Ieri sera ottima corsetta e ottima trave... La corsa prima della trave, secondo il mio punto di vista, è un fantastico riscaldamento. Ricordo che molti testi consigliavano 5-10 min di corsa lenta...io ho fatto un pochino di più ma va beh.... Poi mi sono messo alla ricerca di qualcosa che parlasse di allenamento in rete e ho trovato qualche sito interessante. Nozioni interessanti su http://www.sportmedicina.com/ e su http://www.rawtraining.eu/ ... Se uno ha voglia di leggere....
Il mio interesse più nello specifico nasce in seguito alla situazione di stallo in cui mi trovo ora. Infatti con l'allenamento di due volte a settimana più un'uscita a settimana mi trovo fermo, a non progredire. Devo ammettere che gli allenamenti non stanno variando in intensità, ma questo va bene e infatti prova quello che dico ora. Non è vero infatti, come sospettavo, che un carico di lavoro di mezz'ora a seduta per due volte a settimana porta alla fine alla condizione di poter effettuare lo stesso allenamento senza sentire la fatica. Questo forse vale per un tempo che tende all'infinito...ecco forse si, per un tempo infinito si raggiunge l'asintoto, che è il poter eseguire lo stesso allenamento senza sentire la fatica. Nessuno ha il tempo per aspettare fino all'infinito...io neppure ovviamente...quindi è meglio interrompere il periodo di crescita verso quel limite per fornire all'organismo un altro tipo di stimolo e quindi un asintoto più alto e un limite più distante. In altre parole la rapidità di crescita che si ha imponendo uno stimolo nuovo è da sfruttare per progredire e crescere in senso assoluto. E' altrettanto ovvio però che i nuovi stimoli devono essere commisurati ai vecchi e, praticamente sempre, devono essere superiori in volume e/o durata e/o frequenza e/o densità e/o difficoltà. In altre parole, l'asticella va spostata sempre più in alto non appena ci si rende conto che si riesce a saltare ad una certa altezza, ma lo stimolo settimanale non fornisce miglioramenti.
Quello che succede a mio modo di vedere è quello che succede quando si costruisce una piramide in Egitto (sebbene io non abbia mai partecipato alla costruzione di una piramide in Egitto). L'altezza della piramide è commisurata alla larghezza della sua base. Con una base larga un tot si andrà in alto di un tot e poi basta. Con una base più larga l'altezza raggiungibile è maggiore. Questo mi sento di dirlo in uno sport come l'arrampicata in particolare...dove per esempio serve sia la forza di dita che la forza di braccia e dei muscoli della schiena e degli stabilizzatori addominali etc.... Il mio allenamento settimanale era molto centrato sulla forza pura e prevedeva molte trazioni e questo mi ha permesso di costruirmi una base in tal senso, ma mi sento di dire che ora l'altezza della piramide è massima. Allora ecco cosa ho pensato...la frequenza di tre allenamenti a settimana non la vario perché non me la sento...ecco allora che aggiundo mattoni alla base per costruire dita più resistenti e reattività maggiore. Quindi tolgo un po' di trazioni e bloccaggi su prese grosse per mettere più trave-tour con uso di dita e lanci a due mani per l'aumento della reattività e della coordinazione. Questo mi dovrebbe garantire la possibilità di aggiungere mattoni alla base della mia piramide e quindi poterne aumentare l'altezza :-)
Una volta esaurita l'altezza massima per la nuova base allora sarà il momento di modificare ancora. Magari tornando intensamente sulla forza pura, che ora avrà nuove e rinnovate potenzialità di miglioramento. Aumentando senza fretta, ma senza sosta...E con criterio! E questo vale per tante attività nella quale si devono sviluppare diverse attitudini. Ci devo pensare, e so che sarà così anche per la corsa...per ogni attività, la propria piramidina....Le piramidine sono tutte li in cantina, vicino alle scarpe da corsa, vicine al magnesio, vicine alla bici, vicine....
JMBReRe
«En redescendant, le cœur léger, je sifflote gaiement. Je viens de gagner le ticket pour le cap Horn, l’Amazonie… Ah ! Connaître l’enfer vert, la chaleur suffocante, les moustiques, les papillons aux ailes moirées, manger de la soupe de perroquet Ara, de la queue de caïman, avaler des larves gluantes, découvrir les mers du sud, entendre rugir le vent des quarantièmes, entendre hurler celui des cinquantièmes en doublant le cap Horn, siffler le dauphins qui dansent au clair de lune, apercevoir les glaciers qui brillent au fond des fjords ! Je veux vivre à en crever…»
JMB
venerdì 24 febbraio 2012
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