«En redescendant, le cœur léger, je sifflote gaiement. Je viens de gagner le ticket pour le cap Horn, l’Amazonie… Ah ! Connaître l’enfer vert, la chaleur suffocante, les moustiques, les papillons aux ailes moirées, manger de la soupe de perroquet Ara, de la queue de caïman, avaler des larves gluantes, découvrir les mers du sud, entendre rugir le vent des quarantièmes, entendre hurler celui des cinquantièmes en doublant le cap Horn, siffler le dauphins qui dansent au clair de lune, apercevoir les glaciers qui brillent au fond des fjords ! Je veux vivre à en crever…»
JMB

martedì 5 agosto 2014

Un respiro degno: un attimo di adeguatezza (+luglio '14)

"Non dirmi che non sei contento...!?!"
"Ma no, non sto dicendo questo..cioè....l'avevo giurato che non sarebbe dovuta andare così. Invece è stato così... invece è andata così. Nulla è cambiato. Me lo ero giurato più sere. Le sere in cui avevo esaurito le forze, le energie, e avevo la sensazione di sentire, finalmente, di poter riuscire a dare tutto ciò che potevo per una causa. Non importava quale fosse. Così mi imponevo di stare attento e di rendermi conto di ciò che avevo messo in gioco per questo: si! la tabella di allenamento ha raso al suolo molte delle mie convinzioni. Un setaccio. Un colpo di spugna.
Ma rimane il fatto che non me ne è venuto niente, della gara in se."
"Che casino di discorso. Era una gara santo cielo. Hai pagato un fracasso di soldi per andarci...mille allenamenti a settimana. Hai buttato a mare mille inviti. Per cosa? Per nulla? Non dirmi che non ti sei commosso alla fine!? Ripensando al tuo percorso e al traguardo raggiunto"...
"Difficile non essere romantici nel momento in cui la fatica ti spoglia delle tue convinzioni superflue. "
"E cosa sarebbero?"
"Beh sarebbero le tue cose utili, escluse quelle indispensabili. Si! Ti commuovi all'ultimo giro, se pensi che la strada che ti manca è quella che ti manca per arrivare a casa. Per me è stato così. Ho pensato a casa mia. E mi sono venute in mente le scarpette rosse di Dorothy del Mago di OZ.. e lei che sbatteva i tacchi e che diceva:...<<La mia casa...è il posto più bello del mondo>>...stavo volando verso casa..ho pensato ai miei vecchi...grigi e curvi.
..ma poi lo sapevo che sarebbe successo... non c'è traguardo che possa soddisfare. Se si lotta con se stessi, non c'è posto in cui si possa andare senza portarsi appresso il problema.. e se il problema uno ce l'ha con se stesso allora voler trovare la soluzione con una gara è come voler specchiarsi con la stagnola del panino del pranzo: impossibile."
"Ma che è questo problema di cui parli?"  
"Mah, forse appunto l'impossibilità di rasserenarsi neanche a fronte del più costoso traguardo. Ma sono le risposte che sono insoddisfacenti o sono le domande ad essere poco focalizzate...? Ma ci facciamo poi le domande giuste? Nel senso, cerchiamo le risposte nei luoghi giusti?
Sai, mi metto a dormire sempre con gli scuri aperti. Ho la convinzione che se ci si sveglia con la luce del giorno il nostro risveglio è meno traumatico. Di estate è perfetto. All'incirca mi sveglio poco prima della sveglia. La vedo come una cosa più naturale, mi sembra di assecondare il ritmo delle giornate come probabilmente si faceva una volta. Quando procedevamo accovacciati e avevamo le braccia che arrivavano alle ginocchia..
Poi tengo la finestra aperta. Finestra aperta e scuri aperti: cerco sempre di conservare un lembo di cielo sulla mia vita, come consigliava quell'amico della famiglia Proust. A volte, se sono fortunato, uno spicchio di luna arancione si corica con me. E da sdraiato raddrizzo quella culla sospesa.
L'altra notte c'è stato un temporale tremendo...figurati se l'ho sentito arrivare, mentre dormivo...
Quel mattino mi ha svegliato la luce del mattino, giustamente, come sempre. Una delle due ante degli scuri si muoveva appena, libera dal suo gancio: andava e veniva cigolando. Come la banderuola col galletto che segna la direzione del vento.. La stanza si scuriva e si illuminava al ritmo delle ultime bave di vento in coda al temporale. Il mattino stava sciaquando la mia camera dal sonno.
Quello che ho sentito appoggiando i palmi dei piedi al pavimento fresco era il prurito e il pizzicore di uno strato di aghi di pino che aveva coperto il mio pavimento. Gli occhi appannati hanno messo poi a fuoco la situazione: anche sulla finestra e sul termosifone: ramaglie, foglie, aghi giallastri."
"Ma questo per dire cosa?"
"Per tentare di spiegare... Tentare di spiegare che nessun traguardo può darti quell'attimo di adeguatezza che cerchi."
"Aghi di pino? Adeguato a cosa?"
"Come a cosa? Ti senti sempre adeguato tu? Ogni respiro che fai? Io no...il respiro degno, quello che io chiamo l'attimo di adeguatezza non ti coglie se non dopo le stagioni piovose."
"Stagioni piovose?"
"SI...quello che io chiamo attimo di adeguatezza è il sentirsi all'altezza dell'intensità di ciò che puoi percepire, ma che di fatto raramente ti perviene.
Io parlo di quei profili, li vedi laggiù? Ecco quei monti sembrano sorti la prima volta stasera. Sembrano essere li solamente per soddisfare la tua sensazione di onnipotenza, con cui finalmente ti senti capace di scavalcare regioni, sorvolare foreste, sgretolare rocce......
Io parlo del colore dell'alba....
Io parlo dell'odore della carcassa di un cinghiale morto accanto al sentiero...
Parlo del gorgogliare della sorgente a cui passi accanto correndo al limite della sete. Parlo del fatto che tu di quella sorgente riesci a sentire la voce, non il rumore. Quella ti sa sussurrare e tu sai sentire. Dura più di un respiro, quell'attimo di adeguatezza?
Riesci a distinguere tutti i colori di quel tramonto? Oro, ambra, ruggine? Lo senti il tuo sangue che ha la consistenza della resina?
E quella che respiri è aria? A me sembra avere consistenza. Sembra esserci qualcosa nell'aria. Pulviscolo. Fumo acre.
Io respiro e butto giù. E rimane li con me. Per sempre. Un respiro adeguato, finalmente. Che ti segna.
E' li che vedi più chiaro..."
"Ma allora basta che vai un po' più spesso nei luoghi dove ciò accade...facile no?"
"Ma no...non hai capito un cazzo.."
"Te l'ho detto, arriva solo dopo la stagione piovosa..."
"Ma che cos'è? E cosa è che vedi più chiaro?"
"Vedi più chiara la risposta al perché dell'esistenza."
"Ma ti puoi figurare...."
"Ti dirò di più. Anzi, è la domanda che diventa più facile. Non è che la vuoi banalizzare, non sei così ingenuo. Non vuoi essere ottuso.. Tu odi le persone che rispondono ad una domanda banalizzando, ma non è questo il caso. Oppure lo è ma non ti sembra di far torto a nessuno, e non ti sembra di essere ne inesaustivo (ho davvero scritto inesaustivo???) ne sempliciotto a rispondere: <<Beh, è così...cosa vuoi di più?>>"
"E la stagione delle piogge che minchia centra?"
"Centra. Perché mai sai quando la tua mente avrà la forma della lente giusta, per farti vedere la semplicità e la grandezza delle piccole cose che ti circondano, facendotele percepire non più utili ma come essenziali alla tua esistenza. Guardati. E pensa che magari ciò che ti tiene in vita può essere lo sguardo di una persona, la pagina di un libro, un tramonto in montagna. Sono tutte cose di cui la nostra realtà è piena ed eppure è vuota.
Stentiamo a distinguere ciò che è utile da ciò che è necessario. Questo è quello che intendo con l'essere adeguato. Dio o chi per esso ha sparpagliato la grandezza ovunque. Ho bisogno solo di un po' di prospettiva.
Quel temporale che ha portato gli aghi di pino e quella folata di vento mi hanno un po' ridestato. La montagna ha lasciato il suo biglietto da visita nella mia povera stanza.
Non esistono traguardi. Solo stati di passaggio: passi, anelli, valichi, momenti, istanti, respiri. Il respiro di adeguatezza ti segna dentro. Come il catrame del fumo di una sigaretta, il respiro libero di quella polvere d'oro ti lascia un segno dentro.
Ti lascia proprio un anello, come la stagione della pioggia lascia il suo segno nel ceppo dell'albero che è stato tagliato e che l'alpinista sta bruciando adesso nella stufa da bivacco. L'alpinista riposa e si rifocilla, inconsapevole del fatto che la polvere d'oro che sta respirando gli sta tracciando un anello tra anima e polmoni.
Mi son spiegato?"
"No"
"Ah. Benon. Dai passami il genepì... ho solo bisogno di un po' delle mie montagne..."
 
JMBReRe

PS: in questo video ho cercato di rendere l'idea di cos'è, per me, un respiro adeguato.....solo per me dico eh...che non voglio deviare o convincere nessuno...
O questo genere di cose...o il degenero delle cose, come piace dire a me.


Ora adiamo a sistemare il diario porca l'ocaaaaaa!!!!

Settimana 30 giu-6 lug
  • Corsa: 8 lun, 8 mar, 8 sab, 8 dom;
  • Escursione: dom 400 D+;
Settimana 7-13 lug:
  • Corsa: 8 lun, 12 1000 D+ ven, 8 dom;
  • Bici: 220 Sab, 25 dom;
  • Nuoto: mar, mer, gio;
Settimana 14-20 lug
  • Corsa: 8 mar, 8 sab matt, 12 sab 1000 D+ pom, 9 dom;
  • Bici: 30 mer;
  • Nuoto: lun;
Settimana 21-27 lug
  • Corsa: 42 dom (Zurigo)
  • Bici: 30 mer, 180 dom (Zurigo)
  • Nuoto: lun, mar, gio, dom (Zurigo) 
Settimana 28 lug - 3 ago
  • Corsa: 12 ven, 9 sab 600 d+:
  • Bici: 30 mer, 
  • Nuoto: Gio
  • Falesia dom (ridicolaggine) :-D
  • Mtb: dom 30;
Quindi ora facciamo i conti per luglio:
  • Corsa: 12 all, 143 km;                           :-)
  • Bici: 6 all, 425 km;                                :-)
  • Nuoto: 9 all;                                          :-)
  • Escursione: 1 da 400-500 d+ forse;       :-(
Ma negli anni scorsi cosa avevamo fatto?
  • Corsa: 14 All, 173 km;
  • Bici: 9 All, 415 km;
  • Falesia 1 uscita :-(
  • Nuoto: 5 all, 5000 mt... che schifo
Luglio 2012 avevamo fatto:
  • Corsa: 11 All, 123 km;
  • Bici da corsa: 9 All, 350 km;
  • Mtb: 2 All, 70 km;
  • Via di Roccia 1;
Direi che siamo in linea con i miei alter ego del 2012 e anche 2013. 

Ne siamo lieti...

JMBReRe