«En redescendant, le cœur léger, je sifflote gaiement. Je viens de gagner le ticket pour le cap Horn, l’Amazonie… Ah ! Connaître l’enfer vert, la chaleur suffocante, les moustiques, les papillons aux ailes moirées, manger de la soupe de perroquet Ara, de la queue de caïman, avaler des larves gluantes, découvrir les mers du sud, entendre rugir le vent des quarantièmes, entendre hurler celui des cinquantièmes en doublant le cap Horn, siffler le dauphins qui dansent au clair de lune, apercevoir les glaciers qui brillent au fond des fjords ! Je veux vivre à en crever…»
JMB

martedì 31 dicembre 2013

Auguri

Per l'anno che arriva, ti auguro la montagna. Ti auguro di riposare presso alti laghi. Di svegliarti con l'odore della legna bruciata del fuoco da bivacco. Di lavarti la faccia dalla condensa e di lavare le stoviglie con la ghiaia.
Ti auguro di arrampicare duro. Ma divertendoti.
E sentire le vampate di calore mentre precipiti nel tuo imbrago sperando che la corda tenga. Che gli ancoraggi tengano, che il tuo compagno tenga. Risolvere questo problema di fiducia non appena sei fermo, non appena prima di gridare. Appena prima di capire che quella catena di fiducia non ha tradito e che è tornata a te, per darti un momento speciale, per darti una frustata che ti fa capire quanto è bello essere vivi ed essere li per capirlo una volta in più.
Di avere le mani sbucciate da nascondere nelle tasche quando tenti di esser serio. Di gettare la testa tra le mani per lo sforzo, mentre inali l'odore della roccia, di zinco, zolfo e ferro.
Ti auguro di avere la faccia infangata dopo un giro in mtb. Ti auguro di bucare, rompere la catena, imprecare... Osservare i denti mangiati dalla catena, i raggi rotti per le sporgenze rocciose. Appogiare il piede e fermare tutto di colpo, mentre per inerzia tutto il resto ti passa davanti. Rami, tronchi, fogliame. Fermarsi per ripartire. Rifiatare per riposare. Ansimare per non soccombere. Tornare ad agire per imparare, che rialzarsi è duro ma fondamentale.
Di correre sotto i temporali e sentire tuoni che ti sembra possano crepare il cielo. Abbassare la testa come correndo sotto un fuoco di fila. Riparandoti come non sai eanche tu, sotto un'idea, sotto la speranza che i coraggiosi sono cari agli dei. O cose del genere. O degenere delle cose. Prima di tornare a casa. Tornare a casa non per stenderti, ma per tornare anche solo a sperare un giorno di poter stenderti... Al sole magari, e svolazzare fresco al vento come un lenzuolo appena lavato, in una mattina di primavera.
Ti auguro giornate fredde. Ti auguro il male alle mani da gelo e il formicolio della circolazione che stenta a partire. Ti auguro neve polverosa, di quella che si incrosta sulla tavola o sugli sci, sotto gli attacchi, e che in macchina si scioglie, così quando sei a casa e apri il baule della macchina ritrovi le gocce d'acqua come l'ultimo residuo tangibile di una giornata meravigliosa.
Ti auguro male alle gambe e odore del cloro nelle mani. Il lunedì mattina. Già, il lunedì mattina. Quando la testa tra le nuvole che riprecipita al suolo di colpo per farti ragionare, ti fa sentire la differenza tra progetto e sogno. Perché i pensieri tu li possa anche indirizzare nel tuo lavoro, perché nessuna intelligenza è tale se non applicata.

Ma ti auguro soprattutto di ricordarti che in mezzo a tutto questo ci sono momenti non meno importati. Che collegano silenziosi con fili intricatissimi tutto questo drappo. Momenti in cui è necessario costruire. Momenti di duro lavoro che non ti ripagano istantaneamente. Secondo me però, ora e adesso e domani, il duro lavoro ripaga sempre. Se non ti ripaga istantaneamente lo farà dopo. Se non vedi il debito saldato, guarda meglio o aspetta. E, soprattutto, se non ripaga per gli altri fa in modo che ripaghi per te. Conceditelo, sempre.
Conceditelo di non aver voglia di allenarti, anche se poi ci vai lo stesso. Ti assicuro che saranno di più le volte che ringrazierai di esser uscito una volta in più, di quelle in cui, sciegliendo la soluzione più comoda, ti compiaccerai sereno di aver fatto la cosa giusta.

Ti auguro di scendere di corsa dai boschi al tramonto, mentre il sole filtra rosso tra i rami. Ti auguro di inciampare. Di perdere la strada maestra per poi tornare a casa trovando un sentiero selvatico. Ti auguro di sentire i rami della foresta che tendono il loro estremo dito per accarezzarti. Strusciarti contro le siepi e bagnarti con la rugiada. Sentire il conforto dell'essere tutt'uno con l'ambiente. Sentire fatiche assurde, mentre il corpo che si stacca da te comincia a volare e ti guarda da sopra. Alzare la testa e sperare. Abbassare lo sguardo e riflettere. Guardarsi da fuori per confrontarsi, guardarsi da dentro per conoscersi. 
"Che la vita non è fatta per essere protetta o conservata, ma è fatta per essere vissuta ed esplorata."

Buon anno.

Settimana 2-8 Dic:
  • Corsa: 5 all: mar 8, mer 10, ven 10, sab 10, dom 10; 
  • Via alp: 1 sab; 
  • Secco: 1 gio; 
  • Nuoto: 1 gio; 
Settimana 9-15 Scarico:
  • Via alp: 1; 
  • Corsa: 25 e 8 con D+; 
  • Secco 1; 
  • Nuoto: 1; 
Settimana 16-22 Dic:
  • Corsa: 6 all: 8 lun, 10 mar, 10 mer, 9 ven, 10 sab, 13 dom; 
  • Nuoto: 2; 
  • Secco: 2; 
Settimana 23-29 Dic:
  • Corsa 4 all: mar 10, mer 10, sab 11, dom 12; 
  • Nuoto: 2 all, Lun e sab; 
  • Ven Uscita Freeride ;-) 
  • Secco: 2 lun e sab; 
Dicembre 2013 conta:
  • Corsa: 20 all, 232 km ?? 
  • Via alp: 2; 
  • Secco: 7 all; 
  • Nuoto 7 all; 
Dicembre 2012 conta:
  • Corsa: 20 all: 214 km; 
  • Mtb: 1 all, 40 km; 
  • Scialp: 2: 1000 e 1100 D+; 
  • Secco: 1; (che merda!) 
L'anno 2013 conta:
CORSA
  • Sessioni: 196
  • Km: 2307
BICI-CORSA
  • Sessioni: 49
  • Km: 2276
BICI-MtB
  • Sessioni: 8
  • Km: 260
NUOTO
  • Sessioni: 34
ARRAMPICATA
  • Uscite falesia: 6
  • Uscite vie alp: 6
SNOWBORDALP
  • Gite: 11
  • Dislivello attivo: 8800
ESC-ALP
  • Gite: 4
  • Dislivello attivo: 2500
SECCO-PESI
  • Allenamenti: 24
L'anno scorso cosa diceva il mio alterego?? Vediamo:
Questo è tutto. Il post è stringato. Non me la sento di fare proclami per il 2013. Ormai i 2000 km annuali di corsa sono alla portata. Ho corso 174 volte nel 2012 e non ho superato i 1800 km annuali. Ma le gambe ci sono e gli allenamenti sono sempre più lunghi e interessanti. Non mi va di darmi limiti ma allo stesso tempo non voglio barriere troppo alte che rischio di non superare. Certo che il nuoto va ripreso e la bici va curata nei lunghi. Mi sono allenato più o meno 330 volte quest'anno tra una specialità e l'altra. Significa 35 giorni di riposo assoluto nell'anno trascorso. Quest'anno mi piacerebbe arrivare a 365 allenamenti. 
Non ho rivali, se non me stesso. E' cominciata la rincorsa e so di non poter mollare nulla!

Nel 2013 volevo fare almeno 2013 km di corsa, ce l'ho fatta. Non ho fatto 365 allenamenti in tutto, ma 338. La bici NON ha raggiunto i 5000 km annuali e mi dispiace molto, ma il nuoto è tornato ad occupare le grigie serate di autunno e ne sono lieto: 34 sessioni di nuoto mi gustano. Mtb messa un po' da parte, arrampicata anche, ma con vie di grande soddisfazione. Lo stesso valga per la corsa con dislivello e l'escursionismo. Per le scialpinistiche, beh, siamo sempre sul chi vive e sappiamo bene che ogni anno ci si migliora sempre. Cosa proclamiamo per il 2014? Venghino signori venghino...allora: corsa bene 2000 km possono andare, ma vorrei molto curare di più il dislivello, quest'anno nel calendario lo metto oltre al chilometraggio. Bici: ormai è anni che lo dico: 5000 km minimo! Seh va beh. Nuoto: 2 allenamenti a settimana minimo + acque libere da aprile (non vedo l'ora). Gare: 70.3 di Jona, IM di Zurigo, Maratona di Vienna, Trail dell'Orsa. Gare non in calendario ma che ci piacerebbe fare: Transvulcania, IM di Nizza, KIMA. Capacità da raggiungere: 7a a vista (AHAHHAHAHAHA! Che ridere), 4 passi dolomitici prima in bici e poi a piedi, saper correre + di 100 km di fila, saper correre + di 100 km di fila con 5000 mt di dislivello, nord della marmolada, nord della presanella, nord del GP.... il resto sono sogni proibiti....

Oppure può anche essere che non faremo nulla di tutto ciò. Forse cuoceremo broccoli e stiveremo barattoli di marmellate e salse fatte in casa. Sarà ugualmente fantastico. 

Ciao

JMBReRe

sabato 7 dicembre 2013

La buonanotte del tempo (+ novembre)

Una delle frasi che mi ha sempre fatto un effetto stranissimo è questa: [...] "ho sciupato il tempo ed ora il tempo sciupa me" [...] (dal Riccardo III, beninteso...). E' la frase più inquietante che conosca. Ma non siamo qui per parlare di questo.

L'altra sera ho fatto una corsa. Era tardi. Era buio. Era freddo.
Ogni volta che c'è freddo succede una bella cosa. Parto infreddolito e con molta voglia di ritornare al calduccio della casa da dove sono appena uscito. In questi casi il freddo mi toglie la voglia di fare, mi fa desistere, mi fa tentennare e mi fa riconsiderare la decisione di allenarmi. Mi sciupa. Sciupa me e la mia voglia di fare. Mi spreca, o perlomeno cerca di farlo.

Ma ecco che col passare dei minuti il corpo comincia a scaldare e viene pervaso da un bel tepore. Perfino l'aria sembra diventare più calda e il processo non si ferma. L'alito che appare al ritmo del respiro sottoforma di nuvola bianca, invece di apparirmi come il pauroso e bianco spettro del freddo che mi affligge all'inizio di una corsa al buio, ora mi appare nel momento della rivalsa e del conforto come rosso messaggero del mio nuovo caldo nucleo. Questo nuovo calore mi regala nuove energie. Mi fa accelerare, mi restituisce la voglia di fare. Mi apro persino il giacchino, mi toglo i guanti, abbasso lo scaldacollo e alzo lo sguardo. Ora sono io che sciupo il freddo. Lo spreco, o perlomeno cerco di farlo.

Torno a casa. Ambiente caldo. Doccia calda. Bevanda calda. Letto caldo. Mi appallottolo nelle coperte e tendo una sola mano verso l'interruttore della lampada del comodino, aspettando quei 5 secondi tipici che impiega l'ondata di sonno a colpirmi dopo le giornate senza fine. L'ondata di sonno porta con se una strana idea.... Il freddo mi aveva sciupato ed poi io avevo sciupato lui. Ero stato per il freddo ciò che l'età è per gli anni, ovvero il tempo.
Ma non è tutto.
Avevo sciupato il freddo, ma ora nel momento del ristoro godevo del calore che mi proteggeva: mi riposavo, perché nulla è per niente. Ed è più bello riposare se c'è quealcuno che ti dice buonanotte. Ed è più bello riposare se si è al caldo. Ed è più bello riposare se si sogna ....
E allora ho pensato: ma anche il tempo dopo che mi avrà sciupato se ne andrà a letto stanco? Godrà anche lui di una protezione, sorella del mio calore, che gli darà il conforto e la protezione di non dover più sentire il logorio dato dalla sensazione di qualcuno che lo sciupa? Allungherà anche lui la mano per spegnere la lampada sul comodino?

Chi darà la buonanotte al tempo?

Il tempo si sognerà di me?





JMBReRe


Allora ecco che devo fare la rendicontazione mensile. Ma prima giusto un paio di appunti preziosi per il diario:

Settimana 18-24 Nov:
  • Secco: 2 all (mar e gio)
  • Corsa: 2 all (10 mer, 30 sab)
  • Scialp: 1 da 1000 D+
Allora, siamo fermi con la bici per dolori al ginocchio. Avanti allora.

Settimana 25 Nov - 1 Dic
  • Secco: 2 all (L e G)
  • Nuoto: 2 all (L e G)
  • Corsa: 5 all (8 mar, 10 mer, 10 ven, 10 sab, 22 dom con 1000 D+)
Novembre insomma cosa conta? 
  • Corsa: 161 km per 14 all;
  • Bici: 130 km in 3 sedute;
  • Nuoto: 7 all;
  • Secco: 8 all;
  • Scialp: 2 1000 e 600 D+;
  • Esc: 1 da 500 D+ easy;
L'anno scorso, il 2012 invece? Novembre:
  • Corsa: 12 All, 146 km :-\ 
  • Bici corsa: 1 da 25 :-(
  • Secco-Pesi: 8 all ;-P
Ok, anche l'anno scorso la bici aveva ottenuto un rallentamento fatale.

lunedì 18 novembre 2013

Tuuuuu-tum! Tuuuuu-tum! Tuuuuu-tum!

1) Ho appreso una cosa poco tempo fa: ho saputo che il lupo comune ha un udito talmente fino che potrebbe sentire il battito del tuo cuore, se ti è un poco vicino...

2) A casa ho una porta di quelle senza molla. Capita a volte, ma solo a volte, che per chiuderla gli do una spinta così giusta che la porta con la sua inerzia finisce per chiudersi perfettamente e delicatamente senza sbattere.
Una mattina è successo che ho dato una spinta accurata e ho proseguito dritto ma fermandomi proprio sull'uscio. La porta mi è arrivata alle spalle e, con un piccolo colpo alla schiena mi ha spinto un poco in avanti.

Lo dico perché tempo fa, un pomeriggio ero andato a fare una corsa in montagna. Una solitaria classica, ma in cui riesco a spremermi per bene.
E se le condizioni sono favorevoli ci sono allenamenti in cui anche solo dopo 1000 metri di dislivello riesco a provare sensazioni che poi tornando a casa non ritrovo più. Sono sensazioni che restano sui pendii e sulle cime delle montagne, lassù: nascoste da qualche parte tra erba e rocce.

Toccare la croce della cima dopo un chilometro verticale a tutta è come toccare il fondo della piscina dopo una serie di ripetute estenuante. E' come toccare la maniglia della porta di casa dopo una dura giornata di lavoro.

Quel pomeriggio mi ero spremuto per bene in salita. Arrivato in cima ho voluto abbandonarmi sul terreno. Esausto.... Nessuno nel raggio di chilometri...

Mi sono gettato a terra a pancia in su, braccia aperte. Al di sopra di me solo limpido cielo. Ho chiuso gli occhi e attorno, in tutto quel buio, piccole e grandi bolle gialle si aprivano e scoppiavano senza far rumore, come lampi, come lucciole, come nebulose (Aggiunta postuma: forse si, se dovessi descrivere l'immagine, sembravano due feti gialli che ruotavano lenti, ecco, si...)...

E mentre il respiro rallentava e le gambe bruciavano ancora per l'acido lattico, nella gola quel sapore di succhi gastrici e nelle orecchie il soffio del vento: ero confuso. E nell'affanno, nella gioia della fatica, lo si sentiva chiaramente: tuuuuu-tum! tuuuuu-tum! tuuuuu-tum! Sempre più forte ...

Ma non capivo se quello che sentivo era il pulsare del mio cuore oppure qualcos'altro: il tumulto dei vulcani, il ribollire del granito, lo sbuffare degli stantuffi delle fornaci nelle falde, il rumore del battere sul ferro dei fabbri nel centro della terra, la voce della pietra o il canto della roccia, il confessarsi dei roditori che masticano, il galoppare dei camosci... in altre parole, quello che sentivo, poteva benissimo essere il battito del cuore della terra, che mi faceva sobbalzare, mi chimava e mi diceva:
"alzati che il cielo ti aspetta".
Si, che insomma, è un po' quello che penso ti dicano prima di nascere.

Infatti allora mi sono rialzato, ho indossato la ventina e ho aperto le ali per la discesa. La vista del sole che tramonta è come una porta che mi tocca la schiena e mi butta dentro la giornata. E' li che la strana sensazione pervade tutto il mio essere...La sensazione di rinascere.... Non non posso fare a meno di cacciare un urlo in quei casi e buttarmi a capofitto giù per i sentieri.

Succede così, a volte, lassù...

JMBReRe

Ok...

PS: Rimettiamo a posto il diario:

Settimana 21-27 ott:
  • Nuoto: 2 lun, gio;
  • Bici: 2 all, 30 e 80 ven, dom;
  • Corsa 4 all: 10 Mer, 10 Ven, 15 Sab, 10 Dom;
  • Mtb: 50 sab;
  • Secco_pesi:  2 all;
Settimana 28 ott-3 Nov:
  • Secco pesi: 2;
  • Nuoto: 2 all;
  • Corsa: 6 mar, 10 mer, 10 sab;
  • Scialp: 600 D+ Ven;
  • Pista Sab;
  • Bici: 25 dom;
Settimana 4-10 Nov:
  • Corsa: 6 mar, 10 mer, 10 ven, 10 dom;
  • Bici: 55 sab, 50 dom;
  • Secco: mar e gio;
  • Nuoto: gio;
Settimana 11-17 Nov:
  • Secco: 2 all, lun e gio;
  • Nuoto: 2 all: lun e gio;
  • Corsa: 10 mar, 10 ven, 15 sab;
  • Bici: 100 Sab;
  • Escurs: 500 d+;
Ottobre 2013 così conta:
  • Corsa: 18 all, 268 km;
  • Bici: 5 all: 290 km;
  • Nuoto: 9 all;
  • Secco: 5 all;
  • Mtb: 1 da 50...
Ottobre 2012 invece??
  • Corsa: 16 All, 245 km ... ehm... ok....; 
  • Bici: 8 All, 427 km; 
Diciamo che allora il 2013 è stato sia più vario che più intenso...avanti così...

Ciao....

venerdì 25 ottobre 2013

Guerra tra zeri

Perché guerra tra zeri...beh, questo è un post sulle probabilità su cui la vita si basa. Se a qualcuno da fastidio il fatto che ogni tanto parlo all'impersonale, ogni tanto in prima persona singolare e ogni tanto in prima persona plurale, sappia che scrivo e salto da una all'altra senza accorgermene e sinceramente non mi va di correggere le frasi....
Lancio una moneta: 0.5 di probabilità che venga testa. 0.25 di probabilità che venga testa due volte di fila.
3 volte di fila...0.125 ...4 volte 0.0625 ... 5 volte 0.03125 ...6 volte 0.015625
7 volte 0.007813 8 volte 0.003906 9 volte 0.001953 10 volte 0.000977 11 volte  0.000488 12 volte  0.000244 13 volte 0.000122 ....il numero di zeri ci sovrasta non  appena ci mettiamo a giocare coi numeri con cui gioca l'universo.
E' facile intuire che se dobbiamo giocare con tempi e spazi infinitamente grandi e infinitamente piccoli, si raggiunge ben presto una probabilità di ottenere la nostra realtà che sfiora una cifra ridicolamente vicina allo zero. La quantità comunque non sarebbe zero, perché almeno un esempio di realtà ce lo abbiamo ed è proprio davanti ai nostri occhi. La quantità di zeri da usare dopo la virgola è talmente grande da sembrare pura fantasia.
La crescita, l'evoluzione, l'adattamento, che sono le volontà della natura stessa di vivere, se ne sbattono delle probabilità. L'unica soluzione possibile, è quella azzeccata. Probabilità infinitamente piccole sono realizzate ogni singolo istante. Da quando c'è quella soluzione me ne accorgo, se non ci fosse non ci sarei neanche io e quindi non me ne potrei accorgere. Le cose accadono solo quando ne siamo testimoni. Al pari, ad esempio, dellle cose che vediamo solo quando le guardiamo.
La straordinaria dote dei pensanti è l'intelligenza e l'uso dell'intelligenza per non rendere passiva la crescita. L'uso dell'intelligenza è, cioè, la volontà di indirizzare una crescita, un addattamento, un miglioramento..
E' una guerra tra zeri, ma il più difficile è già stato fatto. Abbiamo pochi dadi da lanciare ancora. E' un bene averli, è un bene lanciarli. Certo, non tornano indietro....ma i giorni e il tempo me li tolgono dalle mani comunque. Il tempo non cambia il numero di facce nei dadi, cambia solo il numero di dadi che si possono lanciare. E credere nel caso e nel destino a parer mio non vuol dire credere nei dadi, ma proprio nel contrario. Vuol dire credere di non avere dadi da lanciare. Caso e probabilità sono due cose diverse. Una cosa che ha poche possibilità di uscita e poi riesce, non è un caso. La realtà non è un caso. E' solo una cosa poco porbabile, a parer mio. La volontà dell'uomo ruba i dadi al caso e se li mette nelle proprie mani.
La traiettoria che la mia realtà (cioè le circostanze di cui sarò testimone) mi farà compiere nello spazio delle possibilità, congiungerà due punti nel tempo su di una linea sottilissima: ovvero l'unica soluzione possibilie, istante per istante. L'unica soluzione da me testimoniabile e vivibile nella realtà, tra l'incalcolabilmente grande numero di possibilità offerte idealmente. Sono un equilibrista che si sposta su di un filo incredibilmente lungo, se si pensa a quanto è sottile: si perché concesso che il filo sia lungo una vita (almeno quello su cui cammino io) devo ammettere che è largo tanto il più piccolo frammento di tempo. Non il più piccolo frammento di tempo misurabile. Ne il più piccolo frammento di tempo concepibile. Ma il più piccolo frammento di tempo concessoci, ovvero la più piccola quantità di tempo che determina un cambiamento. Questo cambiamento è talmente piccolo che è adimensionale, avolumico, fuori dallo spazio e dall'umana concezione. Semplicemente non mi è dato di dargli un posto e di datarlo, cioè di individuarlo nella realtà, ma neanche di concepirlo, cioè di individuarlo nella mente...Come se la mia testa avesse una risoluzione troppo grossolana per un pensiero così fine, al pari dei nostri occhi, che hanno risoluzione troppo grossolana per determinare la distanza tra due punti attaccatissimi disegnati su un foglio. Allora se si accetta questo, posso dire che il caos o il caso è responsabile delle realtà che si realizzano e che hanno una probabilità che va al di sotto della nostra risoluzione mentale. In questo caso lo accetterei.
E, se dovessimo tener conto di tutto, penso che le possibilità sono sparse su una superficie infinita, un pavimento: ridotto ad una linea insondabile non appena si muove un passo, non appena si formula un pensiero...non appena si è soggetti a cambiamenti.. Questa linea collega ininterrottamente i punti su cui camminiamo e creano il nostro percorso, ovvero l'unica soluzione vivibile, perché è l'unica testimoniabile. La sola scelta possibile, quindi, è dettata dal mio incedere, e riduce l'infinità di soluzioni possibili ad un unica linea e allo stesso tempo fa sprofondare il pavimento dietro di me nel buio senza fine delle possibilità non vissute, separando, cioè, il passato dal futuro. Le possibilità non vissute e sprofondate nel passato sono accessibili dopo il nostro passaggio soltanto tramite l'immaginazione, e il loro accesso ci è negato nella realtà. Ma non solo, perché le possibilità negateci dal tempo che passa sono accessibili soltanto alla mente, ma anche solo attorno alla stretta cerchia che sta vicino alla linea che abbiamo tracciato, quasi fosse un'aura, una luce che avvolge il percorso deciso. E visto che possiamo vedere solo nella luce, le possibilità perse sembrano poca cosa rispetto a ciò che si ha davanti.
Sono un equilibrista senza vertigini, perché non ho paura di cadere: nella mia testa sto camminando su un pavimento, è solo guardando indietro che capisco quanto precario ero, sulla passerella a picco sul baratro. Quasi a dire: ci vuol coraggio a vivere...ma lo si fa senza rendersene conto... Ma d'altronde, non è l'altezza che da la paura di cadere, ma la suggestione e la precarietà della situazione. E allora mi sento sicuro se cammino su di un pavimento e sento una mano amica appoggiata sulla spalla......

Dadi che mi escono dalle tasche, pavimenti che crollano, pare che il tempo stia riducendo i miei zeri. Passo dopo passo mi dirigo in quel punto dove il pavimento crolla anche davanti ai miei occhi e non dietro ai miei passi, ma proprio sotto i miei piedi...

Bella storia....

Guerra tra zeri quindi..... Io ho scritto, tu hai letto. Che probabilità c'era? Incalcolabilmente piccola. Ma è successo. La prossima volta faremo dell'altro, probabilmente.

NB: Settimana 14-20 ott

  • Corsa: 5 mar, 10 mer matt, 10 mer sera; :-(
  • Bici: 40 ven, 130 dom;
  • Nuoto: 1 lun, 1 gio;
  • Secco: 1 Gio;
Ciao

JMBReRe



domenica 13 ottobre 2013

Viva la Vida e il giorno di Colombo (+Settembre 2013)

Il giorno di Colombo, ovvero: come Viva la Vida mi ha ricordato la forza delle idee, nel giorno della maratona. Lo so, dovevo pubblicare questo post ieri (12-10), ma non ci sono riuscito.

Partiamo.

Innanzitutto, come sempre, mettiamo degli ingredienti, prima di impastare questo post: secondo me il giorno di Colombo dovrebbero spostarlo e metterlo il 3 agosto, cioè il giorno della partenza. Spero sia chiaro alla fine di questo post, il perché di questa affermazione. Quindi il lettore si attivi ad immaginare per conto proprio le circostanze della partenza di Colombo verso le Americhe. O quelle che lui credeva fossero le Indie.... i sette anni di battaglia per trovare i fondi e partire. L'equipaggio, l'arruolamento, la costruzione delle caravelle..."E' là che la troveremo ragazzi!!!"... "Per di là per di là"....
"Cominciai a navigare per mare ad un'età molto giovane, e ho continuato fino ad ora. Questa professione crea in me una curiosità circa i segreti del mondo. Durante gli anni della mia formazione, studiai testi di ogni genere: cosmografia, storie, cronache, filosofia e altre discipline. Attraverso questi scritti, la mano di nostro Signore aprì la mia mente alla possibilità di navigare fino alle Indie, e mi diede la volontà di tentare questo viaggio. Chi potrebbe dubitare che questo lampo di conoscenza non fosse l'opera dello Spirito santo?"(Cristoforo Colombo, Libro delle profezie, 67)
Sei il mio eroe!!!

Altro ingrediente: nessuno ha mai trovato una colomba ferita? L'ha mai accudita per qualche giorno per poi farla tornare a volare? Non è una cosa incredibile? L'avete fatta volare dalle vostre mani? Da un ramo? Da un balcone? .........Ha volato? Ha raggiunto un ramo, o un filo del telefono?

In seguito sgranellerò dei tratti del testo di Viva la Vida (canzone super famosa dei Coldplay)... Cercherò di creare un miscuglio vorticoso di concetti, per poi finire per creare nel lettore null'altro se non una vaga sorta di realizzazione interiore di ciò che vorrei far passare: le idee hanno una forza incredibile.. Smuovono le montagne. Le possiamo usare per sorreggerci nella realtà, equesta è un'altra sfaccettatura splendente e affascinante dell'essere umano, capace di automotivarsi internamente tramite l'immaginazione. Capace di fa crescere la struttura dell'idea e rendere più forti i pilastri che la sorreggono...tutto solamente tramite la progressiva e concomitante crescita della convinzione mentale e dell'attuazione reale.

Idea banale di domenica scorsa. ... cioè, questa cosa che io ci devo sempre mettere qualcosa inerente alla corsa dentro un post è un po una mattonata nelle balle. Cioè...è solo un pretesto. Ma sui bagni della mia facoltà c'era scritto con il pennarello: "Il testo senza contesto è solo un pretesto"....Allora, ora l'idea che avevo era banale e, obiettivamente, son ben conscio che a nessuno gliene dovrebbe fregare un cacchio. Ma la prendo come pretesto, per creare il contesto.

Idea di domenica scorsa allora: che idea è tenere quest'andatura per 42 km...? Mettete caso che volete fare un'andatura sostenuta durante una maratona, non sapendo bene se saprete reggerla, tutto qui.....

10 km...Sembra passato un minuto in tutto...Le caravelle son salpate... La colomba ha superato la notte....
"One minute I held the key
Next the walls were closed on me
And I discovered that my castles stand
Upon pillars of salt and pillars of sand"

"Per un minuto ho tenuto la chiave...[...]...e ho scoperto che i miei castelli stavano in piedi...(anche se) costruiti su pialstri di sabbia e sale. ". Per 10 km l'ho tenuta....

10-20-30 km....
"Be my mirror, my sword and shield
My missionaries in a foreign field"

Vola idea...vola....come una colomba, come una caravella...."Sii il mio specchio, la mia spada e il mio scudo....i miei missionari in campi stranieri. ".

Sii mio specchio, per aiutarmi a guardarmi da fuori. Perché nessuna impressione è efficace se non è obiettiva. Sii la mia spada, con cui possa attaccare.....sii il mio scudo, con cui possa difendermi...siate i miei messaggeri, i miei missionari, nei campi stranieri... vola, colomba!...solca l'atlantico, caravella!....

Attuare un'idea è costruire un ponte tra la sponda della realtà e la sponda dell'immaginazione sul fiume dei pensieri. Se il lato pratico dell'intelligenza è la deduzione e il lato pratico dell'azione è il suo effettivo svolgimento, il solo ponte che possa reggere il tuo peso sul fiume dei pensieri è quell'idea costruita con solide fondamenta su entrambe le sponde. Preparazione fisica e mentale sono progettisti nello stesso cantiere. Chilometro dopo chilometro il mio ponte regge...il mio "castello" regge...anche se le arcate le ho costruite con sabbia e sale...sabbia e sale. Da sponda a sponda le arcate piano piano si vanno incontro. Arcate nuove crescono a vista d'occhio se le aspettative vengono rispettate. Per reggere il peso dei volti, i pilastri affondano nel fiume dei pensieri, facendo gorgogliare i ricordi e i desideri come i pilastri dei ponti veri fanno con il flusso d'acqua.

".il mio "castello" regge...anche se le arcate le ho costruite con sabbia e sale...sabbia e sale." Magari è quello che si diceva anche Colombo, mentre, in trepida attesa continuava a scrutare l'ovest. Chissà se ha vacillato, nella sua testa. Chissà se nonostante tutto, non era imperturbabile e ha pensato, anche solo un istante, che la sua idea era costruitra con sabbia e sale..

Magari è quello che ha pensato la colomba, quando ha sbattuto le ali fuori dal mio balcone ed è stata raggiunta da una folata di vento polverosa.

"Revolutionaries wait
For my head on a silver plate"

35-esimo km: "Rivoluzionari aspettano... la mia testa su un piatto d'argento"... ma il ponte non crolla, resta su mentre lo sto costruendo. Sto finalmente completando l'arcata centrale e tra poco lo potrò usare e riusare, per le mie truppe, per i miei messaggeri....... Chilometro dopo chilometro lui si regge. Tengo io la chiave del cancello. E ho spada, scudo e missionari...

Non può cascare questo ponte, è da quando l'ho per la prima volta immaginato, che è costruito, solo che ancora non lo sapevo. Ora sono arrivato a completarlo, nell'immaginario e nella realtà, mettendoci arcate e pilastri, partendo dalla sponda dell'azione.

Nonostante l'ammutinamento le caravelle han proseguito.

La colomba ha preso il volo.

42 esimo km: per me l'andatura (per me folle idea all'inizio) ha retto. 12 ottobre: Colombo arriva a SanSalvador nello stupore generale (la folle idea è compiuta nonostante tutto). La colomba si è appoggiata su di un ramo, laggiu, oltre la strada e la siepe....

42esimo chilometro, 12 ottobre, l'arrivo sul ramo....

Questa distanza, questa data, questa azione non renderebbero giustizia all'idea, e di conseguenza all'intera opera. Alla forza donata dall'idea per il completamento dell'opera. Sono io che ho fatto di sale e sabbia dei pilastri...ho dato alla materia la forma di un ponte. E ci ho costruito su un intera struttura. Un ponte di sabbia.. un castello in aria. Una cattedrale immaginaria. Sabbia e sale: sacchi di ricordi e sensazioni e sacchi di programmi e aspettative, desideri, per un cemento fabbricato proprio con l'acqua del fiume dei pensieri...... Arcate di intraprendenza e pilastri di deduzione. 

E' da quando ho cominciato ad allenarmi che questa maratona è già stata corsa, solo che ancora non lo sapevo. E' dal momento che Colombo ha studiato le prime vecchie mappe, che le Americhe sono state scoperte (o riscoperte, perché se dico scoperte sono troppo eurocentrico)..... e questo non ha a che fare col destino o con "se son rose fioriranno" o storie simili. Ha a che fare con gli uomini e con la volontà e la forza delle idee e delle convinzioni....la capacità di mantenere la convinzione nonostante tutto, attraverso una strada fino ad un ramo, come attraverso l'atlantico fino ad un isola delle Antille, sapendo e sentendo nel profondo, che il libero arbitrio è il regalo più bello mai concesso agli uomini........e, con le dovute proporzioni, valido per una colomba....come per Colombo.  

Concluderei perciò che il giorno di Colombo dovrebbe esser spostato almeno almeno al 3 agosto, giorno della partenza...E' quello il giorno che renderebbe giustizia alla sua folle e originale idea, inascoltata per anni. E' qui la genialità della sua opera e, alla fine, della sua impresa. 



E' il giorno in cui l'hai tirata su da terra e hai deciso di aiutarla, che lei ha realmente ricominciato a volare.

FINE

Beh allora: la settimana 23-29 settembre ha visto fare:
  • Corsa: 3 all: Lun 6, Mar 10, Mer 10; 
  • Nuoto 1 Lun e 1 Gio; 
Poi ho tagliato il venerdì e il week end per dare un taglio deciso ai volumi (mangiare-dormire-mangiare-dormire-mangiare-dormire). Ho ripreso il martedì della settimana dopo con...

La settimana 30 Set- 6 ott:
  • Corsa: 5 all: 10 Mar, 14 Mer, 10 Ven, 8 Sab, 68 Dom; 
  • Nuoto 1 Gio; 
La settimana 7-13 ott:
  • Corsa: 10 mar, 10 mer, 10 Sab, 42 dom;
  • Bici: 40 ven;
  • Nuoto Lun e Gio;
Il mese di Settembre 2013 si conclude con:
  • Corsa: 17 All, 208 km; 
  • Bici: 10 All, 471 km; 
  • Nuoto: 3 allenamenti (che schifo...però non ho contato le nuotate in acque libere in effetti...); 
E questo è tutto mi pare...ora...salto indietro di un anno e vediamo se il mio alterego di un anno fa aveva fatto di più...

Allora ora tiriamo le somme di settembre!
  • Corsa: 15 All; 178 km; 
  • Bici: 8 All; 280 km; 
  • Mtb: 1 All; 16 km; 
Benone: chilometraggio medio aumentato per le sessioni di corsa ma anche per quelle in bici. E più alto il numero delle sessioni. Ma settembre è sempre stato propizio per l'aumento dei volumi di carico e questo è dovuto al fatto che ottobre è il mese delle maratone :-) Quindi, promemoria per una gara nel primo finesettimana di ottobre: buono l'aumento di volume nelle prime 3 settimane di settembre, poi dopo l'ultimo lungo tagliare il volume nella 4a settimana e lasciare la qualità. Poi nella prima settimana di ottobre fare prove di ritmo gara e poi presentarsi alla gara e finirla...

JMBReRe

mercoledì 25 settembre 2013

L'autunno è un caminetto che sfumacchia.

Mini racconto autunnale
*------------*
[...]
Guido verso casa nell'ora in cui,
a volte, vado a correre di sera.... L'autunno, stagione di mezzo, abbandono della vita,
è buio e piovoso. Il tutto lo vedo dai finestrini di un auto, di un treno, di un bus, e non
invoglia proprio ad andare a correre, per mille mille e mille motivi.
tocco le gocce dei finestrini che sono fredde lacrime dell'estate che se ne va...
i tramonti rossicci visti attraverso le condense del fiato sui vetri:
Credo che questa strana malinconia possa portare lontano per sempre le serate estive...
una bellezza unica e insostituibile.
Arrivato a casa mi butto esausto sul divano, deciso a non muovermi. "Mai più
"andrei a correre adesso, mi dico".
Vado a pensare che sia possibile e che qualcuno possa esserci, invece,
la fuori!
che corre disperato in qualche pallido cono di luce giallo di qualche lampione!
Ad un tratto sgrano gli occhi, metto a fuoco e
guardo bene fuori e in effetti qualcuno che corre c'è, da solo coi suoi pensieri.
immagino intensamente le mie mani allacciare delle scarpe da corsa! Mi confondo.
Ma invece di agire, spengo la luce del comodino per coricarmi e ripenso al tizio della corsa:
Quello che sta uscendo per andare a correre adesso,
lo detesto perché non so farlo. In questo momento sono il simbolo dell'autunno. L'autunno...
forse sono proprio io....
[...]
*------------*

Bene....Avete letto questo mini racconto....forse. Sembra scritto da una persona sola, in preda alla malinconia tipica di chi va incontro alla stagione fredda e piovosa. Ma invece non è così. E' stato scritto da due persone. Una persona prende il peggio da questa malinconia e l'altra ne prende il meglio. Il risultato della loro fusione è la persona malinconica centrale - che poi si creda abbia scritto il testo - che risponde con un'accettazione semipassiva dei cambiamenti a cui va incontro stagionalmente.

L'autunno è un caminetto che sfumacchia. L'autunno è dualismo, è fusione, è passaggio. E' accompagnamento e abbandono. Ci spiega ciò che siamo, con la pazienza di un gentiluomo e l'esaustività di un esperto. Ci capisce. Lo sa che è dura per noi lasciare l'estate. Ma lui agisce con la saggezza di un vecchio e con la comprensività di un amico. Ci conduce piano piano, attraverso la nebbia e il suo fumo agrodolce, alla verità che sta alla base della capacità della vita di perpetuarsi, di sopravvivere: ovvero il suo rinnovarsi... Perché per ogni foglia che si stacca e muore, una gemma, nel silenzio e nella sonnolenza dell'autunno, comincia a prepararsi per la vita....

E voi invece? Siete tra quei malinconici che scriverebbero un racconto simile? Siete tra quei disperati che scriverebbero solo le righe dispari? Siete quelli propositivi delle righe pari? Per decidere, magari, rileggete il mini racconto a righe alterne...quale vi si addice di più?

JMBReRe

Allora la settimana 16-22 Settembre ha visto fare:
  • Corsa: 4 all: 15 mer, 10 ven, 10 sab, 12 dom;
  • Bici: 2 all: 40 ven, 60 dom;
  • Nuoto: 1 lun, 1 gio;

mercoledì 18 settembre 2013

"Pazzo per la luna"

"Pazzo per la luna": era una scritta che ho letto su di un muro, tanto tempo fa. 


Ne ho sentite tante sulla luna. 
Ho sentito dire che la sua fase influenza le maree,  e che fa crescere più veloce capelli e unghie.
Ho sentito dire che influenza il comportamento dei vini imbottigliati e la crescita dei fagioli....Secondo me fa anche correre più veloce in montagna. O andare più forte in bicicletta. 
Se lo sentirete dire, beh, ho messo io in giro la voce :-)
Ogni volta che lei c'è, non vedo l'ora di uscire. 
Sento la sua attrazione magica: apro le ali, prendo a calci la bici e volo lei incontro, senza mai raggiungerla, come un ricordo lontano....

La cosa più triste dei ricordi è che sono immobili, rispetto a noi. 

L'altro giorno sono ripassato davanti a quel muro... la scritta non c'è più.

JMBReRe

La setimana 2-8 Settembre ha visto fare:

  • Corsa: 5 all: mar 10, mer 10, gio 10, sab 23 (2000D+), dom 10;
  • Bici: 5 all: 50 lun, 30 gio, 50 ven, 50 sab, 25 dom;

La setimana 9-15 Settembre ha visto fare:

  • Corsa: 4 all: lun 10, mar 10, gio 12, dom 30;
  • Bici: 2 all: 46 ven, 60 sab;
Ciaoooo. Buon allenamento....a tutti i pazzi per la luna...

venerdì 6 settembre 2013

Un barattolo di vernice arancione

Questa è una stagione propizia per dei bei doppi bici-nuoto. 

Se uno volesse godersi però al massimo qualche tramonto settembrino dovrebbe provare a fare un giro sui colli veronesi nei dintorni di Garda e poi farsi una bella nuotata nel lago proprio al calare della sera.
All'ora del tramonto capita, a volte, che il lago sia così calmo da sembrare oleoso.
Poche ore fa ero proprio su una delle strade panoramiche che dirigono a Garda. Questi sono gli eventi di nota da li a poco succedutisi e queste le impressioni che mi hanno destato.

Un barattolo di vernice arancione
Dall'alto, proprio mentre si plana da uno degli ultimi tornanti, è possibile vedere il piccolo molo e, defilata, la spiaggetta dove di solito nuoto. Stasera, in questo mite pomeriggio, sembra proprio che qualcuno abbia rovesciato un barattolo di sole sullo scaffale della collina e che ora il contenuto di quel barattolo, ovvero la più bella e fulgida varietà di vernice, che sulla confezione reca scritto: "arancione di tramonto di fine estate", stia uscendo e si stia spargendo nel lago. Dal "mio" molo guardo la sponda opposta e la luce è così intensa da farmi temere persino per l'incolumità degli abitanti di quel paesino laggiù, inondato da quel flusso di vernice che non smette di uscire. Mi sposto sulla spiaggetta. Stringo i piedi e trattengo qualche sassetto. Metto i piedi in acqua. Guardo l'orizzonte e poi mi guardo i piedi. La vernice che qualcuno ha spanto è scesa tra le strade di quel paesino lontano, ha navigato attraverso il lago e ora mi avvolge le caviglie. L'idea di oleosità che mi da il lago, unita alla colata di colore senza interruzioni del sole, mi danno proprio l'idea di dovermi tuffare in un barattolo di vernice arancione. In qualche modo, persino, ho la sensazione di poter rimanerne invischiato. Se facessi qualche passo indietro ora, mi dico, lascerei le impronte sui sassi...
Nuoto in quell'arancione.
Il nuoto, a volte, mi dico, è fantastico. Guardo il fondale del lago. Blu. Tre bracciate e poi respiro. Arancione. Blu blu blu. Arancione. Blu blu blu. Arancione. Blu blu blu. Arancione. Fino all'imbrunire.

Riprendo la bici, è li che aspetta. L'aria passa, accarezza, pettina e asciuga. La vernice cola via.
Riprendo la strada dell'andata e le gambe girano felici: frescura, tepore.
Ripasso per il tornante e ora do le spalle a quella cucina dove, in pochi minuti, la Sera ha ripulito il pavimento blu del lago e ha chiuso gli scaffali delle colline.
Si accendono le prime luci della città.

Proprio mentre completo il tornante che dicevo prima, noto con la coda dell'occhio destro una piccola goccia staccarsi dal mio casco... o dagli occhiali, o dalla mia pelle, o dai miei capelli...non lo so. Non capisco da dove si sia staccata, a dire il vero. Non so che cosa è.
Forse è una goccia di sudore. Forse è una lacrima. Forse, semplicemente, è acqua del lago. Ecco appunto, credo proprio di si.
Credo sia proprio acqua del lago. Perché, non so se è colorata da qualche Musa dell'oliveto inviata dalla Sera, che avendo trovato qualche residuo di arancione intrappolato in qualche ramo, lo ha aggiunto alla sua tavolozza e ora usa quella varietà di colore che le piace tanto per ingannare con qualche spennellata fantasiosa i reduci del pomeriggio; fatto sta che, lo giuro, sembra una goccia di vernice arancione...

Mentre ci rifletto pedalo fino a casa.

JMBReRe

Allora, nella settimana 26 Agosto-1 Settembre abbiamo prodotto:
  • Corsa: 6 Mar mattina, 10 Mar sera, 10 mer, 10 gio, 8 ven, 10 dom;
  • Bici: 50 ven, 130 sab, 60 dom;
Tutto agosto 2013 insomma conta:
  • Falesia: 2;
  • Via alp: 1;
  • Corsa: 142 km in 13 all;
  • Bici: 445 km in 8 all;
  • Nuoto 1500 m (che schifo...)
Agosto 2012 ha visto fare:
  • Corsa: 10 All: 89 km (sotto media)
  • Mtb: 4 All: 102 km;
  • Esc: 4: 6000+;
  • Falesia: 2;
  • Via lunga;
  • Nuoto 1 All...ah ah,potevo anche non metterlo...(non ho detto non farlo, ho detto non metterlo!)
Ciaooo

giovedì 29 agosto 2013

I miei piedi

Valle d'Aosta, un mattino - Il sole sta per sorgere.

[...]
Al ritorno alla tenda avevo il passo leggero. I miei piedi scalzi accarezzavano e pettinavano l'erba.
Il rumore dell'erba contro i piedi era inconfondibile e la sensazione di freschezza, anch'essa, era inconfondibile.
Fffffruitt Ffffffrrrrruitt Frrrrffrfuitt Fffffrrrrruitt, si sentiva.
E le fresche gocce di rugiada della notte si posavano senza peso sulla pelle ancora calda dei miei piedi. Prima di posarsi, però, si rovesciavano, ruotavano, danzavano e per un istante si angolavano perfettamente con i raggi del sole che le faceva brillare e poi sparire, quasi fossero state magnifiche fuliggini o piccole stelle cadenti che, invece di compiere le loro traiettorie celesti contro il nero di un cielo notturno, si andavano prima ad accendere e poi a spegnere sotto l'incedere dei miei passi, sul verde, diventato siderale, di un umido prato mattutino.  
[...]

JMBReRe

NB: Nella settimana 19-25 Agosto sono stato a correre solo una volta, il lunedì, per 10 km

  • Corsa: 1 all, 10 km, Lun;


lunedì 19 agosto 2013

I pomodori (Luglio)

Più tempo ho a disposizione, meno ne uso. Ho mille mezzi di comunicazione, ma non so più cosa dire. Posso andare in capo al mondo, ma non so neanche cosa fare domenica prossima.

Si desidera solo ciò che non si possiede. E quando lo si possiede, non si sa come usarlo. Perché si tende a credere, a torto, che l'immaginazione sia più bella della realtà. Non si può immaginare la realtà e perciò questa ci sembra ben poca cosa perché è vuota di possibilità. Ma le possibilità autentiche nascono solo dalle scelte nella realtà. E se si tiene conto di questo, è la fantasia che ci dovrebbe sembrare ben poca cosa.

Più penso, più mi stacco dalla realtà, perché diventa anch'essa pensiero. Per questo immaginare è pericoloso. Il pomodoro comperato al supermercato sarà senz'altro più lucido, accattivante e tondo del mio pomodoro piantato a fatica nel mio giardino, nel mese giusto. Ma non ne sa niente delle mie sere passate ad annaffiare i germogli, non ne sa niente dei miei bruchi, delle mie farfalle. Non è mio per niente, e non godo di nulla quando lo mangio. Che, invero, sarà anche poco succoso. La realtà non è quella propinata da qualche subdolo mezzo di comunicazione. Non è quello che ci possiamo immaginare. Direi il contrario piuttosto. Direi piuttosto che è tutto ciò che non immaginiamo. Ci disillude, ci sorprende, ci fa male. Ma sarà sempre più autentica e succosa di un pomodoro da supermercato, ovvero dell'immaginazione. La realtà è quello che ci sta intorno per davvero, santo cielo! E non posso adoperarmi per ottenere ciò che voglio sulla base dell'immaginazione. Ma oggigiorno è tutto immaginato, e niente reale. E le persone smettono di dedicare la vita alle cose della realtà. Perché hanno nella testa un sacco di possibilità immaginate. Le persone non si sacrificano più. Non ci sono più cose per cui valga la pena dedicare la propria vita. Questo ci porta ad essere individualisti. Mille modi per tenerci uniti, e siamo sempre più individualisti. E si finisce per non fare niente. Quando basterebbe un pezzo di terra per qualche pomodoro. Si:
""Da te, gli uomini", disse il piccolo principe, "coltivano cinquemila rose nello stesso giardino..." e non trovano quello che cercano..." "Non lo trovano", risposi.
"E tuttavia quello che cercano potrebbe essere trovato in una sola rosa o in un po' d'acqua...""

E tutta questa merda, perché di merda si tratta, di social network, pubblicità, banner, pop-up, smart phone e potreiandareavantiduegiorni, mi hanno rotto le palle. Non si cerca più di smuovere la passione delle persone ma solo l'immaginazione. L'unica cosa che si tenta di fare è quella di provocare il sentimento dell'invidia e spingere il consumatore a dotarsi di una tecnologia che gli possa permettere di immaginarsi all'altezza degli individui delle riviste, degli spot pubblicitari, delle sequenze mixate di youtube, e della sua immaginazione.

Si immagina sempre di essere la, ma la realtà è che si è qui. Il 'la' è giusto che traini il 'qui' come è giusto che il 'domani' traini l''oggi'. Ma niente di più.

Perché quando il 'qui' per me diventa un 'la' per gli altri, io non lo so. Ammetto solo che è spuntato un po' di sole. Dovrei recitare una parte ma me ne resto solo, in mezzo al palco investito da quel bel cono di luce,
a non fare nulla. Balbettando a fatica, lo straccio di quello che era un bel copione, di uno spettacolo che sarebbe stato incredibile.

Settimana 22-28 luglio:

  • Nuoto 1000 Lun, 1000 Sab;
  • Corsa: 10 mar, 10 gio, 10 dom;
  • Bici: 40 mer, 60 ven, 25 Dom;
Settimana 29 Luglio - 4 Agosto
  • Corsa: 10 lun, 8 sab, 1000 D+ dom;
  • Bici: 30 mar, 40 ven, 50 dom;
Settimana 5-11 Agosto:
  • Bici: 50 mer, 40 ven, 25 sab;
  • Corsa: 10 ven, 10 dom;
  • Nuoto: 1500 Ven;
Settimana 12-18 Agosto:
  • Via alp Lun;
  • Corsa: 1500 D+ mar, 2000 D+ Sab;
  • Falesia: Gio e ven;
Quindi il mese di luglio conta:
  • Corsa: 14 All, 173 km;
  • Bici: 9 All, 415 km;
  • Falesia 1 uscita :-(
  • Nuoto: 5 all, 5000 mt... che schifo
Luglio 2012 avevamo fatto:
  • Corsa: 11 All, 123 km;
  • Bici da corsa: 9 All, 350 km;
  • Mtb: 2 All, 70 km;
  • Via di Roccia 1;
JMBReRe

Questa foto è stata scattata sulla Contamine ai Satelliti del Tacul....

Ciao...






domenica 28 luglio 2013

La fatica dell'albero di tiglio e delle cozze

Chi si volesse fare uno spaghetto allo scoglio e si compra le cozze già belle belle pulite, si perderà una delle prove più belle di come in natura siano lo sforzo e la variabilità a generare cambiamenti atti a fronteggiare in maniera meno faticosa ulteriori sforzi; ossia a generare adattamento. Un bel giorno avevo comperato delle cozze per fare del sugo, e non erano affatto pulite! Anzi! Ahimè attaccato a quel guscio lucido e nero c'erano delle alghe. Dopo un'attenta disamina e visto che ci stavo mttendo un secolo a pulirle mi sono accorto che le alghe erano generate dalla cozza. Venivano fuori dal loro interno.
Che poi in effetti quando le si vede al mare, le cozze sono veramente attaccate agli scogli con  una forza incredibile. Con la forza dell'adattamento a millenni di evoluzioni sotto lo sforzo dell'influsso del mare. 
Uno spettacolo simile ma in tutt'altro ambiente è quello di una folata che investe gli alberi di tiglio a luglio. Le foglie che si staccano hanno una strana forma. Ci sono due diverse ali. Su di un lato c'è una specie di pala eolica, mentre su di un altro estremo c'è un contrappeso, costituito da semi, credo. Fatto sta che queste foglie girano e girano nel vento come ventole. E le vedi sforzarsi di andare più lontano possibile. Si aggrappano al vento come le cozze si aggrappano agli scogli. Un capolavoro della tecnica. E girano. E girano. Con la maestria di qualcuno che per millenni si è allenato a cavalcare anche il più piccolo movimento d'aria. Sono state create per questo. Si sono adattate per questo. Questa è una delle soluzioni che la natura ha trovato. 
La natura addestra la più resistente cozza così come il più sensibile seme di tiglio. Aggrapparsi alle fondamenta della terra in mezzo al mare o cavalcare l'alito di vento più innoquo. Delicatezza e resistenza. Impossibile senza lo sforzo. Lo sforzo di due diversi sistemi che agiscono per preservare e perpetuare la vita. Uno lo fa cercando di rimanere più fermo possibile, l'altro lo fa cercando di volare più lontano possible. Orgainismi non passivi come l'uomo possono trovare nella propria natura le capacità per generare autoadattamenti e miglioramenti. Mentre la struttura importante e fondamentale è stata disegnata da milleni di evoluzioni, le sfaccettature e i ghirigori dei capitelli delle colonne del tempio possono essere in gran parte scolpite a piacere. Direi che le fondamenta e la struttura ce l'ha disegnata l'evoluzione ed una natura che ormai non ci appartiene più. Anzi direi che con le comodità del XX secolo siamo noi che abbiamo abbandonato la natura. Direi perciò che non possiamo essere ingegneri di noi stessi. Ma architetti piuttosto. Disegnatori. E non c'è niente di cui autodenigrarsi. Anche la Cappella Sistina credo fosse stata intonsa prima dell'arrivo di Michelangelo. 
La stessa acqua che stimola le cozza a stare aggrappate è la stessa acqua che porta i nutrienti. Lo stesso vento che stimola le foglie di tiglio a volare è lo stesso vento che porta i semi a germogliare più lontano. La natura è talmente impregnata di vita che si stenta a riuscire a separare gli elementi adattati agli elementi che provocano adattamento. Nessuno separerà mai le cozze dal mare, così come nessuno ruberà al tiglio il vento. A meno che non si voglia togliere ad uno scoglio le sue cozze o ad un campo i propri tigli. 

Io credetti reverentemente nello sforzo autoimposto dell'uomo: io credetti nell'allenamento.
Nella fatica. Che stimolò il cambiamento e l'adattamento. Che erose le rocce. Che tenne attaccate le cozze agli scogli e che fece germogliare i tigli per chilometri e chilometri.
E che migliorò le persone.

JMBReRe

Ora, visto che sono imbecille rifaccio il riassunto delle ultime 3 settimane... e via!

Settimana 01-07 luglio:
  • Corsa: 4 all: mar 10, Gio 8, 10 Sab, 15 Dom;
  • Bici 25 Ven;
  • Falesia: Sab;
  • Nuoto 1000 Gio;
Settimana 8-14 luglio
  • Corsa: 3 all: 10 Mar, 10 Mer, 15 Dom;
  • Bici: 50 Lun, 130 Sab, 25 Dom;
  • Nuoto: 1000 Gio;
Settimana 15-21 luglio:
  • Corsa: 3 all: Mer 10, sab 15, dom 30;
  • Bici corsa: 30 Sab;
  • Nuoto: 1 Gio;

giovedì 4 luglio 2013

Stéphane e il bambino nella pioggia

Vorrei parlare di una cosa che è mi successa questa primavera sulle colline di casa mia. Questa cosa che ora racconto di per sè non ha nulla di speciale, ma racchiude un concetto che mi andrebbe di approfondire. Anzi, che mi è necessario approfondire.

Ero intento a correre per le colline di casa mia, per l'appunto. Ci si immagini una giornata primaverile piovosa e chiara, con tutto il bello dell'aria tersa e del verde lussureggiante che ne può conseguire. 
Ad un certo punto, ricordo, che la strada di ghiaia-mista-terra saliva leggermente. E quel che vedo è un gruppo di persone: 2-3 adulti e 2-3 bambini... non distinguo il numero. Gli adulti sono dispari però... "manca uno dei genitori", mi dico. Uno degli adulti spingeva un passeggino, e dentro al passeggino, un esserino minuscolo. Pioveva. 

Visto che mi apprestavo a sorpassare il gruppetto tenevo solamente di vista le persone che avrei potuto urtare. 
Avvisati dal rumore delle mie scarpe sulla ghiaia, gli adulti che mi davano le spalle si sono scansati di poco.  

Quello che poi ho visto è quello di cui sto parlando ora. Ho visto due bambini che camminavano nella pioggia. Si badi bene: nella pioggia. Non è che stavano camminando e stava piovendo, loro camminavano nella pioggia. Erano un bambino e una bambina. Spolverini blu e, ovviamente, portati larghi. Non si bagnavano, o così sembrava: la pioggia attraversava i loro corpicini.
I bambini se ne sbattono degli ombrelli. Al massimo li usano per giocare e scherzare. Ma non ho mai visto un bambino che usasse l'ombrello per spontanea volontà. Anche perché uno non è che nasce che sa che cos'è l'ombrello e a cosa serve...

Sto completando il sorpasso e il bambino, con quella voce scanzonata, disinteressata, gaia ma insieme risoluta che solo i bambini conservano, afferma, sorridendo come se avesse visto passare un areoplano: "Ce n'è di pioggia, eh?!?". 
Una domanda sottoforma di affermazione. Tutto quello che ho saputo rispondere è stato: "Eh ,si. Hai visto che roba!?!". Altra domanda sottoforma affermativa. Mi è venuta spontanea, anzi, boh. Non so se ho sognato di dirlo forse...ero anche io nella pioggia, per un secondo. Frastornato dal fatto che avessi smesso per un secondo di bagnarmi. 

Ora, interrompo un attimo il soprpasso e includo altri ingredienti.

Sono necessarie alcune premesse però... Allora, per i non-addetti ai lavori, Stéphane Brosse (Stéphane Brosse) è stato uno degli scialpinisti francesi più forti in assoluto. Se ne è andato sul Bianco, proprio un anno e qualche settimana fa. Sinceramente avevo solamente sentito parlare di lui, e non lo avevo mai sentito parlare. Tempo addietro ho sentito una sua intervista in cui parlava liberamente e diceva (magari i puristi non mi perdoneranno la traduzione troppo letterale dal francese, ma non volevo parafrasare l'intervista, volevo usare quasi le sue stesse parole, che spero di aver colto):
"La felicità è qualcosa di cui tu vai alla ricerca, ma che quando ce l'hai non te ne accorgi.
E' solo col senno di poi che tu realizzi che sei stato felice.
Infatti la felicità è ovunque. Devi solo sapere come catturarla, come riconoscerla.
Quando sei con il tuo bambino, tu trovi la felicità, ma può essere che tu non riesca ad accorgertene.
Quando sei qui e stai combattendo contro il maltempo nelle montagne e tutto il resto, non la senti in quell'istante preciso, ma ti rende veramente felice in seguito.
Sono solo due esempi diversi....
ma c'è felicità ovunque, abbiamo solo il bisogno di vederla." 

Ora, perdoneremo il cambio di tono nella citazione. Riporterò una frase del film Santa Maradona.

BART : No, scusa un attimo... L'altro giorno ero in treno, stavo guardando fuori dal finestrino...
ANDREA :E dove cazzo stavi andando? [ … ]
BART : Guardavo fuori da, da 'sto cazzo di finestrino... e a un certo punto, appare nella pianura... un camion gigante e un vecchietto di 130 anni che se lo dipingeva tutto di rosso... cioè, la cosa più bella del mondo. / Solo che ho pensato che io quella scena lì, la stavo guardando attraverso un vetro. / Di conseguenza, ho messo a fuoco sul finestrino... e ho visto che qua in basso, a un centimetro dalla mia faccia, c'era una scrittina, piccola, piccola, che se continuavo a guardare fuori, non avrei mai letto.
ANDREA : Che scrittina?
BART : "L'amore è una scorreggia nel cuore." Ma ti rendi conto? Cioè, tu te ne stai tranquillo, Incredibile. in treno, stai guardando lo spettacolo più bello del mondo e un deficiente t'ha scritto sotto al naso una cazzata del genere!

Quella giornata di pioggia era bella proprio perché stava piovendo. Eh...beh. Ovvio, come fa ad essere bella una giornata di pioggia perché c'è il sole? Non esiste. Allora: o si rinuncia a trovare il bello nelle cose, oppure si deve ammettere che in ogni cosa che ci circonda si può vedere del bello. 

Quel bambino camminava nella pioggia. Anzi, forse era proprio lui che la faceva cadere, a suo piacimento. "Ce n'è di pioggia, eh?!?"... me lo ha detto così, come se fosse ovvio che dovesse essere una figata. Anzi, come se doveva essere scontata l'intesa di due che escono solo perché piove. Eh si, secondo lui era quello il bello. Cioè, eravamo usciti perché pioveva! 
Ahhh... per un secondo ho creduto agli angeli....

A conti fatti il presente non è che l'incontro di due istanti. Uno viene da davanti, dal futuro, e l'altro viene dal passato. Ma le intenzioni, i ricordi, l'immaginazione, i sogni, le previsioni, i rimorsi e le perplessità, sono tutte cose che non riguardano il presente. Il presente è solo azione perché non c'è nulla di immaginato che riguardi lo stesso istante in cui avviene l'azione. Quindi, ogni volta che si pensa, si vive nel passato o nel futuro. 
Visto che non ci si può ricordare del futuro e non si può sperare in un passato diverso, allora all'immaginazione del passato hanno dato il nome di ricordo e all'immaginazione del futuro hanno dato il nome di previsione. Sicché strutturalmente un sogno o una realtà ricordati non differiscono di molto; a volte addirittura li confondiamo. 
Uno potrebbe anche dire che si è felici se si hanno ricordi felici, tutto sommato (no? Non voglio parlare ora dell'estrema utilità dei ricordi meno belli). Quindi perché non avere anche previsioni felici? Sogni felici? 

Nella società moderna, la felicità nella vita è questione di attitudine alla positività. L'attitudine alla positività non è che una tendenza all'ottimismo. Non è che l'utilizzo della speranza per la costruzione di eventi futuri positivi. Allora, se per essere felici è necesario avere bei ricordi nel passato, è tanto uguale pensare positivamente e preparare bei propositi futuri, perché, come detto, il futuro non lo si può ricordare e il passato non si può sperare. L'attitudine ha il compito di generare questi alberi, l'entusiasmo ha il compito di irrorali, di mantenerli vivi e geenrare i frutti. 

Date le premesse, qualcuno potrebbe credere che si viva più nel passato e nel futuro, piuttosto che nel presente. Azzeccato. Che lo si voglia o no questa è la struttura che è stata creata. E allora quello che conviene fare è sforzarsi di vedere oltre il vetro sporco, oltre la nebbia, oltre il recinto, oltre.... oltre. 

Guarare bene, che il bello c'è... li da qualche parte.... E quando ricordi felici incontreranno previsioni felici, allora anche il presente sarà felice. Come lo è per un bambino sotto la pioggia che non si deve curare di mettere ad asciugare lo spolverino quando arriva a casa. Il suo spolverino non era bagnato ...

Questo è quanto...

La settimana 17-23 giugno:

Corsa: 3 all: ma 10, me 10, gio 10;
Bici da corsa: 50 lun, 50 ven; 140 dom;
Mtb: 40 dom;

L'ultima settimana abbiam fatto allora (24-30 giu)

Corsa 3 all: Ma 10, Me 10, Ve 11;
Nuoto: 1 sab;
Mtb: 35 sab;
Bici corsa: 25 dom;
Escursione: 1000 D+ dom;

Quindi a conti fatti a giugno abbiamo fatto:

Corsa: 14 all, 141 km;
Bici da c: 500 km in 9 allenamenti;
Nuoto: 1000;
Mtb 105 km, 3 all;
2 esc: 1400 mt;
Scialp: 1100 D+;

Giugno 2012 avevamo prodotto:
Corsa: 15 All, 156 km, buono, in media.....
Bici corsa: 10 All, 380 km, ok...
Mtb: 2 All, 46 km, con catena rotta nell'ultimo giro...ah ah...
Escursione: 1 1000D+
2 vie di roccia
JMBReRe

lunedì 17 giugno 2013

Semafori

Questo è un post sui semafori....che cacchio di post, un post sui semafori.

Non su qualsiasi semaforo, ma su quelli che incontriamo quando siamo in bici. Quelli che ci allenano, alla fine della fiera.... mi stanno simpatici, i semafori. Ghignano, i semafori. Ci sfidano, i semafori.

Mi piacciono quelli che vedi che sono verdi a 100 mt di distanza. E allora pensi: scatto per prendere il verde o mi rassegno e riposo un attimo? Stai certo che se ti rassegni un attimo il verde continuerà a brillare, ipnotizzandoti. "Se resta verde altri 5 secondi lo carico". "Se non viene giallo entro quel tombino allora lo carico!".

Ed ecco che accade una cosa strana. Ti prepari già prima di quel tombino, prima di quei 5 secondi.  Come se sapessi che l'hai sparata troppo grossa: che quei 5 secondi sono troppi ma che 4 secondi sono tanti. Come se lo sapessi che a quel semaforo non stai simpatico e che non ti darà nulla gratis. Se darai tutto passerai col giallo, se darai qualcosa meno passerai col rosso. Se sarai titubante dovrai tirare i freni prima della striscia bianca e lui ti avrà battuto. E' un incrocio grosso, lo sai che il giallo dura molto. Ti fai tentare dall'idea...

Sfida lanciata, sfida raccolta. Lui continua ad attirarti nella sua trappola facendo brillare una luce verde..."fatti avanti caro", ti dice!! E allora carichi il verde come il toro carica il rosso... 39-14, 39-15, 52-15, 52-14. Non puoi alzare lo sguardo, peché sta arrivando il tombino e il furgoncino che ti sbuffa accanto è così vicino che non puoi far altro che rigare diritto. Non alzi lo sguardo, ma lo sai, che da qualche parte laggiù nei tombini, nella canalette piene di cavi, è già partito il segnale: il semaforo è ora giallo. Hai già passato il punto di non ritorno. Tu-TuMM! Il tombino fa risuonare la tua bici anche se hai fatto del tuo meglio per alleggerire l'impatto. Hai smesso un attimo di pedalare e di respirare.
Il furgoncino non tentenna, anzi sgasa e strappa altri 5 km/h con una facilità che le tue gambe non avranno mai. Lui passerà col giallo e pesa qualche quintalata. Tu sei 80 kg di bici e di borraccia (se è piena) e di tutto. Sei appeso tra il giallo e il rosso. Giallo-rosso, giallo-rosso....giallo...giallo?? Giallo!! Arrivi ai 40 all'ora, il torero alza il mantello e ti ritrovi nel bel mezzo dell'arena a sbuffare. A fare i conti col fiatone. E cerchi di toglierti di mezzo il prima possibile.

Era solo un semaforo, Santo Cielo... che tra l'altro non è che con il giallo si possa passare, almeno così mi hanno insegnato. Ma per Belzebub non ti puoi fermare in condizioni di sicurezza se stai facendo una manovra scema come questa!

Mi stanno simpatici i semafori...

Tranne quelli in salita... e che hanno il giallo che dura poco :-)



Settimana 3-9 Giu
  • Corsa: 4 all: 10 mar, 10 mer, 8 gio, 10 dom;
  • Bici da corsa: lun 50, 30 ven;
  • Mtb: 35 Sab;
Settimana 10-16 Giu
  • Corsa: 3 all: Mer 10, Gio 10, Dom 10;
  • Bici da corsa: 50 Mar, 30 Ven;
  • Escur: 400 D+ sab?? Boh;
JMBReRe

mercoledì 5 giugno 2013

Cambio sveglia: rimane il meglio (+ Maggio + Settimana 27 Mag-02 Giu)

L'altra sera, che era domenica sera, ho programmato la sveglia per il lunedì mattina, come sempre. Capita spesso che gli orari di sveglia del weekend siano diversi di quelli programmati durante gli altri giorni della settimana.
Quindi, ricomincio un attimo...Domenica sera, attorno alle 23, ho preso in mano il cellulare e ho programmato la sveglia per il lunedì mattina. Ho dovuto cambiare orario perché era ancora impostata sulle 4. "Che orario insulso", mi son detto.
"Perché mai è impostata sulle 4?", mi son chiesto.
Ho guardato sul letto e, sul letto c'era una giacca stropicciata. Era raggomitolata come un gatto. Ho ripensato con piacere alla sveglia della mattina, lontana 21 ore e qualche centinaia di chilometri. Dirò che ho ripensato, ma mi piacerebbe dire mi è sovvenuto...Una cosa come ..."e mi sovvien l'eterno" ...Ma non un ondata brusca di pensieri...una cosa più calma... un vento caldo di una serata di primavera. Userò "ho ripensato", ma non è stata una cosa volontaria, è stata più come: "ed è subito sera"...oppure come "gli zefiri sereni"...boh...una sorta di benessere dato da pensieri positivi in transito, ma non dovuti alla concentrazione, ma ad una condizione..
Ho ripensato (o mi è sovvenuta, se preferite) alla Marmolada e ai suoi 1200 metri di ghiacciaio. Alla colazione. Alle fette biscottate con la marmellata di albicocche. All'alba di Canazei. Alle nuvole basse sul Sella.
A quella luce incredibile che non vedi se non a giugno sulle dolomiti, la mattina presto. Al lago Fedaia, opaco come il piombo. Blu come avessero mescolato il cielo azzurro limpido con il cielo nero di un temporale.
Poi alla mia tavola Atomic da rimettere a nuovo.
Ho ripensato (mi sono sovvenuti.....) ai momenti belli della giornata, ai migliori momenti...
Al giro in bici fatto appena tornato...per mettere in circolo l'acido lattico, o solo per il gusto di andare. O solo per dimostrarmi che potevo. O solo per allenamento, per abituarmi a dare il meglio, sempre. Per pretendere sempre il meglio da me stesso, ogni volta che lo voglio.
Ho ripensato ai 50 km orari, presi su quel rettilineo, bucando il pomeriggio e il tramonto, perché altrimenti "è come non esserci passati da là, se non prendo i 50 km/h"... Perché altrimenti significa che non ho dato il meglio.
Alla mia camera da letto, che sembra un campo base.
Al 5x5 che fa 25.
A quel vecchietto dell'altra mattina, che mi raccontava come lui correva i 5 km in 20 minuti alla sua epoca.
A quell'altro vecchietto, anche...nodoso come un olivo secolare che aveva l'abitudine da giovane di correre scalzo, ma che poi ha cominciato a mettersi le scarpe perché aveva sofferto di uno shock anafilattico per le punture delle vespe che continuamente pestava. Ho pensato a me. A me, che sorridevo come se mi stessero raccontando delle favole.
A Peter Pan quando sfrega sulla testa di Michele la polvere di Trilli. Ho ripensato alla faccia di Michele quando si concentra prima di volare.
Alle scarpine di Trilli. A trilli che si specchia....
Alle ali di Mercurio, messaggero degli Dei....
A Emilio Previtali. A Marco Siffredi e alla sua "traccia dell'angelo".
A Richard Ashcroft e ai Verve, alla loro One Day...che recita: "can't you hear this beauty in life??"..."puoi sentirla", cioè, "questa bellezza nella vita?". A volte si, penso.
Si, il cambio sveglia in questi casi è proprio un setaccio, lascia solo il meglio. Lascia il meglio della giornata e, per un attimo, anche quello della vita. Me ne fa sentire la bellezza. Risponderei con un secco: "Si, la sento...".

Come diceva il grande Walter "la montagna è lo specchio di noi stessi. E' severa o gentile in base a ciò che sappiamo chiederle o darle" (o qualcosa del genere, diceva...).
Ogni rapporto, e per primo quello con noi stessi, è un dare e avere. In montagna, come nella vita, l'allenamento non è altro che abituarsi a dare il meglio e, anche, al momento opportuno, a pretenderlo.
E se allora è vero che "tutto quel che serve può stare dentro ad un cuore", basta metterci il meglio in quello che si fa per far splendere lo specchio..
Avere sempre tanto da chiedere e tantissimo da dare: sta tutto qui.

JMBReRe

Nel mese di maggio abbiamo fatto:
  • Corsa: 18 All 166 km;
  • Bici da corsa: 4 All 155 km;
  • Mtb: 5 All, 140 km;
  • Falesia: 1;
  • Via Alp: 1;
Maggio 2012 avevamo fatto invece:
  • Corsa:  9 All: 89 km, minimo storico credo :-(
  • Bici: 183 km in 4 sessioni :-(
  • Mtb: 230 km in 7 sessioni :-/
Settimana 27 Mag - 02 Giu
  • Corsa: 10 km Lun, Mer 10 km, Sab 12 km;
  • Bici: Mar 45, 25 Dom;
  • Scialp: 1200 D+ Dom;

martedì 28 maggio 2013

Settimane arretrate e lettera alla corsa (delirante)

Eccoci allora per la rendicontazione delle ultime 2 settimane!

Settimana 13-19 Mag:
  • Corsa: 4 all: mar 6, mer 10, ven 10, dom 10;
  • Mtb: 20 lun, 30 sab;
  • Via alp: 1 sab;
Settimana: 20-26 Mag:
  • Corsa: 2 All: 10 mar, 10 sab :-( che schifezza....
  • Bici: 50 mar, 30 mer;
  • Mtb: 40 Dom;
Lettera di un infortunato alla corsa.

Questa è una cosa che ho scritto alla corsa o all'attività fisica in generale dopo svariate sere in cui non sono riuscito ad uscire perché infortunato e giù di corda. Ho dato colpa alla corsa stessa che tanto mi ha dato e tanto mi ha tolto. Ma vale un po' per tutto. In generale è un'ode all'attività...all'attitudine all'attività. Al rimanere attivi. Al riempire il tempo a disposizione. A chi approfitta di ogni attimo come in preda a qualche furore. A chi gli pare di svegliarsi ed essere già in debito. A chi si alza e si sente già in dovere di restituire qualcosa solo per il fatto di essersi svegliato vivo, respirando. A chi non è mai contento. A chi deve subire questa condanna autoinflitta. A chi crede di avere questa SENSAZIONE. A chi ci crede e a chi la sente, a chi si fa guidare, condannare, ingannare. A chi ha quell'unico imperativo di andare a letto stremato..A chi la usa come scusa per riposare... a chi "trova nella fatica un riposo ancora più forte". 
Boh... ognuno ci veda ciò che gli pare...non posso sempre cercare di capirmi eh...Solo che ogni tanto uno ci riflette. E capisce che questa storia dell'attività a tutti costi è un delirio. Che non si può spiegare a tutti. Che si può smarrire, e che magari come tutte le cose, viste da un'altra prospettiva, sembrano poca cosa. Questa lettera è dedicata a questa SENSAZIONE. In quelle sere l'avevo lasciata e poi l'ho ritrovata...ritrovata, più bella di prima. Oppure era lei che aveva lasciato me e che mi ha ritrovato dopo tanto tempo... ecco cosa le ho detto...

"Incredibile se penso a come tu mi abbia potuto sopraffare anche quella sera quando eravamo qui. Ho sentito che il tempo era prezioso. Avevo sperato troppe volte di averti li con me e avevo pensato che quel tempo sarebbe stato preziosissimo. "Il tempo è quello che ne facciamo di esso." ... "E la farfalla conta gli attimi, non gli anni ed ecco perché il suo poco tempo le basta"...Quanto vere che sono queste frasi, da non credere quanto descrivano esattamente quello che voglio dirti ora. Si, perché aspettandoti dopo tutti quei giorni sapevo che avresti reso quei momenti insieme preziosissimi.
Ancora una volta mi accorgevo di quanto era importante proprio mentre lo perdevo. In quei giorni avresti impreziosito il mio tempo. Avrei contato gli attimi con te e mi sarebbero bastati, come alla farfalla, pochi giorni. Ma tu non facevi nulla, mentre sapevamo entrambi, o forse solo io, di quanto quegli attimi avrebbero potuto significare. Stavi impreziosendo il mio tempo ma tu non la pensavi allo stesso modo su di me, e ti ho detestato per questo. Ho detestato anche me, per tutte le volte che non sono rimasto un attimo in più....
Rimasto un attimo di più. Fermo, a guardare...a sentire, a fiutare...la fuori, dove abiti...
Ancora una volta mai avrei voluto pensare che il mio tempo lo stavi già impreziosendo ogni volta che stavamo insieme. Ma anche quando non stiamo insieme, nel magnifico gioco che è l'attesa e l'immaginazione. Impreziosisci tutt'ora il mio tempo. 
Quando senti che ti basta un attimo per sentirti meglio vuol dire che stai diventando una farfalla, che la stai pensando come lei. Rendere il tempo prezioso è il più bel riconoscimento che dobbiamo alla vita stessa. Qualcuno mi ha detto: "Ciò che facciamo della vita è ciò che restituiamo a dio".... Beh, qualunque sia la verità,grazie per darmi l'illusione di poterlo fare, con il mio tempo.
Ora capisci cosa significa poter fare qualsiasi cosa, questa sera? Capisci cosa significa fare una cosa qualsiasi, questa sera?"

Sono al limite del ridicolo credo :-\ ah ah!! Che fissa! "Sbalordito il diavolo rimase, quando si accorse di quanto osceno fosse il bene..."

Ciao 

JMBReRe


domenica 12 maggio 2013

"Suonami una vecchia canzone Sam"

Ultimamente ho un rapporto conflittuale con la radio. Allora, la ascolto veramente poco, ma un poco ogni giorno, in macchina. Ci sono occasioni in cui la accendo e vorrei solo ascoltare una canzone già sentita: conosciuta. In generale mi piacciono i gruppi emergenti (perlopiù inglesi) e mi piacciono le novità, i suoni nuovi. Ma ci sono delle volte in cui vorrei solo ascoltare una canzone già sentita, per poterla riconoscere e ripercorrere. Una canzone per tirar fuori vecchie sensazioni, che sono rimaste su vecchi scaffali come vecchi spartiti. Ogni volta che cerco una stazione che passi una canzone di questo tipo succedono 3 cose: o si sente male, oppure si sente l'ultima parte e poi c'è pubblicita, oppure bisogna scendere perché si è arrivati nel posto in cui si doveva andare!

Perché, a volte, mi chiedo che ne è stato di espressioni bellissime che si sono perse perché sono state inglobate in concetti senza uscita ne seguito. E ho bisogno di sentirle di nuovo, all'occasione giusta, per poter riscoprire il vero significato e poter godere nuovamente del loro senso perduto. Mi spiego meglio...

Prendiamo ad esempio un paio di espressioni tipo: "bello come il sole", oppure "buono come il pane"... ecco!  Abbiamo la sfortuna di vivere in un'epoca nella quale, ormai, tali espressioni immediate e quasi banali sono diventate talmente vecchie che sono diventate senza impatto. Ora parlo per me, ma credo che pochi possano dire di pensare ad un tramonto infuocato o al sole di primavera dopo un temporale o ai raggi tra i pini impolverati, quando sente l'espressione: "bello come il sole". Un paragone più azzardato e più ragionato ci farebbe sicuramente riflettere di più e ci farebbe maggiormente pensare ai due termini di paragone. Ecco... "buono come il pane"... e chi ci pensa al pane affumicato su una stufa, o al pane fatto in casa la mattina di Natale, o al pane con le olive, alle noci? Al pane nero tedesco con una fetta di speck o una marmellata? Dire "buono" oppure "buono come il pane" credo che non abbia tanto un effetto differente. O almeno per me: la mia attenzione si attiverebbe magari con paragoni più arditi e "ragionati"? Ditelo di nuovo: ditemi qualcosa di banale per farmici riflettere nuovamente!

Ecco perché a volte vorrei solo che la radio passasse una canzone già conosciuta. Per farmela riassaggiare e per farmi capire di nuovo perché mi era già piaciuta. Facendomi allora percepire quelle inflessioni che solo chi l'ha già sentita parecchie volte può percepire: quelle sfumature del quadro che solo uno che lo ha osservato per molto tempo (oppure solo un esperto, ma non è il mio caso) riesce a distinguere.

Nella corsa ciò può sembrare banale, ma oltre a tutte le occasioni in cui vorrei prendere una strada sconosciuta per attivarmi ed esplorare ambienti diversi, ci sono alcune occasioni in cui mi sento solo predisposto a ripercorrere strade conosciute a memoria. In queste ultime occasioni mi piace vedere solo facce già conosciute in posti già noti. Persone che non se ne sono mai andate, in posti dai quali non mi sono mai staccato. E il tipo di scoperte che si fanno in luoghi già noti, non sono meno avventurose o degne di nota di quelle che si fanno in territori sconosciuti. La predisposizione del  nostro animo penso che sia il particolare fondamentale. Chi si pone all'ascolto sentirà sempre qualcosa: il più sordo è chi non vuole ascoltare... Si chiaro, condivido il punto di vista di chi si entusiasma per le cose nuove. Ma è impagabile scoprire qualcosa di nuovo lungo una strada che si pensava di conoscere a memoria. E' come intuire una melodia nuova in una canzone nota. Ma guarda caso, oggi l'abbiamo notata, ed oggi ci va a pennelo. Quasi fosse un vestito che fino a ieri non ci vedevamo bene addosso, mentre oggi ci sta benone!

Quando capita è così naturale che sembra un sasso che rotola. E mi viene in mente la frase del film Casablanca: "Suonala Sam. Suona: 'mentre il tempo passa'."
E mi ricordo di quando chiudo una serpentina sulla neve fresca. Mi giro a guardare la traccia. Di nuovo. Di nuovo. Mentre il battito e il respiro rallentano. Mi giro a guardarla di nuovo, coi miei nuovi occhi. E' sempre la stessa eppure è diversa dal minuto prima, dall'anno scorso, dalla prima volta. Abbiamo nuovi tasti, per nuove melodie. Abbiamo nuovi colori per nuove tonalità. Ci si gira ancora per rivevere la discesa mentalmente, internamente: per rendere meno doloroso il distacco, prima di tornare a fare dell'altro, da qualche altra parte, con qualcun altro..  
Come un pianista che, ha finito di suonare e appoggia delicatamente il coperchio sui tasti, mai con violenza.
Allo stesso modo in cui il bacio dell'arrivederci è quello più morbido di tutti. E poi ci si saluta a voce, e poi magari da lontano e poi solo con la mano.

Come quando, non appena si parcheggia la macchina, si aspetta a scendere perché in radio sta andando un bel pezzo. Ma è proprio mentre il tempo passa  che quella canzone sta andando avanti ed è necessario scendere.
E non si spegne allora la radio di botto.
Si abbassa piano il volume facendo sparire la canzone piano piano. Come per impedire di farle del male.
Come impedirsi di farsi del male.

PS: La settimana 29 Aprile - 5 maggio mi ha visto fare:

  • Corsa 5 all 45 km: 5 mar, 10 mer, 10 gio, 10 ven, 10 dom;
  • Bici da corsa: 1 da 30 sab;
  • Mtb: 1 da 30 dom;
  • Arrampicata: falesia dom;
La settimana 6 - 12 maggio mi ha visto fare:
  • Corsa 5 all 45 km: 7 mar, 10 mer, 10 gio, 9 ven, 15 dom;
  • Mtb: 1 da 20 dom;
Va bene....

JMBReRe

giovedì 2 maggio 2013

Aprile (dolce dormire): si cambia

Blog allo sbando, diario in confusione... mettiamo a posto le cose:
Settimana: 8-14

  • Corsa: 5 all: 55 km;
  • Bici da corsa: 1, 46 km;
Settimana: 15-21

  • Corsa: 4 all: 61 km;
  • Bici: 1, 30 km;
Settimana: 22-28

  • Corsa: 1 da 10 :-(
  • Falesia 2;
  • Vie alp: 2; 

Allora aprile 2013 mi ha visto fare:

  • Corsa: 16 all, 181 km, ok, nella media;
  • Bici da corsa: 2 tot 76;
  • Arrampicata: 2 falesia, 2 vie lunghe;
  • Scialp: 1 da 300... se non la mettevo facevo più bella figura :-(
Aprile 2012 cosa mi aveva visto fare?

  • Corsa: 10 all (direi sotto media...) 126 km (direi sotto media....)
  • Mtb: 3/4 all e in tot 130 km circa...boh...
  • Bici corsa: 2 e in tot 50 km...direi che abbiamo fatto pena...
  • Trave: 6 all, ok ci stà se scarichiamo l'ultima sett
  • Snow alp: 2 da 700 l'una...che goduria...
La bilancia si equilibria alla fine di questo mese rispetto all'inizio arrembante del 2012. Il task dei 2000 km annuali di corsa sembra che sia raggiungibile (essendo vicini a quota 900 a fine aprile), il task dei 10000 in bici sembra impossibile; il task dei 100'000 metri di dislivello in montagna sembra impossibile. 

Aprile è un mese di flessione e lo dicono le statistiche, mie. Si cambia. 
Dentro aria calda e fuori aria fredda. Via i giubbini, si corre in maniche corte. Arriva maggio col suo carico di  pollini nell'aria, con le sue serate temperate. Arrivano i primi doppi e le prime uscite in falesia. Profuma di magnesio questo inizio di maggio. Profuma di lavanda ed erba bagnata dalla pioggia. Di corde lasciate negli zaini troppo a lungo. E mi viene in mente questo passaggio di Walden di HDT ovvio  (che avevo postato tempo fa, ma in inglese):

"Mentre stavo lasciando la capanna dell'irlandese, sotto la
pioggia, drizzando ancora i miei passi verso il lago, la mia
fretta di prendere i lucci, aprendomi una via attraverso prati
deserti, paludi e pantani, in luoghi selvaggi e abbandonati,
apparve, per un istante, volgare, a me che ero stato mandato a
scuola e all'università; ma mentre scendevo di corsa la collina
verso il rosseggiante occidente, con l'arcobaleno sopra le spalle
e qualche debole suono tintinnante trasportatomi all'orecchio
attraverso l'aria purificata, non so da che parte il mio buon
Genio sembrò dirmi: "Va' a pescare e a cacciare in lungo e in
largo, giorno per giorno, sempre più in lungo e sempre più in
largo - e riposati presso molti ruscelli e molti focolari, senza
timore. Ricorda il tuo creatore nei giorni della tua gioventù.
Alzati libero da cure, prima dell'alba, e cerca l'avventura. Che
il mezzogiorno ti trovi presso altri laghi, e che la notte ti
sorprenda dovunque a tuo agio. Non esistono campi più ampi di
questi, né selvaggina più degna di quella che qui puoi godere"

il seguito è un po' più ardito e stento a trovarne un parallelo con questa flessione e di fine aprile e questa voglia di ripartire di primo maggio. Il suono tintinnante è quello dei moschettoni.... via, si cambia...aria...

Più o meno questi sono i JMBReRe pensieri più o meno realizzabili e più o meno realistici che hanno affollato la mia testa in questo fine aprile. Questi e molti altri.

sabato 13 aprile 2013

Marzo: padrone e schiavo nel "giro A"

Il "Giro A", per la mia nomenclatura, è il base-base e l'ho introdotto lo scorso autunno, come risultato della mia crescente voglia di trail. Il bello di questo giro è che si svolge qusi interamente lontano da strade trafficate: si snoda per i campi e serpeggia per le colline tra la vite, l'olivo e il cipresso. Essendo il giro standard l'ho percorso con ogni condizione di meteo e più o meno ad ogni ora del giorno. Ricordo bene che ad ottobre, quando sono cominciate le prime uscite al buio, ero uso a portare una frontale con me. La frontale è un rimasuglio del mio equipaggiamento da corsa sulle strade trafficate o sulle ciclabili.
Pensavo: "Beh, fondamentale la frontale per i percorsi un po' più accidentati, basta mettere male un piede, e...".
Ora, questo percorso è collinare, non ci sono grosse asperità da affrontare ed evitare: dopo un po' lo si impara...

Doveri e oneri sono compresi nel possesso. Ed ecco che, attraverso un percorso così, ripetuto e ripetuto, la frontale porta all'attivazione di uno strano meccanismo. Potrei dire che si finisce col credersi padroni della luce, che però per forza di cose ci porta a vedere solo ciò che rimane nel raggio d'azione della frontale. Ma per la strana sfaccettatura della realtà, per la quale si è padroni solo di ciò che non si possiede, una volta che si crede di possedere una cosa, se ne diventa schiavi senza crederci, o senza saperlo.
Padrone della luce e, quindi, schiavo della mia frontale.

Bello quindi, quando, quella sera, indebolito dal sonno carente, nel bel mezzo del giro A, mi immaginavo assalito da animali d'ogni sorta. Ero schiavo del mio frontale e, preso da una strana agitazione, ad ogni fruscio mi giravo cercando di scoprire la causa del rumore. Credevo di non poter veder niente se non avessi potuto illuminarlo con il mio frontalino e i gufi, le civette, i gatti selvatici e le volpi, diventavano spettri d'ogni sorta e cattiveria. Ad un certo punto, mammalucco come sono, sono inciampato in una radice e sono finito per terra. Che scena impietosa per tutti i miei spettatori immaginari... e che scena comica per tutti gli animali che nel buio sanno perfettamente come muoversi. Disteso per terra, col frontale rivolto verso il terreno e il mio ginocchio sbucciato mi sono sentito assalito da mille carnivori letali!
E' bastato aspettare, per rendersi conto di ciò che era la realtà: ero una cimice voltata a pancia in su, ero solo un omuncolo che credeva di possedere la luce e di poterci vedere perciò al buio. Un Prometeo dei poveri che si era autodotato di un fuoco, di cui non conosceva il segreto. Che ridicolo!
Al ritorno da quel giro ho utilizzato sempre meno il frontale, cominciando perciò a correre il mio giro A alla luce del buio. Ora non la prendo nemmeno più su. E penso che ora vedo molte più cose di quando avevo una frontale. Miglioro i sensi e la propriocezione. Vedo la cupola di luce rossa della città quando è nuvoloso, e la cupola stellata della notte quando c'è limpido. Distinguo la mia ombra quando è creata dalla luna, distinguo meglio gli animali e mi preoccupo meno dei rumori. Non sono padrone della luce, ma sono libero nel buio.

Almeno questo è quello che mi piace credere, ecco...

Rimettendo a posto il diario:
Settimana 25-31 Mar:
  • Corsa: Lun 10, Mar 10, Ven 10, Sab 9, Dom 11;
Settimana 1-7 Aprile:
  • Corsa: Mar 10, Mer 9, Gio 10, Sab 12, Dom 9;
  • Scialp: 300 D+ Ven;
Marzo allora mi ha visto fare:
  • Corsa: 18 sessioni, 191 km;
  • Secco/Pesi: 4 All;
  • Scialpinistica: 4 tot 3000 m disl.
Marzo 2012 cosa mi aveva visto fare?
  • Corsa 18 all e in tot 159 km...ok sopra media e sono soddisfatto
  • Bici da corsa 4  all in tot 220...insomma :-/
  • Mtb 2 all e 55 km
  • Trave 7 all
  • Boulder 3 all
  • Arrampicata 4 all
Si insomma... sessioni di corsa decisamente allungate per me! Bene! Ma ero molto messo meglio con l'arrampicata... :-( Come manca poi la bici :-( Arriverà con la primavera credo...

JMBReRe

venerdì 29 marzo 2013

Le gare, secondo me, sono come gli Oracoli

Ultimamente mi sono dovuto confrontare con l'argomento "gara" in diverse discussioni. Questo principalmente per via delle ultime notizie spiacevoli riguardo a gare di endurance che sono state comunque iniziate nonostante condizioni meteo critiche. Questo ha provocato spiacevolissime conseguenze sulla salute dei partecipanti che si sono comunque spinti verso il loro limite, come, secondo me, in una gara, è giusto aspettarsi. E' già successo, e succederà ancora. Non è questo il posto in cui io riesca a discutere di questo argomento. Non riporto link riguardanti queste notizie: penso che chi è dell'ambiente si sia già interessato e abbia in testa già diversi esempi, sia recenti che datati. Chi non è dell'ambiente può sicuramente interessarsi senza il mio aiuto.

Qui vorrei parlare di come la vedo io. Di come interpreto io la cosa: la possibilità di spingersi fino ad un limite che, se valicato, può portare a conseguenze estreme. La ricerca di questa possibilità. Regalarsi questa possibilità. Sia in allenamento, sia in gara. A fine giornata, di notte o all'alba. Di domenica o il lunedì di Pasqua. Di quanto sia coscente/incoscente lo spingersi fino a questo limite. Di quello che può essere il proprio tornaconto, se ce n'è uno. Capire perché questo tornaconto non possa essere spiegato, se non con la ricerca del tornaconto stesso. La ricerca della soluzione, sembra essere la soluzione stessa.

Secondo me, quindi.... assolutamente e candidamente solo secondo me. Da figlio minore dello sport.
Dico solo che raggiunti certi livelli di fatica, di coinvolgimento, di eccitazione, ci si stacca dalla realtà. Questo può accadere nella corsa, come nel boulder, come nell'arrampicata sportiva, come in quella alpinistica. Come nella bici. Quello che credo è che la facilità con la quale ci si stacca dalla realtà dipende dalle nostre naturali propensioni, e credo che rincorriamo ciò che più rapidamente ci fa trasportare. Dico che la ricerca di questo distacco, a qualcuno che lo ha provato, sia incentivata dal fatto che, fuori dalla realtà esista un proprio io felice e puro, selvaggio. Selvaggio nel senso che ci riporta ad affrontare i problemi più fondamentali della natura umana: sete, fame, affaticamento, necessità di calore e riparo. Libertà di poter pensare ad altro, a quello che si vuole: a qualunque cosa. Quell'io ha tutto ciò di cui ha bisogno perché è libero in tutti i modi in cui non lo siamo noi. Essersi trovati di fronte a questo io può aver fatto piacere e non si può fare a meno di cercare di nuovo di riuscirci.

Quante volte capita di chiedere a persone o canzoni o libri di portarci via dalla realtà? E' uno stato mentale e fisico che ci fa volare via come può farlo alla pari il sonno. L'ambiente circostante e il contesto d'altra parte agiscono  accelerando o decelerando questo processo: sempre a seconda delle propensioni personali. Uno può volare via in fretta in mezzo ad una folla prima della partenza, oppure uno vola via più facilmente da solo mentre corre in un bosco. Dipende da ognuno. Uno magari vola via leggendo il suo libro preferito in treno. Oppure ascoltando un pezzo con l'ipod in metropolitana.
La gara, secondo me, accelera questo processo: è eccitante e narcotizza. Ci fa raggiungere prima quello stato. Quello stato muta nel tempo e può passare dallo stato di grazia iniziale a stati via via più confusionali o incoscenti o di eccitazione o deprimenti. Per me, anche l'arrampicata è così: il fatto che il pericolo percepito sia maggiore, ci fa subito dimenticare il resto e ci porta via. Con diversi tempi e diverse intensità, le attività agiscono su di noi. E siamo noi stessi somministratori e somministrati di questa medicina. Registi e attori. Siamo anche sceneggiatori? Con che grado di libertà possiamo scrivere il copione? Quanto coscientemente? Quanto arbitrariamente? Quanto è già scritto?

Una sorta di ricerca di quell che siamo e delle personalità che incarniamo a seconda delle situazioni.


Per questo dico che l'attività sportiva è la ricerca di se stessi. Da qui, il parallelo con l'Oracolo di Delfi.

Ti avverto, chiunque tu sia. Oh tu che desideri sondare gli arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dei. Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei.
Oracolo di Delfi


Attività sportiva...Sia quella indiviuale che quella di squadra. La gara offre la possibilità di essere spinti da un vento favorevole verso l'isola dove incontreremo il nostro io selvaggio. E non è uguale per nessuno in assoluto, è sempre relativo e soggettivo, anche a parità di prestazione. Anche a parità di tutto ciò che è l'esterno, perché dipende fortemente dalle attitudini personali ed è legato alle percezioni, ai propri feedback che confrontano lo stato attuale con la condizione che vorremmo percepire. Dico solo che la gara o l'allenamento più estremo porta questi feedback a funzionare male, ci porta fuori controllo e, in altre parole: ci mette nelle mani di questo nostro IO che agirà in base alle più pure leggi che sono scritte dentro di noi. Qualcuno può aver paura di scoprire ciò che è scritto dentro di ognuno: se ci fosse scritto di agire in modo sbagliato? Incoscente? O, peggio, vile? E che dire se ce ne fosse scritto qualcosa di buono? Che ci piace? Che ci fa pensare che il nostro IO sia meglio di noi stessi? Non cercherei di rincorrere per sempre quello stato?

Nella Storia Infinita dicevano: "Le sfingi sanno vedere fin dentro al tuo cuore".


Non si mente a se stessi.

E ancora:

"-Tu non capisci un bel niente! Il peggio deve ancora affrontarlo.
La porta dello Specchio Magico: si troverà faccia a faccia con il proprio io.
- E con questo? Che vuoi che sia per lui?
- Eeh, tutti sono convinti che sia facile...
Ma sovente i buoni scoprono di essere crudeli, eroi famosi scoprono di essere codardi.
Posti di fronte al loro vero io pressochè tutti gli uomoni fuggono urlando! "

Esopo ci insegna anche che, se è questo a cui ci si vuole sottoporre, alla purità del giudizio non ci si sottrae. Perché è la realtà delle cose a giudicarci a prescindere dallo stato in cui ci troviamo. Come dice la favola di Esopo, la decisione è nelle nostre mani, come un passerotto. Qualunque personalità si stia incarnando nel momento dell'attività si deve tenere ben presente che il passerotto è nelle nostre mani. Nelle mani del nostro IO: incoscente, selvaggio, delirante, eccitato, depresso. Spingersi al limite e cercare questo limite è procurarsi l'occasione di presentarsi alle nostre diverse persone. Prendere il rischio di presentarsi a queste persone. Vale la pena, non ne vale la pena? Fino a che conseguenze accettabili? Con che grado di rischio? Le risposte sono tutte personali, come un passerotto nele nostre mani. La ricerca della risposta, sembra essere la risposta stessa.

Io dico.... Conosciamo noi stessi, che dentro di noi c'è una folla.

"Conosci te stesso" ... 

Vi lascio alla favola...

Esopo - L'imbroglione
Un imbroglione s’era impegnato con un tale a dimostrare che l’oracolo di Delfi mentiva. Nel giorno stabilito, prese in mano un passerotto e, copertolo col mantello, andò al tempio, si fermò in faccia all’oracolo, e gli chiese se quel che teneva tra le mani respirava o no. Se gli fosse stato risposto di no, egli intendeva mostrare il passero vivo: se invece gli fosse stato detto che respirava, l’avrebbe strozzato prima di tirarlo fuori. Ma il dio, comprendendo il suo malizioso proposito, rispose: “Smettila, uomo, perché sta in te far sì che ciò che hai in mano vivo oppure morto”.

NB: la morale che si trova scritta è un tantino diversa. Come disse Doc in Rotorno al Fuutro: "Ho pensato: chi se ne frega?" La mia interpretazione è questa. Credo che nessuno riporterà qui Esopo per dirmi che sono un c******e che non ci capisce na cippa della sue favole.... Mi prendo tutto il vantaggio di essere distante secoli da lui...

Tag per tirarsi il trip mentale

Settimana 4-10 Mar
  • Corsa: 4 all: lun mar mer 10 10 10 e dom 20;
  • Trave: 1 All;
Settimana  11-17 Mar
  • Corsa: 4 all: 11 Mar 10 Merc  10 Sab  10 Dom;
  • Trave: 2 All;
Settimana 18-24 Mar
  • Corsa: 4 all: Mar 10 Mer 10 Gio 10 Dom 11;
  • Trave: 1 All;
  • Scialp: 700 D+ Mar, 1000 D+ Sab;
"...alcune persone che inalarono quei fumi furono invasi da furore profetico..."

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