«En redescendant, le cœur léger, je sifflote gaiement. Je viens de gagner le ticket pour le cap Horn, l’Amazonie… Ah ! Connaître l’enfer vert, la chaleur suffocante, les moustiques, les papillons aux ailes moirées, manger de la soupe de perroquet Ara, de la queue de caïman, avaler des larves gluantes, découvrir les mers du sud, entendre rugir le vent des quarantièmes, entendre hurler celui des cinquantièmes en doublant le cap Horn, siffler le dauphins qui dansent au clair de lune, apercevoir les glaciers qui brillent au fond des fjords ! Je veux vivre à en crever…»
JMB

domenica 2 febbraio 2014

Tutti per uno, uno per tutti

Sono sceso dal treno l'altra sera. Il treno era il regionale delle 18 e 47. Ero salito in coda al treno e quindi,
appena sceso, per raggiungere le scale dei sottopassi, ho percorso tutta la banchina a fianco dei vagoni ancora fermi ed esitanti.
Era buio e la pioggia picchiettava. Fine fine.
Per ogni carrozza c'erano diversi scompartimenti. Per ogni scompartimento c'era un finestrino. Per ogni finestrino c'era una figura che, nella luce gialla e calda delle carrozze, sbucava contornata dall'alone grigio-oro della condensa illuminata. La luce dava vita al finestrino appannato tanto quanto i visi davano sostanza a quelle figure sulle quali, ora, si condensava la mia attenzione.

Proseguivo camminando. Una signora, sarà stata sulla quarantina, si mordicchiava il labbro superiore. Nel contempo, leggeva un giornale. Aveva dei capelli biondi, ma non chiarissimi. Quasi castani. E ricci.
In più aveva degli orecchini ad anelli grandi. Quegli orecchini la invecchiavano però, non so perché, forse perché erano troppo classici. Sembrava una maestra di storia delle superiori. Aveva l'aria stanca ma beata.
Un ragazzo dormiva a bocca aperta, con la fronte appoggiata sul lato destro del sedile. Aveva la barba incolta. Mentre lo guardavo, alle sue spalle, passava una ragazza che si faceva largo tra i sedili. Non era molto aggraziata e, secondo me, stava rientrando dal bagno e tornava a sedersi al proprio posto da cui si era alzata. Secondo me ci sono alcune persone che, nonostante vadano in bagno in treno portandosi dietro tutto il proprio bagaglio, fanno sempre ritorno al proprio posto, come se il bagno fosse un posto del treno dal quale, una volta usato, prendere le distanze. Questo pensiero mi ha distratto dal ragazzo dormiente con la barba incolta e di cui, ora, non ricordo molto altro e del quale, quindi, non posso scrivere altro.
Un signore stava armeggiando con un portatile che teneva sulle ginocchia. Aveva una giacca di taglio elegante. Era quasi privo di capelli e aveva degli occhiali con stanghette trasparenti e con delle leggere e fini righe rosse. Sotto la vestiva un lupetto nero. Il lupetto mi ha fatto pensare a Steve Jobs. Una ragazza si limava le unghie. Si guardava le mani e poi guardava fuori. Due volte lo ha fatto, nel breve tempo in cui sono
passato accanto al suo finestrino. Aveva delle cuffiette bianche e dei capelli castani lisci che lasciava cadere a lato del viso. Aveva il tipico viso di quelle persone che sembrano tristi, forse perché un labbro inferiore
marcato e delle sopracciglia crucciate sopra al centro degli occhi e inclinate verso il basso all'esterno, donano loro un piccolo broncio perenne. Ciononostante, a me, lei sembrava molto serena. Aveva occhi bellissimi. Il suo broncio triste ma sereno, unito ad uno sguardo verso il buio di una stazioncina, davano quasi l'impressione che avesse gli occhi lucidi e fosse pronta a piangere per la contentezza: forse stava ascoltando una canzone che portava a galla ricordi emozionananti. Dietro di lei un ragazzo di colore di età indefinibile sembrava assopito in qualche vago rimuginamento mentale. Sopra la sua testa e al suo cappello con visiera, penzolavano le fibbie nere di quella che credo fosse stata una grossa borsa. Lui era vestito di tutto punto, con un piumino arancione slavato ed una sciarpa. Dopo qualche metro due ragazzi se la ridevano allegramente. A quanto pare si stavano prendendo in giro a vicenda. Mi davano l'idea di due studenti universitari che se ne tornavano dopo una giornata di lezioni e di biblioteca. Dalla pettinatura fino al maglione erano diversi per colori e stile, ma qualcosa mi diceva che condividevano stesse compagnie e stesse problematiche. Erano due amici che se la ridevano. Per quel momento è venuta anche a me la voglia di ridere dicendo la prima stupidata che mi veniva in mente. Mi è venuto un piccolo colpo di tosse come se stessi reprimendo una risata da non esternare. Non molto lontano stava un tizio sulla trentina che mi ricordava Bradley Cooper. Stava parlando con un'altra figura di cui non ho potuto scorgere nulla. Mi ha fatto pensare ad "Una notte da leoni", ma a dire il vero, anche al "Lato positivo" e, più che altro, ad "American Hustle" e a Jennifer Lawrence. Questo mi ha impedito di potermi concentrare sulle due figure successive. Qualche passo dopo mi accorgo che sto quasi sbattendo contro il capotreno. Il capotreno sarà stato 10 cm più alto di me. Mi dava le spalle e, in mano, teneva una luce verde. Alzava questa luce verde sopra la sua testa e faceva come un "ciao" esagerato con il braccio, indicando al macchinista che il convoglio poteva ripartire. Dopodiché ho dovuto fare attenzione al cartello con su scritto il nome della stazione. Poi mi è passato accanto un tizio di corsa che ingamberandosi con le fibbie della sua tracolla cercava di attirare l'attenzione del capotreno per poter salire all'ultimo secondo a disposizione. Ho riguardato il treno e ci ho visto dentro un signore che dormiva tutto serioso. Aveva i capelli bianchi e degli occhiali alla Antonello Venditti. Solo che i suoi erano trasparenti. Stava li, tutto serio, con gli occhi chiusi. Si era tolto la giacca ma se l'era lasciata sulle spalle: forse aveva un poco di freddo. Aveva una camicia bianca con trama scozzese fine blu e gialla. Il cappuccio della sua giacca aveva il pelo. Non so se era pelo vero o finto. Sulla sua persona incombeva la figura di un signore che era appena salito, ma che si stava proprio per sedere sul sedile di fronte. Quest'ultimo aveva un cappotto beige e teneva in mano una valigetta marroncino chiara. Non so se era una valigetta in pelle. Il signore con gli occhiali alla Antonello Venditti, forse, al suo risveglio, si sarebbe trovato davanti qualcuno che "prima" non c'era.
Ormai ero arrivato al primo gradino del sottopasso. Ora c'era luce anche per me. Era la luce asettica tipica dei neon dei sottopassi delle stazioni. I gradini mi hanno affrettato il passo, proprio mentre sentivo il segnale di chiusura delle porte del treno. La striscia gialla dei finestrini stava ripartendo lenta. Rimanevano le figure e scomparivano i visi. Ora, nella mia testa, stanno colando tutti via.

A volte succede che mancano 10 minuti alla fine dell'allenamento e sono già esaurito. Più che un esaurimento fisico è un esaurimento mentale. Le giornate lunghe fanno si che un allenamento serale possa trasformarsi in una piccola impresa da portare a termine. Questo accade specialmente alle ore 21 e 20 quando vado in piscina la sera. Infatti l'allenamento serale di nuoto si chiude alle 21 e 30.
La voglia cala drasticamente e non vorrei essere più li. Vorrei non essere più io, vorrei essere qualcun altro. Basta, non ho più forze di essere uno per tutti. Vorrei andarmene. Vorrei che qualcuno prendesse il mio posto e finisse l'allenamento al posto mio. Sono stanco di portare da solo questo fardello.
Resto in attesa e faccio ancora qualche vasca. I pensieri corrono lontano, all'oscurità delle profondità del lago di Zurigo, dove mi immagino immerso quest'estate.
Dopo poco sono sulle spalle di qualcuno che mi trascina. Durante il respiro successivo osservo le vetrate della piscina scorrere veloci al mio fianco. ...sono salito a bordo di qualcosa. Mi godo la scena, non sono più solo. E non sto più nuotando. Posso godermi la vista delle scie lasciate dalle mie bracciate, come dai traghetti ci si può sporgere per vedere le increspature dell'acqua create dallo scafo che solca i mari. La mia corsia fino ad un istante fa era vuota ed ora ci sono già due persone che ci stanno nuotando.
Poco prima della successiva virata noto altre persone: tutte mi somigliano ed eppure son diverse. Un ragazzo sputa negli occhialetti e li guarda sospettoso prima di partire per il suo allenamento. Un altro ci osserva seduto sul trampolino e sorride. Si sta infilando la cuffia. "Non comincerà mica anche lui a nuotare qui...siamo già in 4 adesso!".
Non appena viro, sulla sinistra, un ragazzo col mio stesso costume e la mia stessa cuffietta mi sorpassa lasciandosi dietro una scia di bolle piccolissime e diradate. Sono confuso ma respiro tranquillo: un'altra vasca è andata e ora mi giro per osservare l'orologio appeso alla parete. Sotto l'orologio passa un tizio che si appresta a cominciare il proprio allenamento. Getta l'asciugamano a parte e si guarda i palmi delle mani e poi si toglie delle pellicine. Secondo me si toglie le pellicine dai calli della palestra. Si siede sul bordo della vasca e vi immerge i piedi. "No! Fermo, non vedi che siamo tantissimi qui? Vai accanto che è vuota!".
In certe sere, dopo le 21 e 20 la mia corsia è affollatissima. Di persone che sono stato in passato. O di persone che sarò. Di persone venute fuori dall'altro ieri. O di persone venute fuori dall'oscurità del lago di Zurigo. Persone che io non sono. O che forse sono senza saperlo. Sono tutti li per uno. Tutti insieme per connettere due punti. Questi due punti sono distanti 10 minuti nel tempo, centinaia di metri nello spazio. Tonnellate e decine di metri cubi d'acqua e centinaia di bracciate ci separano da me. Da questo punto in poi, aldilà di questi minuti, aldilà di questo muro d'acqua, aldilà di questo allenamento in questo posto, aldilà di questa gente e aldilà dell'assoluto concetto di fatica... vedo un posto...c'è un momento...c'è un punto nella mia vita.
E qualcuno là ci sta aspettando, per essere di nuovo uno per tutti.

JMBReRe

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Settimana 6-12 Gen
  • Corsa: 2 all: lun 18 500 D+, Ven 10;
  • Nuotot: 4 all;
  • Secco: 3 all;
Setimana 13-19 Gen
  • Corsa: 10 Sab;
  • Nuoto: 4 all (Mer, Gio, Sab, Dom);
  • Secco: 4 all (Mer, Gio, Sab, Dom);
Settimana 20-26 Gen
  • Secco: mer gio ven, sab;
  • Nuoto: mer gio ven sab;
Settimana 27 Jan-2 Feb
  • Corsa: 1 all da 6 km;
  • Secco: lun mar gio ven sab;
  • Nuoto: lun mar gio ven sab;
  • Scialp: dom;
Gennaio 2014 allora: 
  • Corsa: 6 all: 65 km (fermi per infiammazioni) :"-(
  • Secco: 16 All; Mi pare.... :-)
  • Nuoto: 18 All; ?? boh :-)
  • Bici: 50 km; :-(
Gennaio 2013 conta:
  • Corsa: 22 all, 212 km;         :-)
  • Bici da corsa: 2 all, 70 km;  :-/
  • Nuoto: 1 All;                       :-(
  • Scialp: 2 (1700 D+)            :-/
  • Fondo: 15 km;                    :-O
Gennaio 2012
  • CORSA Sessioni: 18, Km: 145 -> Va bene, siamo nella media....
  • BICI da CORSA Sessioni: 3, Km: 160 ...beh va beh, uno schifo...
  • MtB Sessioni: 2, Km: 60
  • ARRAMPICATA Uscite: 1
  • BOULDER Uscite: 1
  • SNOWBORDALP Gite: 1
  • ESC-ALP Gite: 1
  • SECCO-PESI Allenamenti: 9
  • ROLLER Allenamenti: 1, km: 15

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