«En redescendant, le cœur léger, je sifflote gaiement. Je viens de gagner le ticket pour le cap Horn, l’Amazonie… Ah ! Connaître l’enfer vert, la chaleur suffocante, les moustiques, les papillons aux ailes moirées, manger de la soupe de perroquet Ara, de la queue de caïman, avaler des larves gluantes, découvrir les mers du sud, entendre rugir le vent des quarantièmes, entendre hurler celui des cinquantièmes en doublant le cap Horn, siffler le dauphins qui dansent au clair de lune, apercevoir les glaciers qui brillent au fond des fjords ! Je veux vivre à en crever…»
JMB

martedì 26 febbraio 2013

Viaggiando coi profumi

Non so voi di che avviso siete, ma secondo me le cose più difficili da descrivere sono i profumi e gli odori. Per descrivere un profumo è più facile fare dei paragoni, piuttosto che fornire aggettivi. E' più facile fare associazioni, parallellismi. Le descrizioni dei profumi e degli odori magari sono nella nostra memoria e nelle nostre capacità, ma sono difficili da estrarre, come le radici più profonde di una pianta. L'odore fa viaggiare la mente più veloce di qualsiasi altra cosa, proprio perché è direttamente associato a qualcosa. Più della musica, più del gusto, più della visione.

Mi capita sempre di sentire un odore e di essere trasportato alla velocità dell'immaginazione: più veloce del suono e della luce. Ce ne sono certi che sono infallibili: l'odore dell'erba umida appena tagliata, che mi riporta al vecchio tagliaerbe nel vecchio giardino; il profumo secco degli aghi di pino marittimo, che mi riporta alle vacanze al mare; la salsedine, che mi riporta sul traghetto per la Sardegna...
L'odore del sudore della maglietta che usiamo per il dodicesimo allenamento di fila, perché a lavarle si rovinano. L'odore del fango, del fieno. Appena li sento, vengo trasportato in un posto diverso, in un istante e per un istante. E così anche il profumo di una donna che mi passa accanto e che mi porta tra i suoi capelli, sul collo, sotto l'orecchio: non esiste al mondo un regno più grande e misterioso di quello dell'immaginazione.

E così, stamattina sono uscito convinto di trovare una mattina grigia e piovosa, come da previsioni.
Invece c'era un cielo limpido ed un'aria fresca. Dai, ci siamo capiti... uno di quei giorni...
E' arrivata una folata che ha portato con se il profumo della neve. Non riesco a descriverlo se non così. In un istante mi sono sentito sulla mia cresta preferita con la neve alle ginocchia e con lo snowboard sulle spalle. In un istante, per un istante.
Avrei voluto respirare fino a scoppiare.

Ma la folata si è subito smorzata: la sensazione di cambiamento è subito cessata. Nell'istante successivo a quello che mi aveva visto volare via, mi sono ritrovato coi piedi sull'asfalto di un parcheggio, con le chiavi in mano e con lo sguardo fisso alla portiera della macchina. C'era una strana figura nel riflesso scuro del vetro. Ho visto la figura immergersi nel colletto del proprio cappottino e premere il tasto di sblocco sulle chiavi. Un rumore è sembrato arrivare da lontano, accompagnando il lampeggiare delle 4 frecce e l'arrivo di un altro istante.

Era la mattina di un giorno lavorativo invernale.

PS: Settimana 18-24 Feb

  • Corsa: 4 all: lun 10, mar 12, gio 10, dom 38;
JMBReRe


Nessun commento:

Posta un commento