sporcizia dovuta alla corsa. Lo sfondo scorre, sono nel mezzo del mio vecchio film.

Per ingannare le gambe dolenti faccio viaggiare la mente e mi ritrovo in mezzo al lago. Il sole fa filtrare i suoi raggi e ne rende la superficie illuminata a chiazze. Nel bel mezzo del tramonto sembra che qualcuno abbia nascosto dei forzieri d'oro sul fondo del lago. La fatica è un ricordo, ora fa parte anche lei dello sfondo. Proseguo e proseguirei per mesi, anni... ma l'impressione è dovuta solo al fatto che sento casa vicina.

Sempre più vicina. Eccomi qui. Aria!

Acqua. Stavolta calda però, quella della doccia.

Ma visto che c'è sempre qualcuno che dice quello che vorrei dire io ma lo dice meglio, ecco qui un post del mitico Emilio Previtali a cui ripensavo ieri mentre me ne rientravo a casa:

TU. CHE NON SEI PIU' TU.

Ho visto uno spezzone di video, oggi. Di uno che cammina e avanza pianissimo, un passo ogni qualche secondo, quasi all'arrivo del Tor des Geants a Courmayeur. Questo.

E' un video che mi ha commosso. Che mi ha fatto ricordare. Che mi ha fatto pensare. Nel vederlo coglievo il desiderio della gente per strada di aiutare, di sostenere, di partecipare. E poi coglievo quella immensa forza interiore che emanava quel ragazzo con la maglietta rossa, che andava avanti, sempre avanti, un passo alla volta. Fa paura fa, uno così. Perché la forza che abbiamo dentro, a chi non la conosce, a chi non l'ha mai sperimentata, fa paura. A volte preferiamo ignorarla o evitarla. Schernirla. Lasciarla da parte. Non usarla mai.

Mi ci sono ritrovato tante volte, in quel momento. Sono stati i momenti più belli della mia vita. A volte ero io, a volte erano altri, a spingersi oltre. Io c'ero, comunque, ero lì. Ed ho sentito. Mi hanno fatto sentire. Ho avuto.

E' quando capisci che puoi andare ovunque, un centimetro alla volta, basta non mollare mai; quando puoi restare stabilmente fuori dalla tua zona di confort e sopportare tutto e tutti, la fatica e il dolore e anche le parole di chi ti parla

e ti sembra così lontano; è quando ignori quello che avviene intorno a te e gli sguardi e i sorrisi di chi forse non capisce, e tieni duro e vai avanti, comunque avanti; quando ancora riesci a cogliere la luce negli occhi di un bambino che ti da un cinque, o il sorriso di un anziano che ti offre una spugna bagnata, o il verde di una foglia che cresce proprio dentro a una fessura, mentre tu sei lì aggrappato e piangi e ti sembra di non riuscire più ad andare né avanti né indietro e non sai più cosa fare; quando pensi di non poter più scendere oltre e vedi un cristallo di neve perfetto appoggiato sulla tua giacca a vento.

E allora riparti, vai avanti, ancora un po'. E poi ancora. E ancora.

E' in quel momento esatto in cui ti fai spazio, in cui vai oltre, che il tuo limite si sposta in avanti.

Ed è per sempre. E' per te. Che non sei più te.

E' in quel momento che il mondo intorno a te cambia. Quello è il momento in cui tu, con il tuo silenzio, con la forza che hai dentro, con la sopportazione e la tolleranza, con la fatica che si trasforma in gioia, con quella specie di vento che accompagna il nostro fare e il nostri essere, tu cambi il mondo.

E questo, a pensarci bene, è l'atto più rivoluzionario e libero che la mia mente sia in grado di immaginare.



Come posso continuare il mio post dopo simili parole. Meglio staccare va. Ecco quindi. Ora due settimane di recupero e poi sarà ora della Venice.


Allora la settimana credo comprenda (devo guardare meglio il Garmin):

Corsa: 2 All: 1 da 9 mer e uno da 42 dom;
Bici: 1 da 40 lun e 1 da 160 dom;


Ok. Si va..... ciaooo

JMBReRe

giovedì 11 ottobre 2012

Settimana 1-7 Ott

La settimana 1-7 ottobre (la rampa di lancio per la Vr Marathon) ha visto susseguirsi:
  • Corsa: 3 Sessioni: 1 Lun 8, 1 Mar 8, 1 Dom 42;
  • Bici: 1 Mer da 40;
Va beh, non ci si può lamentare...ieri sera sgambatina in bici invece per mollare fuori le gambe! Ora andiamo meglio di ieri... tutto pronto per la Garda Lake Marathon...
Nell'ottica "fair means" dovrei andare in bici fino alla partenza. Vediamo come posso aver allenato i 'doppi' bici+corsa queste ultime 52 settimane:
Mi pare di capire che gli allenamenti non sono proprio proprio accoppiati. Cioè mi sembra sempre che ad un aumentare dei carichi di lavoro della corsa diminuiscano quelli di bici e viceversa (segnali controfase). Non mi sorprende: il tempo a disposizione bene o male è quello. Si nota un aumento dei km in bici a fine aprile, causa infortunio che mi impediva di correre. Poi ridotti km settimanali di bici dovuti al tempo guasto e al freddo. Si insomma, poca regolarità e difficoltà nel trovare micro e macro cicli come nel caso della corsa. Tuttavia mi piace notare come bene o male si possa intuire che c'è una certa periodicità e che quindi qualche macrociclo possa essere individuato. Resta comunque il fatto che allenandosi a caso non ci si può aspettare una serie bella ordinata di curve perfette. Il prossimo anno la programmazione sarà più severa :-)

La maratona a Verona è stata completata, ma con crampi finali che mi fanno rimpiangere di non aver tentato qualche super lungo del tipo 30-35 km nelle settimane prima della gara. Ora speriamo nel meteo e poi se il tempo sarà propizio allora si tenterà la Lake Garda by fair means.

Teniamo le dita incrociate!

JMBReRe

mercoledì 3 ottobre 2012

Cosa ci porti? Settimana 24 Sett - 30 Sett + Settembre

Allora, la settimana scorsa cosa abbiamo fatto:
  • Corsa: 5 All: 17 Lun, 8 Mer, 8 Gio, 10 Ven, 7 Dom;
  • Bici: 1 All: Dom 41;
E questo è tutto mi pare...
Allora ora tiriamo le somme di settembre! 
  • Corsa: 15 All; 178 km;
  • Bici: 8 All; 280 km;
  • Mtb: 1 All; 16 km;
E questo è tutto mi pare...
Mancano i lunghi, questo è certo :-| , infatti niente sessioni di bici di più di 60 km e niente corse di più di 22 km... va beh... comunque lo smalto c'è, vedremo che fare ...
Sono su un cacchio di balcone e vedo davanti un mese con tre maratone. Mi sembra di essere davanti al tempio degli oracoli per domandare come andrà a finire, se la fortuna mi sarà propizia.
"Cosa ci porti", mi domandano loro.
Ho fatto un piccolo riassunto delle ultime 51 settimane di allenamento a partire dal 15 ottobre scorso, proprio il giorno dopo dell'ultima Lake Garda Marathon portata a casa con trasferimento in bici fino a Malcesine. Quello che incollo sotto è il grafico che riporta il numero degli allenamenti settimanali e il numero di km effettuati. Il totale parla di circa 1500 km con 158 allenamenti. Non voglio fare i calcoli di medie e mica medie. Mi piace solo osservare come il numero degli allenamenti e anche i km percorsi subiscono oscillazioni periodiche legate ai microcicli (circa 4-5 settimane) e i macrocicli (3-4 mesi). Non ho aggiunto le info sulle uscite in bici ma mi piace vedere come, seguendo sempre le sensazioni e non le tabelle abbia avuto comunque un comportamento ripetitivo: se in futuro saprò raccogliere più info (tipo HR e soglie) sono sicuro che potrò fare un piccolo saltino e programmarmi meglio gli allenamenti. Nel frattempo va bene così dai.

Il punto in cui si precipita a zero indica la fine di aprile mi pare, quando, per una sorta di infiammazione post Milano City Marathon mi ero fermato per una settimana. Un'altra fossa è tra le settimane 40 e 50 ma li era perché durante agosto mi sono dato ad altre attività ....
Come continuerà quel grafico nel futuro? L'idea è quella di accelerare, come sempre. Prestare attenzione a frequenza di allenamento, volume e intensità/qualità. Curare di più i lunghi, curare di più le irpetute e i lavori specifici. Siamo ben lontani da un lavoro ottimale sulla corsa, ma ci si può sempre provare. E' chiaro che non si inventa nulla. La programmazione degli allenamenti è una scienza. Ma perché non buttarci il naso, se ce n'è la voglia e la possibilità?
Quel che so per certo è che quel grafico conduce proprio nel posto che sto guardando dal balcone.
Non vedo l'ora di essere la in mezzo a strisciare i piedi ... Vorrei esserci adesso. Questa attesa logora, infervora gli animi. Non riesco a stare fermo, mi sento come sulla cima quando il materiale da salita è ben infilato nello zaino e si fanno dei respiri forti per prendere il coraggio necessario per lasciarsi andar giù per il pendio di neve che vediamo sotto di noi.. Il battito accelera e tutto ciò che fuggiva ci viene incontro. Lo sport è anche questo: libertà. Da cosa poi? Non so. Libertà di poter fermare il tempo forse e di farlo scorrere a proprio piacimento. O di andargli contro, come un salmone risale la corrente. Giocarci col tempo e riderne quando, tornati a casa o alla macchina, torna anch'esso a lavorarci come il vento fa con la sabbia.
Ma sono proprio i momenti in cui si avverte il cambiamento quelli che più mi piacciono: quando si decolla e quando si atterra. Il volo di per se è magico ma non smuove pensieri creativi, ma piuttosto di azione. E' il pensiero creativo che mi piace. E' quello che ci fa decollare. E' quello il momento in cui sai che stai entrando in un vortice e non sai di preciso quello che ti aspetta.

"This is where the world start to spin - this is where the rabbit hole begins"  :-)
(http://andreasfransson.blogspot.it/)


Buoi allenamenti a tutti.
JMBReRe



martedì 25 settembre 2012

Preparare

Prepararsi per la stagione delle maratone non è sempre facile. Molte volte ti puoi rallegrare, quando in un'assolata domenica mattina stai correndo il tuo ventino e passi via qualcuno al tuo bel passo di 5 min/km. A volte te ne penti e ti ritrovi sveglio il lunedì notte con quella gola secca e quel fastidio alle gambe divenuto ormai famigliare. Con quel battito accelerato tipico di chi ha sbagliato alimento nella cena dopo-corsa: arrivata troppo tardi, ad orari improponibili, dopo giornate troppo dure. Qualche volta si sbaglia candeggio e la contropartita è dura. Ma neanche in queste occasioni si tornerebbe indietro mai. Il martedì mattina è duro, ma me ne frego, tutto questo non ha prezzo...

Ho aggiunto un blog tra i "mitici":
andreasfransson.blogspot.it

Questa settimana invece 17-23 sett:

  • Corsa: 13 Mar, 22 Ven, 12 Sab;
  • Bici: 40 Lun, 40 Mer, 40 Ven, 30 Dom;
Mi pare....

JMBReRe

lunedì 17 settembre 2012

La carica dei giganti

L'assenza forzata di due settimane è stata causata dalla chiamata, per'altro gradita, alla partecipazione ad un progetto di ricerca avente come oggetto di studio un campione di atleti partecipanti al Tor des Giants 2012.

Non credo di poter descrivere dalla bassezza della mia preparazione ed essendo un fratello minore dello sport e della montagna cosa occorra per poter anche solo pensare di poter finire una gara di questo tipo.
Ma tant'è: "La terra ha musica per quelli che sanno ascoltare" e quindi non si può restare indifferenti di fronte a certe situazioni e di fronte a certi campioni, di un'umiltà impressionante.

A proposito:
Settimana 03-09
  • Corsa: 9 Lun, 6 Gio;
  • Bici: 40 Mar, 40 Mer;
Settimana 10-16
  • Corsa: Lun 23, Gio 6 500+, Dom 21;
  • Bici: Dom 50;
Stasera un bel 40ino in bici non ce lo ha tolto nessuno.

Ma torniamo ai nostri giganti...
"Osa fallire" dice qualcuno. Alcune persone non si fanno domande, ma le fanno e basta. Molte volte la risposta è positiva, perché sono preparati fisicamente e mentalmente. "Perseverare è umano". L'uomo è nato per soffrire ed è un animale unico, per la capacità di generare in se dal nulla le motivazioni che lo spingono a procedere. All'ombra dei giganti non ci si può sentire grandi. E loro mi han trasmesso una carica incredibile. 





Questo è quel pergolato
e questa è quell'uva
che la volpe della favola
giudicò poco matura
perché stava troppo in alto.
Fate un salto,
fatene un altro.
Se non ci arrivate
riprovate domattina,
vedrete che ogni giorno
un poco si avvicina
il dolce frutto;
l'allenamento è tutto.
Gianni Rodar



Ho avuto la fortuna di incontrare personaggi interessanti, autori di pubblicazioni interessanti (ad esempio P.T. e F.P.). Nell'avvicinarmi ad un certo tipo di sport e pensiero ho cozzato in alcuni racconti formidabili.



www.pietrotrabucchi.it/uploads 


http://www.greenews.info/rubriche/lelogio-del-limite-di-fabrizio-pistoni-divagazioni-sullarte-di-correre-20120703/



Nel frattempo gli allenamenti proseguono e si nota come la stagione stia cambiando. Ora si comincia a stare bene con dei manicotti e presto ci sarà bisogno della maglietta a maniche lunghe. Poi sarà la volta della giacchetta, poi dei pantaloni lunghi. Per finire ci sarà anche il periodo dei guanti e dello scaldacollo e forse, perché no, il periodo delle scarpe chiodate e delle ciaspole. Comincia il periodo dei rifrangenti, degli spolverini colorati e delle lucette per rendersi visibili. Arriverà la stagione del buio e del freddo. Della pioggerellina che non senti ma che bagna. La stagione dell'umido e del fiato che si condensa e appare nei fasci di luce artificiale. Arriveranno quelle sere scurissime in cui sarà difficilissimo uscire, o pensare di uscire: con quel buio scurissimo che chi ha vissuto qualche stagione invernale da runner non può dimenticare. Quel buio che è tre metri di melma che si devono attraversare prima di respirare appena fuori dal cancello. Tornerà la lucetta gialla del Garmin che ci dirà che stiamo andando bene o male. Me la vedo già, brillare li al polso mentre con la coda dell'occhio cerco aiuto nel suo consenso che non arriva mai. Comincia il periodo lunghissimo della frontale. La frontale che crea una palla bianca sulla strada che ballonzola e che culla i pensieri. Destra, sinistra, alto, basso: sembra avere un umore proprio, invece è solo il riflesso del nostro. 

Questi, ma molti altri erano i JMBReRe-pensieri che mi roteavano nella testa, mentre i chilometri dell'autostrada nera scorrevano e i giganti illuminati dall'ultimo sole sparivano nello specchietto. Tutto se ne va e tutto torna, mi dico. Per un'estate che se ne va c'è un autunno che arriva. Ci ripenso a quei giganti, fatti di roccia granitica e di quei piccoli grandi giganti tra i giganti, fatti di gambe, di muscoli, di cuore, di testa. Ora me li sono fatti miei. Sono motivatori interni silenziosi nella caldaia della mia locomotiva. La fiamma è ora più che mai accesa.

JMBReRe


 

lunedì 3 settembre 2012

Agosto

Facciamo un po' di ordine, che qui ad agosto ci siamo lasciati prendere la testa dal caldo e non abbiamo fatto ordine durante le settimane!

Ricordo che manca la settimana 30 Lug - 5 Ago:

  • Bici 50 km;
  • Corsa: 10 km;
  • Escursioni: 2: da 1000 e 2000;
Poi quella dopo 6-12 Ago: 
  • Mtb 34;
  • Corsa: 6 km+ 1500+, 7 km;
  • Escursione: 2: da 1000 e 2000;
  • Falesia;
Poi quella 13-19 Ago:
  • Corsa: 2 All: 7 km e 8 km;
  • Falesia + via lunga;
Quella del 20-26 ce l'abbiamo e ora tocca a quella 27 Ago - 2 Set:
  • Corsa: 6 All: 7, 8, 10, 9, 9, 8 (sentiamo il fuoco sotto il sedere per la maratona? :-) ..)
  • Mtb: 2 All: 22 e 16;
E allora agosto conta:
  • Corsa: 10 All: 89 km (sotto media)
  • Mtb: 4 All: 102 km;
  • Esc: 4: 6000+;
  • Falesia: 2;
  • Via lunga;
  • Nuoto 1 All...ah ah,potevo anche non metterlo...(non ho detto non farlo, ho detto non metterlo!)
Oufff....e quindi rendicontazione mensile terminata.
Diciamo che agosto è stato bellissimo, ma noto che il numero di allenamenti non è stato elevatissimo... Va beh... un po' di ozio ci sta!
Vi lascio con le stupende immagini delle due gare di triathlon di queste ultime olimpiadi...nemmeno il più bravo sceneggiatore avrebbe saputo scrivere una trama tanto bella!!


Beh, da brividi! Almeno per me eh, poi non so!
Ciaouz! A presto perché tra poco si entra nel mese premaratona, ci sono almeno 3 lunghi da fare sopra i 25 km... Speriamo in bene!!

JMBReRe

martedì 28 agosto 2012

"La locomotiva sembrava un mostro strano": Settimana 20 - 26 Ago

C’è tanto da fare, tanto da scoprire.
Da fare insieme se vorremo, se vorrai.
Io non ho paura...uscirò anche da questa esperienza più forte e con più entusiasmo di prima, convinto sempre più che i sogni siano il motore del mondo e che continuare a cercare nuovi orizzonti sia necessario a chi, come me, non trova sfogo in una vita tranquilla. A volte credo che tu mi veda solo come un visionario e che non farò mai le cose che dico.
Può essere, può essere, ma alcuni hanno un sogno e lo falliscono inseguendolo, alcuni non hanno neppure un sogno da seguire e falliscono ogni giorno.
Ti dico che non ho paura di inseguire per una vita intera quello che provo di giorno in giorno. Ancora attendo il giorno in cui cambierò prospettiva e in cui comincerò a puntare verso le cose a cui guardano tutti e che probabilmente coinvolgono tutti, presto o tardi.
Ma ora non ce la faccio. Quello che mi da energia è la visione di quello che posso fare col mio tempo e con quello che abbiamo a disposizione al mondo per provare le sensazioni più forti che il nostro corpo interiore può reggere, che la nostra mente può reggere, che il nostro corpo fisico può reggere. Perciò non dirmi di rinunciare a sognare, a fantasticare. Non dirmi che "servono i soldi", non dirmi che "serve lavoro, stabilità economica e assicurazioni".
Non fanno per me queste cose, io quelle so già che le avrò nella misura a me sufficiente ma non mi daranno mai la forza di andare avanti.
Non mi risvegliano dal torpore quando sono affranto e non mi fanno dormire sereno la notte.
Parlami se puoi dei mari turchesi.
Delle spiagge deserte e bianche.
Delle onde spumose, della neve polverosa.
Delle pareti di granito, se preferisci o di luoghi fiabeschi.
Di civiltà sperdute magari o di città ammalianti: città frenetiche e interessanti.
Dei fuocherelli scoppiettanti davanti ai bivacchi e del chiaro di luna.
Delle foreste primordiali e dei pendii innevati.
Delle barchette scosse dal vento, nel vento; e del vento, quello tra i capelli magari.
Di fango e di polvere, di sudore, di roccia e di ghiaccio. Di muscoli.
Parlami di quanto potremmo stare bene insieme su una macchina che viaggia. Sia essa una nave, un cavallo, una moto, un treno o una casa.
Non dirmi di fermarmi adesso, che non posso.
Hai una locomotiva in cui hai appena buttato una grossa riserva di carbone: aspettati che il fuoco la bruci, che la pressione aumenti e che la locomotiva acceleri sfumacchiando. Non tirare il freno ora.
Al massimo tira la cordicella e dai una bella strombazzata quando passi davanti ad una piccola stazione.


Questa settimana ha visto incredibilmente tornare in carica il nuoto...seh...si fa per dire...ma magari con l'arrivo dell'autunno la cosa prende piede :-)

  • Corsa: 2 all 7 Lun e 19 Sab;
  • Mtb: 2 all: 1 Ven da 22 e 1 Dom da 30;
  • Nuoto giov da 1 km;
  • Uscita in falesia Dom;
Ciao 

JMBReRe

sabato 18 agosto 2012

Quel mio nut giallo

Sono dell'idea che quando si ha la possibilità, è meglio proteggersi con il nut più grande che si ha a disposizione. Più grande è, più tiene... mi vien da dire. Ma il nut giallo è i mio preferito e sebbene ci stesse anche quell'altro più grande, ho usato quello giallo. E lo incastro, e la vita prende a ruotare attorno a quell'incastro. Non importa come sono pettinato o come sono vestito, mentre il piede mi sta per scivolare e devo ancora passare la corda dentro il mio ancoraggio. Tutto diminuisce di volume. L'ufficio è lontano, così come il mio portatile e le schifezze della gente che non mi piace. Come sono lontani i semafori e quel tizio che da dietro ti suona perché al verde non hai avuto uno spunto da granpremio. Come son lontani tutti quegli imbecilli che ti sorpassano ai 150 nascosti nei loro occhiali scuri e nelle loro macchine da 30000 €. Come sono lontane le code agli sportelli e le patatine dei fast food. Com'è lontano l'odore della seconda classe del treno regionale e la sua odiosa aria condizionata.
Ora no. Sono più vicino alle nuvole e più lontano dalle strade. E vorrei fosse sempre così. E lo sento, mentre la mano che mi sorregge comincia a "sudacchiare". Lo sento ciò che conta adesso. Lo sento questo silenzio che ho creato.
Poi l'incastro, gli strattoni come prove di tenuta e finalmente la posa del rinvio. In bocca ho il set di nut orfano di quello giallo: lo sento questo sapore metallico in bocca che rende amara la saliva.

Numeri, numeri, numeri. Incasella, seleziona, classifica. Si, ecco...classifica. Ridurre tutto a qualcosa di già processato, per rendere più rapido il calcolo. Modellare, descrivere. Ridurre, ecco, ridurre. Ridurre è diminuire. Se sei stufo di ridurre, vai in un posto dove puoi mettere dei nut.

A volte la realtà è più dura dei sassi. Non è possibile arrivare a pensare e sperare che quel sasso che è stato mosso dalla corda e che sta arrivando verso di te, ti prenda per sentire che in effetti, e invece, i sassi fanno più male della realtà ... Due settimane nella bolla della montagna sono troppe, o troppo poche. Ora la giostra ricomincia a ruotare e bisogna essere pronti a ritornare in fretta sul proprio cavallo. Il rumore aumenterà di nuovo e non avrò più il mio silenzio. Non così chiaro. Non così bello.
Il silenzio di cui ho bisogno è quello di un torrente che scorre in fondo valle e che non si vede. Che dà voce alle montagne e ne aumenta la maestosità. Il silenzio di cui ho bisogno è quello che sento mentre incastro il mio nut giallo. E penso che, forse, mettere quel nut giallo, è la cosa più semplice che mi sia capitata di fare. Tanto semplice, quanto essenziale e vitale. "Nella vita, bisognerebbe solo incastrare nut".

Ma penso anche che se non ci fosse tutto questo rumore quaggiù, non ci sarebbe tanto silenzio lassù, o perlomeno non lo sentirei così chiaro.

JMBReRe

mercoledì 1 agosto 2012

Settimana 23-29 Luglio + Mese di Luglio

Allora la settimana scorsa cosa abbiamo combinato?
  • Corsa: 9 km + 10 km...poco, ma venivamo dalla Dolomites... 
  • Bici da corsa: 30+30+25;
  • Mtb: 20;
Nel mese di luglio invece?
  • Corsa: 11 All, 123 km;
  • Bici da corsa: 9 All, 350 km;
  • Mtb: 2 All, 70 km;
  • Via di Roccia 1;
Quindi un mese non male... Con diversi doppi...e quindi si va che è una meraviglia...
Ora si chiude per un po'. Ci si rivede al ritorno dalle avventure in Valle d'Aosta.


Che dire? Penso che dopo le ultime uscite in Dolomiti, credo ancora più che mai di avere predilizione per i territori alpini, soprattutto per quelli valdostani. Le Dolomiti sono bellissime, fantastiche, grandiose. Se fossi capace di scrivere, scriverei delle Dolomiti utilizzando i migliori e più belli aggettivi che sono in mio possesso e di mia conoscenza, anche fino a studiare fino a farsi venir stretta la lingua italiana.... Probabilmente se dopo dovessi parlare delle Alpi valdostane, non mi rimarrebbero più parole adeguate. Vale davvero la pena di vivere per potervi camminare attraverso. E quando qualcuno trova un motivo per vivere, egli ha trovato un motivo per morire.

JMBReRe


martedì 24 luglio 2012

Dolomites Sky Race 2012

Allora, prima di propinare un bel post a base di Dolomites, mi tocca fare la rendicontazione non di una ma di ben due settimane di allenamenti:

Settimana 9-15 Luglio:
  • Mtb : 50, mi pare; 
  • 10 Dom, 8 Sab, che schifo... + 1500 13 km (Corsa sullo Stivo) 
  • Bici: 25 Dom, 50 km Gio mi pare.... 
Settimana 16-22 Luglio:
  • Corsa: 22 km, DOLOMITES! 
  • Bici: 50 Martedì...poi nulla più...
Eccomi qui a raccontare la straordinaria esperianza della Dolomites Sky Race.
Qualcuno l'ha chiamata la "Stairway to Heaven". io dico che già il nome Sky Race dice tutto.
Sky Race, per sky runners, i corridori del cielo. Quante volte quest'espressione e la sua ardente traduzione mi han fatto sognare. Chi l'avrebbe detto solo pochi anni fa che avrei potutto buttarmi in mischia ed essere scambiato per uno sky runner, un corridore del cielo. Ma la sensazione è proprio quella di aver vissuto in sospeso per tre ore. Già a mezzogiorno non potevo più credere all'accaduto: sembrava di essersi risvegliati da una botta stordente, o da un sonno pesante. Ma andiamo con ordine.
Canazei, piazza centrale adibita a partenza: qualche minuto alle 8 e 30... Griglie, atmosfera di gara: aria frizzantina, musica a bomba che riverbera nella cassa toracica. L'elicottero sorvola la folla, lo speaker annuncia che nl punto più alto del tracciato ci sono -4°. Eh va beh... che ci devo fare....meglio che mi porto lo scaldacollo va...lo prendo e lo metto nella taschina della ventina. La ventina non la sposterò mai dalla cintura per tutta la durata della corsa. Pronti via: è partita la mia prima gara di sky running della mia vita. Non so cosa aspettarmi.
Un codone immenso di persone sguscia fino a perdita d'occhio per le strade del centro. Comincia la salita, una bassa pendenza. Sorpresa: ci sono persone che camminano. Questo è il campanello decisivo: le gambe sono a posto, il tempo è perfetto, il fiato c'è e alcuni camminano dove noi corriamo: ok, ne sono sicuro: la gara la finiremo e faremo bene. L'incubo dei cancelli chiusi al pordoi e alla forcella svanisce in un baleno.
La pista da sci in erba non è comunque un tratto esaltante e un paio di rampe ci intimano prudenza e presa di coscienza e di rispetto. Il codone fitto e rumoroso ora diventa più stretto, più rado e più silenzioso...
Ancora un paio di rampe erbose, un piccolo sentiero bagnato dei boschi. Potevo portare il cestino per i funghi! Riesco a pensare anche a stronzate come queste...via ...via dalla mia testa! Eh eh...ma mi fa piacere, perché per me sono sinonimo e sintomo di sicurezza. Ci siamo: abbiamo il controllo dell'azione e il fisico risponde: me la sto proprio godendo....sono proprio dove voglio stare. Nel posto e nel modo in cui voglio stare. non esiste altro che questo momento. Solo il mio paesaggio, il mio fiatone e il mio battito accelerato. La regina: la marmolada scintilla bianca come un palazzo d'avorio. I corridori a fianco mi superano e si fermano pure loro al primo ristoro. Esiste solo ciò che c'è adesso. Non c'è stato e non ci sarà nulla: c'è solo l'adesso. Tutto gira perfetto, non ci credo. La mente non corre neppure agli allenamenti e alle salite corse per allenarsi...non mi serve nulla in più di quel che vedo e sento. Non devo giustificare nulla e non devo trovare nessuna scusa...arrivo al Pordoi e mi gusto un bicchierino di sali.... meno di 50 minuti: bellissimo. Giro la testa a sinistra e vedo la salita e poi il canalone...qualche metro e poi l'elicottero che ci spia sornione si alza in volo e ci spazzola. Il cielo è blu incredibile. non azzuro o blu. Ne blu oltremare ne azzuro intenso. E' proprio blu incredibile. Proprio un colore a parte: quello del cielo di montagna limpido.
Lassù, bucando un sottile strato di nuvole, il codone di persone viene risucchiato nell'imbuto del canalone. il sentiero che prosegue a zigzag lassù si ferma e ad attendere c'è un gremito e caldo gruppo di persone che incitano. Mano a mano che si risale il vocio diventa semre più distinguibile fino a che il rumore diventa un insieme chiaro e distinguibile di voci e commenti, di grida e applausi. Inutile dire che la scarica di entusiasmo dona energie subito riconvertite in aumento di ritmo. Ecco il cambio pendenza, ecco la forcella: giù in carena si accelera...
'Ogni passo che fai potrebbe essere il tuo più grande errore' dice una canzone dei Coldplay...' puoi piegare, puoi romprere, è il rischiio che tu prendi...'...proprio così...infatti dopo un bel pezzo pianeggiante a tutta (forse anche sotto i 5 min/km) ecco il passo falso, ecco il sottile strato di ghiaccio...un piede messo male e mi ritrovo per terra. Ma un attimo dopo sono in piedi, come se avessi rimbalzato: boh!! Ci resto di sasso! Sono già di nuovo in piedi e comincio un'altra salita: quella per il Piz Boé... Sento un dolore lontano lontano, guardo in basso e sotto la tibia ho un taglio e il sangue gocciola verso il piede...è rosso intenso...non fa altro che aiutarmi ad andare sempre più forte, è come una frusta! Una frusta perenne...come non bastassero tutte l motivazioni che ho di mio, ora ho anche un ginocchio che sanguina! Mi sento invincibile....ovviamente NON è così, ma è molto importante sentirsi forti...molto.
Infatti scavalco a passi veloci e decisi l'ultimo dislivello positivo e mi concedo 20 secondi di stop completo sorseggiando dei sali caldi...ah che goduria! La marmolada si è coperta! ma non era splendidamente scintillante al sole un minuto fa? sento freddo...caccio la bocca nello scaldacollo, faccio due respiri profondi e mi butto giù!
Nonostante mi sembri di tenere un buon ritmo vengo subito sorpassato da un paio di baldi giovani che scendono come i camosci! Non si può rimanere indifferenti e si resta contagiati da tanta audacia! Provo ad aumentare un pochino e i muscoli non sembrabo soffrirne troppo. Le ginocchia tengono, il marchingegno ruota e pompa energie alla perfezione: mi sento bene.
Nei tratti a bassa pendenza riesco a recuperare metri dai corridori che mi precedono direttamente. La tecnica di corsa cambia e mi sento a mio agio allungando la falcata e alzando talloni e ginocchia. Poi un'altra discesa più ripida e vengo subito ripreso da coloro che avevo staccato nel tratto più dolce.
Che bello: si salta un rusciello! Poi slalom tra le rocce e poi giù a bomba per un piccolo ghiaione! I ragazzi straordinari che sorvegliano lungo il percorso mi intimano di andare con calma, forse dopo aver dato un occhio alla chiazza di sangue sotto il ginocchio. Ma non me ne curo...non per mancanza di rispetto, ma perché non riuscivo ad immaginarmi il lunedì...c'era solo la gara in quel momento, la foga, il risucchio della gravità. Se non mi fossi fermato da solo ci avrebbe pensato il terreno: ma poco me ne importava.
Comincia il cambio di vegetazione...l'altimetro segna numeri sempre più bassi...eccoci subito sotto i 2000... Purtroppo questa informazione agisce da narcotico sulle mie gambe: comincio a rallentare e alcuni missili mi sfrecciano accanto. Non reggo molto bene le pendenza evidenti, ma da li a poco ricominciano le pendenze dolci. Su un bel rettilineo mi viene a bussare una vecchia conosenza: un bel crampo al polpaccio destro. Lo conosco troppo bene per rimanerne soggiogato e procedo spingendo di meno con la punta del piede dx e appoggio meglio il tallone sfruttando meglio la rulllata. L'altimetro sembra un conto alla rovescia e non la smette di scendere!
Rivedo accanto la pista da sci risalita all'andata...ci siamo: uno dei ragazzi mi dice che mancano 3km. Ce la farò a finire in meno di tre ore? sono a 2 e 47 e mancano 3km...due calcoli da freddo maratoneta mi dicono che li dovrei fare a meno di 4 min/km. Non so se ce la faccio, ma non mi importa, voglio scoprirlo. Altre due discese più nette e vengo affancato da un ragazzo che se ne va giù a gambe levate: lo seguo...comincia l'asfalto e poi il ciottolato. C'è così tanta gente in centro a Canazei che non si può rallentare...preferirei cadere e rotolare fino all'arrivo piuttosto di rallentare. Comincia il ciottolato e si viene investiti dalla voce dello speaker che annuncia i corridori in arrivo. Bam: fine...è tutto ovattato sento i rumori distanti distanti.... mi trastullo e ciondolo, mi metto la maglietta sul volto per asciugare il sudore e mi volto a guardare il cronometro ufficiale....la prima cifra è ancora un 2! Evvai! Che senso ha poi aggrapparsi ad una cifra...cosa vorrà dire...boh, non so, ma è un ulteriore scheggia di felicità che mi si infila dentro.
Tutti quelli arrivati davanti mi sembrano marziani, da tanto che ho dato per il mio piccolo risultato...Stelle e tempeste! E' proprio finita! Ce l'abbiamo fatta!

NB: vi metto qui anche il percorso GPS in formato kml (Google Earth) del tracciato di domenica!
Anzi, non so come si fa...provo a metterlo di spalla al blog! Eccellente!

Stasera e ieri sera 30 km al colpo in bici, il vecchio circuito della crono che han fatto qui al giro! Non potevo resistere nonostante le gambe doloranti dopo domenica :-)

JMBReRe

martedì 10 luglio 2012

Lake Garda Marathon: una specie di recensione/racconto

Ma qui le settimane passano talmente veloci che mi fanno paura.
Vediamo un po' che cosa abbiamo fatto di bello tra il 2 e l'8 luglio:

  • Corsa: 13 Dom, 13 Mar 400+, 9 Ven 900+;
  • Bici: 50 Dom;
  • Via di roccia dom;
Ieri sera abbiamo finalmente ripreso la mtb dopo la rottura della catena...bene bene 50 km lisci....
Ma non siamo qui per parlare di questo...oggi vorrei parlare della Lake Garda Marathon visto che ho completato l'iscrizione. 
La gara avrà luogo il 14 Ott 2012 e il sito di riferimento è http://www.lakegardamarathon.com/ .
Ma vediamo  il percorso:


Si parte da Limone sul Garda e si comincia a puntare verso Nord in direzione Riva del Garda. Purtroppo non ho le tracce Gps degli anni scorsi primo perché ho resettato il Gramin e secondo perché nella prima zona ci sono delle gallerie anche molto lunghe che fanno perdere la ricezione Gps...a meno di non avere un contapassi associato al Gps, la ricezione e il monitoraggio della prestazione in questo tratto diventa un miraggio. Ma il primo tratto è molto bello, scorre in leggerezza e si gode di una magnifica vista sul lago... poi dopo non molto si entra nel paese di Riva e si passa per il centro puntando decisi verso Torbole e seguendo quindi lo splendido lungolago. Qui ci sono anche un paio di ponticeli che fanno spezzare il ritmo e il primo ristoro serio dei 10 km mi pare (sorso di acqua). Dopo un altro po' si riprende la direzione Nord per puntare ad Arco e qui si va letteralmente a campi. Io la trovo una parte un po' così così... non mi fa impazzire... Si arriva proprio quasi sotto la rocca e poi dietro front e si punta a Sud verso Torbole (acquetta di nuovo). Questo tratto lo sento parecchio perché comincia il lungo fiume: deve essere il Sarca credo e si passano i 20 e i 25 km (pezzo di cioccolata e limone) : io li trovo tosti...di solito ho una flessione ai 25-28 e poi un'altra ai 36-38...non so perché....fattostà che poi si arriva a Torbole e qui di solito troviamo il tifo più caldo....più caldo che a Riva e più caldo che ad Arco...o forse è solo un impressione. Passato Torbole auguri a tutti: comincia il deserto... C'è solo asfalto e lago per un bel pezzo...poi una galleria finestrata...poi, altra galleria coperta stavolta... deserto nel senso che il pubblico sparisce, ci sono solo i corridori. Se la giornata è bella però la vista non manca di distrarci e ci aiuta a proseguire, anche se i km appena trascorsi si fanno sentire. Si passa da tempesta, poi un ristoro...ed ecco una buona discesa, che sembra salita! Eh eh...un ristoro (zolletta...taaaaac)...e poi un cartello bellissimo bianco con una scritta nera: Malcesine... non basta a renderci felici, vicino ce ne sono di gialli con scritto 35, 36, 37, 38 km...ancora troppo pochi...allora avanti....una curva, un'altra uguale...asfalto, vento, sole, lago.
E poi altro che cartello....una splendida visione: la cima del castello di Malcesine...l'arrivo...a 38 km la maledizione si spezza, eccoci di lampo ai 39 e poi i 40...il resto non si sentono neppure: fa specie nonostante ci sia un ultima salita e poi una discesa...un tornante e poi giù a gambe levate per gli ultimi 500 mt. Poi le ali di pubblico e la definitiva marcia verso il traguardo, gratis come sempre!

Ma ecco l'altimetria:
Ecco, si...si vede come la tendenza sia un po' in favore, cioè in leggera discesa, ma sinceramente non è che mi sembra ci siano tutti sti vantaggi...vedremo quest'anno!

Beh ecco tutto. Anche per questa volta me la sono cavata!
Yahoo!!

JMBReRe

martedì 3 luglio 2012

Stelle e Tempeste

Bene bene bene... Facciamo i conti della settimana scorsa allora! 18-24 Giugno!
  • Corsa:  Mer 8 Ven 7 Dom 8
  • Bici: 30 Mar 30 Gio 50 Sab
  • Via di roccia 7 tiri Dom
Ma visto che sono proprio tonto mi tocca fare anche quella del  25 Giu - 1 Lug! Eh si...comprensibilmente credo di evitare di accendere il pc nelle ore serali per dedicarmi alle mie attivvità preferite! Anzi, l'attività preferita: l'allenamento. Sono caduto in una sorta di spirale che mi ha portato in accelerazione e mi ha portato ad incrementare fino a livelli accettabili i km macinati durante il mese... Oh si! Bisogna anche fare la rendicontazione mensile!
Intanto la settimana:
  • Corsa: 4 all 8 lun, 8 Gio, 12 Sab, 7 Dom;
  • Bici: 40 Mar, 40 Mer, 50 Ven, 50 Sab;
Quindi l'importante traguardo dei 1000 km in bici da corsa è stato passato e ciò mi da una buona soddisfazione! Ma poi una soddisfazione ancora più grossa me l'hanno data le 1000 visite su questo blog! Beh va beh, non saranno tantissime ma per me sono sempre troppe!! GRAZIE!

Procediamo con le news: non voglio farvi perdere un racconto bellissimo che ho trovato sul mitico blog di IronGian, che ho avuto il piacere di conoscere tempo addietro al Bardolino 2011...
Di ritorno dall'IronMan di Nizza ha scritto quanto segue, e secondo me è bellissimo: irongian.blogspot.it

195 metri di tappeto blu

Quando correte, camminate, vi trascinate sopra quei 195 metri di tappeto blu sapete che avete fatto tutto quello che potevate fare per meritarvi tutto quella tempesta di sensazioni che state provando!
Ma partiamo dall'inizio...

Un anno di preparazione per questo Ironman travagliatissimo.

Non tanto per il meteo o per la situazione "malanni di stagione" ma più che altro per quei problemi al mio maledetto piede destro che da Gennaio non mi hanno fatto praticamente allenare.

Proprio nel periodo in cui, in teoria, avrei dovuto dare il massimo per arrivare preparato a fine giugno.


Niente da fare...tre mesi di stop dalla corsa, un allenamento in bici fatto con il freno a mano e il morale sotto ai piedi.


Ho pensato anche di ritirarmi ad un certo punto.


Alla fine la mia mente malata ha optato per un "o la va o la spacca", e ho incrociato le dita.



Un mese prima dell'ironman un'altra "mazzata" al mio piede destro; metatarsalgia...un dolore lancinante tra le dita dei piedi sul collo del piede.

Impossibile correre e anche andare in bici.

Un mese di stop prima dell'ironman non fa bene al morale.


Passa il tempo e sono sempre meno convinto di arrivare all'arrivo questa volta.


Arriva la settimana dell'IM, venerdi mattina parto con la macchina carica e il morale scarico.


Arrivo a Nizza, meravigliosa!


Tempo splendido, buona organizzazione (quelli di Klagenfurt per intenderci sono lì a dare una mano ndr).


Mangio, riposo, passeggio e penso...penso che questa volta sarà un massacro.

Penso che non ho nessun muscolo quest'anno.
Penso a tutto il tempo passato sul divano con il piede alto e il ghiaccio come unico amico.
Penso ai soli 4000 km fatti in bici.
Penso ai solissimi (e forse non ci arrivo nemmeno a quel chilometraggio) 200km fatti a piedi. Praticamente ho le scarpe ancora nuovisime.
Penso a quanto ho faticato nei miei passati 5 IM...ed ero mooooooolto più allenato!
Penso penso penso...non fa bene pensare troppo.

Notte prima della gara: due pastiglie per dormire e via...sarà quel che sarà.


04:30 AM del 24 giugno 2012


Sveglia, mi siedo sul letto e con la testa tra e mani penso se ne vale veramente la pena.

Fa male pensare.
Alzo gli occhi al cielo e non ho dubbi...

Colazione con pasta fredda, caffè e WC e via in zona cambio.


Preparo la bici, la bacio, mi sistemo la muta e mi avvio verso a partenza.

Mi posizione sul blocco di quelli che dovrebbero metterci meno di 1 ora e 14'.

06:25 partono i PRO


06:30 partiamo tutti


NOTA la partenza è su una spiaggia di ciotoli, un giro da 2k, uscita dall'acqua sempre su spiaggia di ciotoli, 1,8km e si arriva.

La spiaggia di ciotoli è veramente devastante e pericolosa. Appena partiti c'avrò messo due minuti prima di tuffarmi per paura di spezzarmi qualche dito.

Il nuoto non è andato malissimo, alla fine un decorosissimo 1:12:06.


Cambio discreto ma non velocissimo 00:06:37 e via in bici.


Che dire del percorso in bici? Veramente bellissimo e "nelle mie corde", salite lunghe ma pedalabili.

La salita di 20km me la sono proprio goduta, mi è piaciuta un sacco.
La prima discesa era abbastanza semplice e veloce mentre, nella seconda parte del percorso, l'ultima discesa era un po' più pericolosa perchè piena di buche e curve a gomito.

Percorso comunque ben segnalato e i punti pericolosi erano gestiti ottimamente.


Dicevo...alla fine la bici non l'ho patita più di tanto....probabilmente senza il dolore al piede e con almeno il doppio dei km in allenamento avrei fatto molto di più.


NOTA per chi mi avesse visto pedalare in salita praticamente sempre in piedi e con tutto il peso sul manubrio è perchè il piede mi faceva malissimo se spingevo da seduto ergo potevo SOLO tirare da in piedi con la gamba destra :-(



Finisco il giro in bici con un decorosissimo 06:24:24.

Con quel percorso, con 4000 km di allenamento e con una metatarsalgia in atto era il massimo per me.

E ora comincia la sfida.

Scendo dalla bike e mi avvio in zona cambio.

Dolorissimo al piede....mi ricorda molto il mio primo IM quando mi ruppi le dita del piede.


Cambio in 00:03:44 e parto per la maratona.


Qua non c'è molto da dire...solo dolore.


Non ero stanco, non ero affaticato, stranamente ero anche molto lucido.


Avevo solo un fottutissimo coltello sopra e sotto al piede destro che ogni volta che provavo ad appoggiare il piede a terra o provavo a spingere in dietro si rigirava nei tendini.


Il dolore fortifica L'ironman....qualcuno una volta mi ha detto.


Stringo i denti e vado avanti.


Corro come una papera, il piede destro non rulla e non spinge indietro....semplicemente lo sposto di lato...come se stessi pattinando.

Fa tutto la gamba sinistra!

Il primo giro lo faccio in 57'.

La mezza la faccio in meno di due ore.

Verso il 25km la morte...il piede cominci a pulsare e la scarpa mi sembra di tre numeri più piccola.

Mi fermo e provo ad allentare un po' i lacci e ricomincio a corricchiare.

Niente da fare.


6 e 30....7 ....7 e 30....8 minuti al km.


Al 28km la mia mente cede.


Cammino per un paio di km.


Penso che ormai non c'è più nulla da fare e che il massimo l'avevo fatto. Contro una "malattia" non si combatte.


Al 29km trovo chi mi da la forza di provare, con un tifo meraviglioso e con una sferzata di ottimismo.


"Dai sù!!!! NON CAMMINARE ORMAI MANCANO SOLO 10 KM!!!! DAI CE LA FAI....DAI SEI UN IRONMAN!!!!!"


Non è vero che contro una malattia NON si può combattere...penso a mio papà...mi vengono i lacrimoni e riparto.


Gli ultimi 12 km li ho corsi (per così dire) tutti tranne per un paio di pause pipì (NOTA in bici 3 pause pipì e a piedi 5 pause pipì!!!! mai fatte così tante in un IRONMAN).


35esimo km passato.

38esimo km passato.
40esimo km passato...e il mio garmin mi dice ancora 6 e 20 al km.

42esimo km e entro nella finish line.


Quei 195 metri di tappeto blu che ti fanno capire che hai fatto una cosa speciale.

Una valanga di sensazioni ti invadono la testa.
Pensi ad un sacco di cose e a nessuna.
Pensi a chi ti ha dato la forza di arrivare alla fine, pensi al tuo dolore che non è nulla a confronto di chi sta male veramente, pensi che se TU sei arrivato alla fine con un allenamento NULLO allora QUALSIASI cosa al mondo può essere fatta se solo ci si mette l'impegno e la buona volontà....
Pensi a tutto e a nulla contemporaneamente.

Passo sotto l'arco dell'arrivo e appoggio le mani sulle ginocchia e respiro.

Non sono in affanno ma mi viene da piangere pensando a quanto male ho avuto per almeno 11 ore.

Non piango perchè sono un IRONMAN e mi godo la mia benedetta medaglia.


Esco dalla zona arrivo e il primo cane che mi trovo davanti me lo coccolo per una decina di minuti, con la padrona che mi guarda stravolta.

Avrà pensato "sto qua ha finito l'IM e non ha nulla di meglio da fare?!?!"
Non puoi capire donna... :-) IO SI :-)


Anche questa esperienza è andata.

Forse l'ironman più sofferto di tutti quelli che ho fatto.
Se non altro è stato un travaglio anche PRIMA dell'ironman perchè mai sono arrivato ad una gara così moralmente a pezzi.

Ringrazio di cuore chi mi ha sostenuto in tutto questo periodo e chi, con la forza delle parole e sapendo come e cosa dirmi nei momenti di devastazione morale, è riuscito a farmi arrivare alla fine di questa splendida gara.


GRAZIE, un po' del mio IRONMAN è anche vostro


Che dire...a me è piaciuto molto! Ouff...ora mettimoci di buona lena e vediamo cosa abbiamo fatto a giugno:
  • Corsa: 15 All, 156 km, buono, in media.....
  • Bici corsa: 10 All, 380 km, ok...
  • Mtb: 2 All, 46 km, con catena rotta nell'ultimo giro...ah ah...
  • Escursione: 1 1000D+
  • 2 vie di roccia
Quindi i conti dicono 30 allenamenti in 30 giorni...così si fa! :-)

Allora eccomi alle prese con l'iscrizione alla Lake Garda Marathon...seguirà forse una recensione prossimamente, perciò restate in contatto! :-) ...purtroppo sono scemo e ho passato il termine utlimo per l'iscrizione a basso costo, mi è prioprio passata di mente e quindi mi piglio il prezzo maggiorato :-(

E poi, ti capita che un Cane Sciolto ti invia un link e ti obbliga a stare appeso con gli occhi al monitor per gustarti un video bellissimo del tipo:
http://vimeo.com/31158028
Girato in Islanda...

E mi si domanda...dobbiamo continuare a sognare?
A meeee?

"Che ne dici Gaston?"...<<beh direi che: "Tuttavia, se una vita si allontana, già un'altra si prepara: lassù, contornate di brina, le cime sono più belle, più attraenti e più allettanti che mai. L'autunno è il momento dei ricordi, però per l'alpinista è già il momento di prepararsi. Sotto molti punti di vista, un'ascensione è uno spazio da attraversare. Si sogna. Sognare, aspettare, è già essere in cammino.
 [...]
Scoprire, divenire, essere guida o marinaio? Sotto abiti differenti, gli uomini sono gli stessi. Sono ugualmente legati alle stelle e alle tempeste...">> G. Rebuffat - Gli Orizzonti Conquistati ...


mercoledì 20 giugno 2012

Settimana 11-17 Giugno

Dopo un periodo di silenzio eccoci di nuovo qui a commentare allenamenti e uscite varie.
Cominciamo con la settimana scorsa:
  • Corsa: 1 Mar 14, Mer 9, Gio 8
  • Bici da corsa: 30 
  • Escursione: 1000+
  • Via di roccia 400 mt V
Quindi la settimana è stata abbastanza proficua.

Questa notizia, invece, mi ha lasciato abbastanza sorpreso: www.gazzetta.it
Ciclismo: Armstrong escluso da 'Ironman'
(ANSA) - NIZZA (FRANCIA) - Primi effetti dell'azione avviata dall'Agenzia americana antidoping (Usada) nei confronti di Lance Armstrong. Lo statunitense non potra' partecipare alla 'Ironman di Nizza', gara di triathlon in programma il prossimo 24 giugno nella citta' francese. Lo ha reso noto il comitato organizzatore. ''Il regolamento della World triathlon corporation - ha detto l'addetto stampa della corsa - prevede che non possa partecipare alle competizioni un atleta sottoposto a indagine''.

Già...l'ironman..."che dono divino è l'immaginazione..."...
E poi si resta a bocca aperta, e di stucco davanti al pc...quando si cerca di informarsi su gare come questa. Si scoprono cose da brividi.
Ah! L'endurance! Secondo la mia opinione una gara diventa di endurance quando si smette di dare la priorità al tempo che ci si impiegherà e si da come priorità l'andare avanti stesso...ne risulta che una gara sarà di resistenza o di velocità in base al soggetto che si considera. Non so se sia corretto, ma una volta credevo che la maratona era uno sport di resistenza, poi ho sentito un atleta intervistato (non ricordo chi) che definiva la maratona una gara di velocità, perché in effetti si trattava "solo" di mantenere la velocità più alta per il maggior tempo possibile :-0 !! Allora quella che per me è una gara di resistenza per alcuni altri può essere una gara di velocità...e viceversa...ovviamente alcune gare sono di velocità per tutti credo (es 100 mt). Boh ma forse non è corretto dire così perché forse la definizione vera di gara di resistenza e di velocità si basa su considerazioni molto più profonde...ma chissenefrega, questa è la mia.
Ne viene fuori che l'endurance è così definito:
Endurance (also called Sufferance, Stamina, Resilience, or Durability) is the ability for a human or animal to exert itself and remain active for a long period of time, as well as its ability to resist, withstand, recover from, and have immunity to trauma, wounds, or fatigue. In humans, it is usually used in aerobic or anaerobic exercise. The definition of 'long' varies according to the type of exertion - minutes for high intensity anaerobic exercise, hours or days for low intensity aerobic exercise. (FONTE: WiKI)
Che è una definizione che mi fa impazzire perché accomuna animali e uomini...bestie tutti quanti!
E come non considerare super esseri viventi coloro i quali si sottopongono a:
Endurance sports: are a subset of sports in which the goal is prolonged athletic output over an extended distance or for an extended period of time. They are very aerobic by nature.

Beh...volete rimanere a bocca asciutta? Questa pagina fa per voi: en.wikipedia.org !!
IO mi ci sono perso dentro, ci sono imprese che non riesco neanche a immaginarmi..
Hitting the wall!! Ed ognuno ha il prorpio modo di esprimersi...ma robe da matti: e si imparano altri termini, come UltraMan (http://en.wikipedia.org/wiki/Ultraman_%28endurance_challenge%29) ma poi doppio IronMan, Penta IronMan, Deca IronMan...e lascio ad ognuno capire di cosa si tratta! UltraTriathlon... (http://it.wikipedia.org/wiki/Ultra-triathlon)...soccombo alla vista di queste incredibili imprese! E poi? Giri in barca a vela attorno al mondo, gare di parapendio e connubio con sky running, canoa e mtb, corse in ambienti estremi...non si può restare indifferenti...e allora la mente se ne va...verso allenamenti sempre più duri, per un giorno arrivare, forse...all'impresa dei sogni...una sola o seguita da altre cento.magari no, ma fose si. E quel forse ci tiene in vita. La mente va e il cuore pure.



"Ed io rido del mio cuore...e faccio la sua volontà".

JMBReRe