«En redescendant, le cœur léger, je sifflote gaiement. Je viens de gagner le ticket pour le cap Horn, l’Amazonie… Ah ! Connaître l’enfer vert, la chaleur suffocante, les moustiques, les papillons aux ailes moirées, manger de la soupe de perroquet Ara, de la queue de caïman, avaler des larves gluantes, découvrir les mers du sud, entendre rugir le vent des quarantièmes, entendre hurler celui des cinquantièmes en doublant le cap Horn, siffler le dauphins qui dansent au clair de lune, apercevoir les glaciers qui brillent au fond des fjords ! Je veux vivre à en crever…»
JMB

domenica 20 gennaio 2019

Una questione di cuore (1 di 2)

Negli ultimi tempi, diciamo quasi due anni, la mia attività fisica si è ridotta di molto. Una delle cause è stata la mia avventura assieme alla fibrillazione atriale (o FA per gli amici italiani o AF per gli amici inglesi). Con questo post sicuramente non vorrei mettermi nella condizione di chi dispensa consigli, ma solo nella condizione di chi condivide la propria esperienza. Ho appreso che "là fuori" sono molti gli appassionati di vario livello che sono affetti da diverse forme di aritmia, e quindi ho pensato che magari qualcuno potrebbe essere tranquillizzato se legge come sono andate le cose per qualcun altro. FA mi è stata diagnosticata ormai più di un anno fa, ma ho voluto aspettare che le cose si sistemassero per poter tracciare la traiettoria completa ed esaustiva della mia storia.  

Capitolo 1: Riconoscere di avere un problema

Anche gli alcolisti anonimi lo dicono: il primo passo è riconoscere di avere un problema. I primi episodi di aritmia AF mi sono comparsi diversi anni fa. Mi ricordo alcuni episodi vecchi di 8 anni, nei momenti in cui ero molto rilassato, per esempio la mattina a letto. Per gli anni successivi ho sempre svolto con regolarità attività fisica (questo blog in qualche modo può dare l'idea a qualcuno dall'esterno del volume di attività di cui sto parlando e di come questa oscillava negli anni e nei mesi, così da avere un parametro di confronto). Ogni anno ho partecipato a qualche gara (sempre sport di endurance) e quindi mi sottoponevo alla visita "per il rilascio del certificato medico per attività agonistica". Direi che quasi regolarmente, ogni anno, riportavo al medico dello sport il mio problema, ma ogni anno mi veniva rilasciato il certificato e le mie aritmie venivano appellate con il termine "benigne". Tutto ok quindi: libero accesso al circuito gare e al negozio di caramelle più bello del mondo! Il tutto era accompagnato da un ritmo di battito cardiaco (HR per gli amici) a riposo di circa 40 battiti al minuto, stavo alla grandissima. 
Con il passare degli anni gli episodi di aritmia sono aumentati. Sorpassati i 32 anni di età gli episodi sono comparsi durante gli allenamenti. Mi ricordo che i primi sintomi durante l'attività sono comparsi nei primi minuti delle sessioni di corsa e, in particolare, dopo la prima fase di riscaldamento, dove mi fermavo un attimo prima di cominciare con la serie di lavoro ad alta intensità. Scaricavo i dati su Gramin connect e i grafici di HR impazzivano, c'era sicuramente qualcosa che non andava. Quello che prima mi faceva battere il cuore fuori dal beat saltuariamente e in condizioni di riposo (magari il mattino dopo una cena esauriente o nei periodi di maggiore stress e caffeina) si stava trasformando in un fastidioso visitatore che veniva a trovarmi durante i miei allenamenti più belli. Percepivo le AF come momenti in cui il cuore "non ci stava dietro". Faceva qual che poteva per farmi recuperare in fretta, ma era come se facesse fatica a tornare al suo ritmo di riposo in modo efficiente. 
Con il passare dei mesi la situazione non migliorava. AF cominciarono a comparire anche nei momenti peggiori: in piscina durante il mio allenamento ad alta intensità tra un bout e l'altro avevo episodi che mi facevano mancare il respiro. Una volta mi fecero anche bere dell'acqua. Mesi dopo cominciarono a comparire AF anche durante i miei giri in bici. Con l'inizio del 2017 il problema era diventato innegabile: non ero più tranquillo di allenarmi con le mie AF "benigne". Volevo capire come fare per togliermi il problema e qualcuno mi doveva aiutare. AF erano diventate un problema e io non potevo non riconoscerlo. 
Mi sono affidato ad un grande amico e grande medico (SS). Medico dello sport con un master di secondo livello in cardiologia e con una grande passione per gli sport di endurance (ha un PB in maratona di 2:56 alla maratona di Atene). Lui mi ha sottoposto ad una prova da sforzo che prevedeva due rampe più o meno veloci (riporto i risultati sotto). La presenza di qualche meccanismo strano era innegabile. 
   
In questo grafico è possibile osservare molto bene come il cardiofreqenzimetro aveva molte difficoltà nel monitorare la mia HR durante il recupero dalla prova da sforzo. In nero è possibile distinguere la potenza erogata in Watt (non tanta, lo so) e in rosso il battito cardiaco (HR). Le frecce azzurre indicano proprio le fasi di recupero e la comparsa delle palpitazioni a-ritmiche. 


Capitolo 2: Visualizzare il problema

Il problema quindi esisteva. Il mio nuovo medico dello sport non mi avrebbe firmato il certificato medico per l'attività agonistica. Il triathlon sprint Ledroman di luglio sarebbe stata la mia ultima occasione. Poi avrei dovuto affrontare le FA. Parlare col medico mi rassicurava molto. Potevo fare sforzi in modo più tranquillo: sapevo che avrei dovuto sottopormi alle cure durante l'autunno ma che nel frattempo avrei potuto sparare fuori delle cartucce. Ma poi? Ledroman era immancabile e poi alle porte c'era l'estate...come rinunciare agli allenamenti estivi? Quali erano le possibili soluzioni? Come togliere il problema? 
Dovevamo prima visualizzare e classificare il problema. L'iter era abbastanza chiaro: prima elettrocardiogramma, poi Holter 24h, poi risonanza magnetica, ecocardio e, cosa ancora più importante, visita specialistica dall'aritmologo. RM ed ecocardio ci hanno aiutato ad escludere difetti strutturali. L'elettrocardiogramma confermava che la bradicardia persisteva, e che le mie aritmie benigne però mi esponevano a problemi di coaugulo. 
I risultati dell'Holter erano però imbarazzanti: durante le 24 h in cui ho vestito il dispositivo ho fatto un po' di tutto, e mi sono anche allenato con un bell'intervallato 4x4. Il referto parlava da se: 33 battiti al minuto frequenza minima (durante la notte), 233 la frequenza massima (durante l'allenamento). Il problema a questo punto non lo avevo solamente diagnosticato oppure riconosciuto, ma ce l'avevo pure li tra le mani, in quel plico di fogli ritirato alla segreteria dell'ospedale. 

FINE PRIMA PARTE


Informazioni reperibili

Il libro Haywire heart mi è stato consigliato (velopress.com/books/the-haywire-heart/), ma non l'ho ancora affrontato. Molto interessante mi è sembrato il podcast su Velonews (in inglese) (velonews.com/podcast).

Wiki (panoramica non certificata) (it.wikipedia.org) dove per la prima volta ho letto che la FA è potenzialmente legata ad attività fisica vigorosa e prolungata.

Ciclismo (eurheartj)
Funzione ad U tra tempo di esercizio intenso ad FA - Le 2000 h (academic.oup.com/europace)
Parametri di confronto per curiosi

Al momento in cui scrivo questo post ho 34 anni. 183 di altezza e peso tra 74 (alta stagione) a 78 (bassa stagione). Il mio VO2max è oscillato tra 53 pro chilo a 55 prochilo negli ultimi anni. Attualmente la mia VT1 (o soglia aerobica) è a 67% del VO2max (147 di HR) mentre la mia VT2 (o soglia anaerobica) è all'85% del mio VO2max (170 di HR). I PB sono circa: 5:30 nel 70.30, 1h:19' nello sprint e 11h:19' nell'IM (tutte distanze triathlon), poi 3h:11' nella maratona e 1h:30' nella mezza maratona (registrato però al 70.3 di Jona), ho 3h:00' nella dolomiti skyrace e 3h:00 nella salita al Petit Mont Blanc dalla Val Veny (2000 metri di dislivello positivo). Per il carico di allenamento degli ultimi anni (fino al 2016 circa) c'è tutto il sito da guardare (oppure le somme tirate a fine annata sulla spalla dx).

Spero di poter scrivere presto la seconda e ultima parte dell'avventura FA.

JMBReRe