«En redescendant, le cœur léger, je sifflote gaiement. Je viens de gagner le ticket pour le cap Horn, l’Amazonie… Ah ! Connaître l’enfer vert, la chaleur suffocante, les moustiques, les papillons aux ailes moirées, manger de la soupe de perroquet Ara, de la queue de caïman, avaler des larves gluantes, découvrir les mers du sud, entendre rugir le vent des quarantièmes, entendre hurler celui des cinquantièmes en doublant le cap Horn, siffler le dauphins qui dansent au clair de lune, apercevoir les glaciers qui brillent au fond des fjords ! Je veux vivre à en crever…»
JMB

martedì 6 novembre 2018

Si direbbero mani forti, non ti sembra?

Si direbbero delle mani grandi e forti, non ti sembra?
Ho sempre creduto che lo fossero.
I miei piccoli amici, l’omino con la lumaca da corsa, il maghetto con il suo pipistrello rimbambito, non sono riuscito a trattenerli.
Il Nulla me li ha strappati...

"Si direbbero delle mani grandi e forti, non ti sembra?
Ho sempre creduto che lo fossero.
I miei piccoli amici, l’omino con la lumaca da corsa, il maghetto con il suo pipistrello rimbambito, non sono riuscito a trattenerli.
Il Nulla me li ha strappati dalle mani.
Ho fallito."
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"No, io ho fallito."

Suvvia, il Nulla di Fantasia distrugge i sogni di Bastian, ma può benissimo essere quello di tutti noi.
Il Nulla da quale siamo venuti e il Nulla al quale siamo destinati, direbbe Blaise Pascal. Il Nulla che fluisce e porta via tutto ciò che trova. Una pietra alla volta, un istante alla volta. In un attimo, da un giorno all'altro e senza accorgerci, facendoci passare dal dire "un giorno farò così" al dire "è andata così". Piano piano, per tante cose della vita, fino a che possiamo dire "un giorno farò così" per poche cose solamente. E' possibile afferrare questa transizione? E' possibile, per un attimo, invertirla? In che momento accade? E' possibile afferrare questo momento?

Ogni giorno queste sono le domande che ci poniamo. In altre parole stiamo cercando delle buone ragioni per non essere angosciati a pensare al passare del tempo. Qualcuno ha qualcosa da dire a riguardo? Miei pensieri sparsi a seguire. .  .

Afferrare quel frammento di tempo è il miglior modo per osservarlo e infine studiarlo, come si fa con un sassetto raccolto sulla riva di un lago. Per farne cosa poi? Beh, cosa ve ne fate di un sassetto curioso che avete raccolto sulla riva di un lago? Ci giocherellate con le mani? Lo scrutate da vicino per vedere come le sue piccole concrezioni catturano e rifrangono la luce del sole? Lo tirate in acqua per sentire un gluck perché avete bisogno di rilassarvi? Lo tirate in acqua per farlo rimbalzare sulla superficie perché vorreste essere come un sasso che rimbalza sulla superficie dei vostri problemi? Oppure ve lo mettete in tasca tutti fieri?

Il ricordo sensoriale, diceva Marcel Proust addentando la madeleine o inciampando all'indietro sui gradini di Piazza San Marco. "La lotta verso la cima", dice Albert Camus pensando a Sisifo felice, che "tutto è bene", da Voltaire in giù. L'estasi del vivere il momento presente, dice David Thoreau, "rapito in fantasticherie" di fronte alla sua capanna. La "filosofia" e il "filosofeggiare" dice Lucio Seneca. In qualunque modo la mettiamo, i più grandi sognatori di ogni epoca hanno proprio cercato di afferrare questo scorrere e non hanno potuto fare altro che raccoglierne un frammento e sintetizzarlo nella loro idea. Un frammento di tempo, il nostro momento fermo. Invariabile, finalmente, e definitivo. 

E quando si sente avanzare quel Nulla nella vita, quando si sente che le giornate passano e così anche le nostre pietre volano, ti assale quella voglia di afferrare quel momento che sfugge, trattenerlo, per poi studiarlo, o per poi annientarlo. Per goderlo, per giocherellarci con le mani, per osservarne le concrezioni e come queste deviano la nostra luce vitale. Per metterselo in tasca. Per lanciarlo, dall'alto, dal basso o di taglio. Per lasciarlo cadere, e "partecipare alla ridda delle stelle" come diceva Herman Hesse. "Partecipare"...

Mi basta uscire là fuori, stasera. Una corsa di mezz'ora, solo mezz'ora basta. Una corsa al buio sotto la pioggia, da padrone del mio tempo. Ho lasciato un lembo di pelle libera in questa fresca e umida serata. Un lembo di pelle, come un lembo di cielo, per far passare la pioggia. E quella sensazione di poter vivere per sempre, eccola li presente.

E questo sassetto curioso stasera, grande come un granello di sabbia, nel palmo della mia mano brilla più di mille stelle.

E se l'imperatrice avrà bisogno di un nuovo nome glielo daremo. Anche oggi ammazzo Gmork, ribattezzo l'imperatrice. Grida ragazzo. Corri Mordiroccia corri! Recuperami quelle pietre. Non lasciarle andare via.

"Si direbbero delle mani forti."

JMBReRe