«En redescendant, le cœur léger, je sifflote gaiement. Je viens de gagner le ticket pour le cap Horn, l’Amazonie… Ah ! Connaître l’enfer vert, la chaleur suffocante, les moustiques, les papillons aux ailes moirées, manger de la soupe de perroquet Ara, de la queue de caïman, avaler des larves gluantes, découvrir les mers du sud, entendre rugir le vent des quarantièmes, entendre hurler celui des cinquantièmes en doublant le cap Horn, siffler le dauphins qui dansent au clair de lune, apercevoir les glaciers qui brillent au fond des fjords ! Je veux vivre à en crever…»
JMB
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venerdì 21 settembre 2018

Ripartire da zero

Se dovessi riscrivere tutto quanto ho afferrato fino ad ora in un unico libro ci sarebbe una singola cosa che darei per certa.

La cosa certa è che in questa esistenza le conseguenze sono logiche mentre le premesse non lo sono. Ad esempio: se mi butto giù da un ponte il fatto di farmi male è una logica conseguenza. Non è logica per niente la premessa di esser vivo e stare sopra un ponte. Finché non si risolve questa cosa, o non la si premette, è meglio non continuare a scrivere. A meno che uno non faccia finta di niente...

Piano piano si prende a correre...

JMBReRe


sabato 26 settembre 2015

"In un mondo di pesci strani" o "Un paio di scarpe, un sentiero e un sogno di un viaggio in America"

La scuola dei pesci non è per nulla così semplice come molti credono. Alla scuola dei pesci i professori si dimenticano spesso quello che spiegano e gli alunni dimenticano ciò che studiano. Il fatto che i pesci non abbiano pensato ad un modo per scrivere per ricordarsi le cose mi fa pensare che di scrivere le cose per ricordarsele non ne hanno bisogno. Forse l'hanno fatto ma forse si sono dimenticati di averlo fatto. A che scopo imparare a scrivere se poi ci si dimentica come si fa a leggere?
Gli alunni si dimenticano spesso di andare a lezione e quando accade prendono delle note cattive,
ma poi il professore si dimentica chi fosse chi non c'era, e chi fosse chi c'era. Ma il dimenticamento progressivo, ciò che rende magica la mente dei pesci strani, mangia tutto ciò che precede il momento presente. Parlare è l'unico modo di srotolare il passato all'indietro dal momento presente. L'unico metodo per fermare il mangiaricordi e di salvare la sua mente e se stesso. Il disastro completo sarebbe dimenticare tutto e far avanzare l'oblio fino al momento presente. Capita a volte di dimenticarsi di se stesso medesimo.
La scuola dei pesci è un po' strana, io lo so, ve lo dico, una volta ci sono stato...
Ricordo, c'era una vasca piena d'acqua blu. Un vetro immenso e una scuola dei pesci.
Quella volta non c'erano mica tanti studenti a lezione (forse si erano dimenticati di andare). Il professore attaccò a parlare e a parlare, veramente senza sosta. [Per rendere bene quanto era borioso il suo monologo lo riporto così, senza andare mai a capo]. Ma il discorso era così lungo che il professore verso la fine cominciava già a dimenticare ciò che aveva detto all'inizio. Attaccò col suo blabla: -"Se qualcuno accettasse le premesse e decidesse di condiscendere ai processi logici facendomi un favore senza sentirsi imbarazzato, potrebbe capire il mio concetto di società moderna: i suoi tratti, le sue forze risultanti, i comportamenti conformi, le stesse idee convenzionali (convenienti). Tutto quello che da parte mia può essere detto e non detto a riguardo era in principio impossibile da presentare, poi qualcosa mi ha spinto a pensare che fosse almeno presentabile. Orbene alcune cose sono da chiarire: i miei concetti di romanticismo e poi esotismo, il mio concetto di illuminismo (di ragione, di mente o letteratura illuminata). Parto al rovescio. Io parlo di illuminista ogni processo in cui esercizi di logica applicata vengono svolti nel pensiero astratto per sbobinarlo (dipanare i fili) e giungere a conclusioni sensate. L'illuminismo usa e promuove l'uso della lente razionale, oggettiva, scientifica, per la descrizione di qualsiasi questione, e protrae l'utilizzo delle sequenze e delle forme logiche anche fino alle estreme conclusioni del ragionamento: ovvero la dichiarazione di incomprensibilita'. Questo, generando autocritica per il metodo adottato, ma riducendo le scelte per le elaborazioni successive e quindi aumentando la conoscenza. Ogni processo romantico dal canto suo, in punti arbitrari durante il processo di logico (anche all'inizio), decide di adottare la procedura dell'abbandono della lente ed e' cosi' che l'inesplorato e l'indiscusso trova vie totalmente nuove, soggettive, con sfumature indescrivibili da processi logici razionali, ma tuttavia alle estreme conseguenze di irrisolvibilita' ci si giunge!, e sono sempre vortici voluttuosi in cui il pensiero si annida e genera nuove idee, e compiacimento per se stesso, dimenticando la conclusione e inebetendosi, crogiolandosi beato nel calore della sensazione di poter avere la capacita' di arrivare a celebrare la vita inseguendo il tentativo di descrivere cio' che e' bello, infferrabile, effimero; ovvero cio' che ci guida. L'attrattiva verso uno stile piuttosto che l'altro, di un processo piuttosto che l'altro, di una via, di un indirizzo, non preclude la simultaneita' nei ragionamenti e neanche esclusione. La preferenza di un'idea rispetto ad un'altra e' del tutto personale e basata sulle nostre preferenze, attitudini. Nel processo di estrinsecazione del razionabile va da se che l'illuminista vede nel romantico una via semplice per poter tagliare corto e smettere di usare la ragione (che richiede conoscenza scientifica e nozionistica) per quindi appoggiarsi a sensazioni personali piu' facili da estrapolare perche' sempre relative e mai assolute, svolgendo tutti gli sforzi ad un esercizio di stile, ad un'irrorazione eccessiva dell'immaginazione, con conclusioni inapplicabili al mondo reale: l'aria illuminista non ha profumo e snobba chi sniffa l'aria ordunque. Va da se che il romantico vede nell'illuminista colui che sceglie di tagliare corto perche' incapace di introspezione e che perde la possibilita' di esplorare la condizione piu' profonda del genere umano perche' ogni suo processo logico di elaborazione e' vincolato, come detto, alle sue nozioni, che non sono mai totali ma in progressivo aumento con il progresso dell'umanita' in genere e con l'evoluzione della societa' (invero, la ricerca e' guidata dalle esigenze della societa'). Perciò propone soluzioni e conclusioni inarrivabili a livello logico-razionale che mostrano profondita' recondite e che imbalsamano l'aria in cui ruotano i pensieri. L'esotista e' una sottospecie di romantico....blablabla"-

Non potevo credere a quello che stavo ascoltando [a parte che era noiosissimo]. A quanto pare i pesci hanno molti pensieri che sono anche i nostri! Tolsi lo sguardo dall'acqua della vasca in cui c'era l'acqua blu della scuola dei pesci strani. Poi misi a fuoco la superficie vetrosa e poi misi a fuoco il riflesso della mia immagine. Nel vedermi riflessi su quanto segue: -"il moto dell'animo che privilegia la sfera mentale dell'esotista e' una specie di deriva: un incessante tendere all'altra riva che e' alimentato dal fervido apprezzamento -solitamente spirituale, sempre idealizzato (percio' effuso), a volte inconfessato (percio' torbido)-per qualcosa di non posseduto ma infinitamente desiderabile, come una vita piu' appassionata, che resta magico solamente nella sua assenza e che quindi esercita attrattiva solamente se rimane elusivo. Pensieri positivi di questo atteggiamento che porta ad affezionarsi al diverso, sono accompagnati da pensieri paralleli negativi che provocano un graduale disprezzo per la propria condizione, che viene svilita pessimisticamente e che e' criticata come troppo convenzionale. L'esotista per definizione e' percio' colui che non si sente appagato quando ottiene cio' che brama, ma colui che idoleggia perennemente cio' che non ha. Le convenzioni di cui si autodota l'esotista, in termini di gesti e gusti, sono fondamentalmente e irrimediabilmente periture, ne consegue che la felicita' e' dolce, effusa o torbida, malinconica, nostalgica: piena della poesia della distanza. Se accade che l'esotista ottiene cio' che vuole non passera' molto tempo prima di trovarsi scontento, e non perderebbe tempo per etichettare la sua nuova condizione come banale, corrotta, convenzionale o, semplicemente, demode'. Se l'esotista si trovasse felice nell'ottenere cio' che ha voluto, smetterebbe di essere esotista per definizione sicche', come detto, il moto del suo animo e' associato al insoddisfacimento della condizione di vita agognata. L'esotismo e' del tutto innato nella natura e nel genere umano e infatti, se ci si pensa, puo' essere associato all'idea di curiosita' mai estinta che ci spinge a indagare il mondo che ci circonda, ma secondo me l'associazione e' addirittura piu' innata e incontrollata. Se cogliamo il fiore che tanto ci piace, questo avra' smesso all'istante di
emanare la magia che ci ha spinto a coglierlo. L'amore per la natura e' fondamentalmente realizzato solamente nella contemplazione, e non prevede appropriazione. Il fiore e' solo uno degli esempi citabili, ma possiamo pensare anche all'orizzonte, semplicemente, o all'arcobaleno, al tramonto. Sono tutte cose che per definizione sono inafferrabili, perche' irraggiungibili per definizione. L'orizzonte e' un punto che possiamo guardare, ma a cui non possiamo andare. La nostra attrazione e' diretta per natura verso il bello, talvolta il selvaggio, l'inafferrabile, l'effimero ma, sfortunatamente, la societa' moderna non se ne fa niente di cio' di cui non ci si puo' appropriare, perche' non puo' essere venduto. Va da se che concorrono due differenti filoni concettuali (e non materiali) a sostegno del consumismo interessato e della liberta' fatta di vuoto tipica della nostra societa' sviluppata e moderna:
il primo e' che nella definizione di qualita' della vita si ha un punto in cui si dichiara esplicitamente che la qualita' della vita percepita e' legata a quanto ci si sente all'altezza degli individui che ci circondano;  il secondo filone e' una progressiva scarsita' di definizione dell'individuo che necessita quindi di uno specchio che gli rimandi un'immagine di sé in cui riconoscersi. E' stato accertato che gli individui tendono a confrontarsi meno con coloro i quali hanno opinioni e abilita' e possibilita' divergenti, che li possono mettere in discussione soprattutto quando il proprio sé è così labile. "-

Non potevo credere a quello che stavo pensando. E quando il tutto si fece troppo complicato non riuscii più a trattenere l'attenzione sull'immagine riflessa. Così guardai più a fondo e finii per entrarmi dentro e mi sussurrai: -"Sai, nel secolo della televisione si preferisce rinunciare al confronto adagiandosi sul credere di dover desiderare ciò che i media ci fanno pensare di dover desiderare, o a ciò che pensiamo di doverci dotare. Questo e' ben noto!, basta guardare ai personaggi della pubblicita': non sono personaggi reali ma corrispondono a cio' che noi vorremmo essere (nella media ovviamente). Questo e' vero perlomeno per i media e per le indagini di mercato che, a giudicare dal livello raggiunto devo dire che possono essere accuratissime, visto che le aziende delle vendite si dotano di psicologi e sociologi in grado di analizzare e ricreare l'idea del mondo in cui vorremmo vivere. Percio' ecco creato quello che noi vorremmo essere e, a volte, a nostra insaputa. Va da se che un individuo che è ancora alla ricerca di se stesso allora e' facile che tenda a confrontarsi con i personaggi televisivi (NB: per il punto 1) e quindi desiderare cio' che manca per sentirsi alla loro altezza (NB: in base al punto 2). Se l'esotismo di cui siamo afflitti gia' di natura e' volto verso qualcosa di materiale, allora non smettiamo mai di comprare cio' che pensiamo ci serva (orbene, quello che ci hanno indotto a pensare che ci serva) per raggiungere la nostra presunta riva felice. Ma è quindi evidente che, e qui chiudo il mio ragionamento, visto che non paghiamo mai col denaro ma col il nostro tempo speso per guadagnarlo, buttiamo via un sacco di tempo per cose che non ci servono, o che ci dimentichiamo a cosa servono, o che non ci danno quello di cui realmente avremmo bisogno, o che addirittura sono quello che gli altri ci inducono a pensare ci debba servire. E quindi tra milioni di esotisti materiali, senza mai essere felici perche' sempre in debito di felicità, pensiamo di pagare domani morendo insolventi oggi."-

Mi sono svegliato e mi sono detto: -"non la farei così tragica"-.
Ero in un letto in un ostello di San Diego....c'era caldo e un ventilatore cigolava appeso al soffitto. L'aria polverosa era illuminata a strisce dal sole attraverso le finestre socchiuse.

Io vi dico....
Se ci volete provare a capirmi fate così:

Nel dormiveglia mischiate l'idea di un paio di scarpe nuove con la vostra idea di tramonto assoluto. Poi prendete la distanza nella vostra mente che c'è tra voi e l'ultimo vostro segreto. Riempitela di perché e poi di poiché. Poi odore di resina e cortecce ruvide. Suoni: il picchio sull'albero, tamburi del mondo primitivo, lo scroscio dell'acqua che sciacqua la pelliccia di un cervo che esce fradicio da un lago che non esiste. Lo so, senza che ve lo abbia detto ci avete aggiunto qualche albero. Perché ogni lago che non esiste, esige alberi. Esige blu e verde. Forse anche bianco: il bianco di una nuvola che passa.

Se lo dovreste scrivere sarebbe immagini pallide, immagini fosche, immagini indefinite. Sarebbe atmosfera onirica. Forse scrivereste di un viaggio nel nuovo mondo. La penna andrebbe da sola, ma vi dico, non lo fate. Perché per scrivere vi dovreste svegliare. Non tornate indietro per scrivere di una luna pallida che avete visto quando non c'eravate. Seguite i suoni e addormentatevi che qualcosa di più bello vi aspetta.

Sognerete un sentiero. Poi ci aggiungerete un bosco, o una pietraia o una duna di sabbia, e quel sentiero diventerà una traccia nell'erba o orme nella sabbia, senza che io ve lo dica perché tanto fate sempre come vi pare. E un sentiero esige di essere libero di andare dove vuole anche nella testa.

Succede che quel sentiero esiste, ed è in Canada. Lo avete già percorso. Quando, prima di addormentarvi, eravate cervo nell'acqua o lupo nell'erba, o indiano che suona il tamburo o mercante di suoni e colori della foresta o pittore di cieli. Ma quel sentiero aspetta voi per intero...il vero di voi...

Voi, invece, cosa state aspettando?

JMBReRe

martedì 5 agosto 2014

Un respiro degno: un attimo di adeguatezza (+luglio '14)

"Non dirmi che non sei contento...!?!"
"Ma no, non sto dicendo questo..cioè....l'avevo giurato che non sarebbe dovuta andare così. Invece è stato così... invece è andata così. Nulla è cambiato. Me lo ero giurato più sere. Le sere in cui avevo esaurito le forze, le energie, e avevo la sensazione di sentire, finalmente, di poter riuscire a dare tutto ciò che potevo per una causa. Non importava quale fosse. Così mi imponevo di stare attento e di rendermi conto di ciò che avevo messo in gioco per questo: si! la tabella di allenamento ha raso al suolo molte delle mie convinzioni. Un setaccio. Un colpo di spugna.
Ma rimane il fatto che non me ne è venuto niente, della gara in se."
"Che casino di discorso. Era una gara santo cielo. Hai pagato un fracasso di soldi per andarci...mille allenamenti a settimana. Hai buttato a mare mille inviti. Per cosa? Per nulla? Non dirmi che non ti sei commosso alla fine!? Ripensando al tuo percorso e al traguardo raggiunto"...
"Difficile non essere romantici nel momento in cui la fatica ti spoglia delle tue convinzioni superflue. "
"E cosa sarebbero?"
"Beh sarebbero le tue cose utili, escluse quelle indispensabili. Si! Ti commuovi all'ultimo giro, se pensi che la strada che ti manca è quella che ti manca per arrivare a casa. Per me è stato così. Ho pensato a casa mia. E mi sono venute in mente le scarpette rosse di Dorothy del Mago di OZ.. e lei che sbatteva i tacchi e che diceva:...<<La mia casa...è il posto più bello del mondo>>...stavo volando verso casa..ho pensato ai miei vecchi...grigi e curvi.
..ma poi lo sapevo che sarebbe successo... non c'è traguardo che possa soddisfare. Se si lotta con se stessi, non c'è posto in cui si possa andare senza portarsi appresso il problema.. e se il problema uno ce l'ha con se stesso allora voler trovare la soluzione con una gara è come voler specchiarsi con la stagnola del panino del pranzo: impossibile."
"Ma che è questo problema di cui parli?"  
"Mah, forse appunto l'impossibilità di rasserenarsi neanche a fronte del più costoso traguardo. Ma sono le risposte che sono insoddisfacenti o sono le domande ad essere poco focalizzate...? Ma ci facciamo poi le domande giuste? Nel senso, cerchiamo le risposte nei luoghi giusti?
Sai, mi metto a dormire sempre con gli scuri aperti. Ho la convinzione che se ci si sveglia con la luce del giorno il nostro risveglio è meno traumatico. Di estate è perfetto. All'incirca mi sveglio poco prima della sveglia. La vedo come una cosa più naturale, mi sembra di assecondare il ritmo delle giornate come probabilmente si faceva una volta. Quando procedevamo accovacciati e avevamo le braccia che arrivavano alle ginocchia..
Poi tengo la finestra aperta. Finestra aperta e scuri aperti: cerco sempre di conservare un lembo di cielo sulla mia vita, come consigliava quell'amico della famiglia Proust. A volte, se sono fortunato, uno spicchio di luna arancione si corica con me. E da sdraiato raddrizzo quella culla sospesa.
L'altra notte c'è stato un temporale tremendo...figurati se l'ho sentito arrivare, mentre dormivo...
Quel mattino mi ha svegliato la luce del mattino, giustamente, come sempre. Una delle due ante degli scuri si muoveva appena, libera dal suo gancio: andava e veniva cigolando. Come la banderuola col galletto che segna la direzione del vento.. La stanza si scuriva e si illuminava al ritmo delle ultime bave di vento in coda al temporale. Il mattino stava sciaquando la mia camera dal sonno.
Quello che ho sentito appoggiando i palmi dei piedi al pavimento fresco era il prurito e il pizzicore di uno strato di aghi di pino che aveva coperto il mio pavimento. Gli occhi appannati hanno messo poi a fuoco la situazione: anche sulla finestra e sul termosifone: ramaglie, foglie, aghi giallastri."
"Ma questo per dire cosa?"
"Per tentare di spiegare... Tentare di spiegare che nessun traguardo può darti quell'attimo di adeguatezza che cerchi."
"Aghi di pino? Adeguato a cosa?"
"Come a cosa? Ti senti sempre adeguato tu? Ogni respiro che fai? Io no...il respiro degno, quello che io chiamo l'attimo di adeguatezza non ti coglie se non dopo le stagioni piovose."
"Stagioni piovose?"
"SI...quello che io chiamo attimo di adeguatezza è il sentirsi all'altezza dell'intensità di ciò che puoi percepire, ma che di fatto raramente ti perviene.
Io parlo di quei profili, li vedi laggiù? Ecco quei monti sembrano sorti la prima volta stasera. Sembrano essere li solamente per soddisfare la tua sensazione di onnipotenza, con cui finalmente ti senti capace di scavalcare regioni, sorvolare foreste, sgretolare rocce......
Io parlo del colore dell'alba....
Io parlo dell'odore della carcassa di un cinghiale morto accanto al sentiero...
Parlo del gorgogliare della sorgente a cui passi accanto correndo al limite della sete. Parlo del fatto che tu di quella sorgente riesci a sentire la voce, non il rumore. Quella ti sa sussurrare e tu sai sentire. Dura più di un respiro, quell'attimo di adeguatezza?
Riesci a distinguere tutti i colori di quel tramonto? Oro, ambra, ruggine? Lo senti il tuo sangue che ha la consistenza della resina?
E quella che respiri è aria? A me sembra avere consistenza. Sembra esserci qualcosa nell'aria. Pulviscolo. Fumo acre.
Io respiro e butto giù. E rimane li con me. Per sempre. Un respiro adeguato, finalmente. Che ti segna.
E' li che vedi più chiaro..."
"Ma allora basta che vai un po' più spesso nei luoghi dove ciò accade...facile no?"
"Ma no...non hai capito un cazzo.."
"Te l'ho detto, arriva solo dopo la stagione piovosa..."
"Ma che cos'è? E cosa è che vedi più chiaro?"
"Vedi più chiara la risposta al perché dell'esistenza."
"Ma ti puoi figurare...."
"Ti dirò di più. Anzi, è la domanda che diventa più facile. Non è che la vuoi banalizzare, non sei così ingenuo. Non vuoi essere ottuso.. Tu odi le persone che rispondono ad una domanda banalizzando, ma non è questo il caso. Oppure lo è ma non ti sembra di far torto a nessuno, e non ti sembra di essere ne inesaustivo (ho davvero scritto inesaustivo???) ne sempliciotto a rispondere: <<Beh, è così...cosa vuoi di più?>>"
"E la stagione delle piogge che minchia centra?"
"Centra. Perché mai sai quando la tua mente avrà la forma della lente giusta, per farti vedere la semplicità e la grandezza delle piccole cose che ti circondano, facendotele percepire non più utili ma come essenziali alla tua esistenza. Guardati. E pensa che magari ciò che ti tiene in vita può essere lo sguardo di una persona, la pagina di un libro, un tramonto in montagna. Sono tutte cose di cui la nostra realtà è piena ed eppure è vuota.
Stentiamo a distinguere ciò che è utile da ciò che è necessario. Questo è quello che intendo con l'essere adeguato. Dio o chi per esso ha sparpagliato la grandezza ovunque. Ho bisogno solo di un po' di prospettiva.
Quel temporale che ha portato gli aghi di pino e quella folata di vento mi hanno un po' ridestato. La montagna ha lasciato il suo biglietto da visita nella mia povera stanza.
Non esistono traguardi. Solo stati di passaggio: passi, anelli, valichi, momenti, istanti, respiri. Il respiro di adeguatezza ti segna dentro. Come il catrame del fumo di una sigaretta, il respiro libero di quella polvere d'oro ti lascia un segno dentro.
Ti lascia proprio un anello, come la stagione della pioggia lascia il suo segno nel ceppo dell'albero che è stato tagliato e che l'alpinista sta bruciando adesso nella stufa da bivacco. L'alpinista riposa e si rifocilla, inconsapevole del fatto che la polvere d'oro che sta respirando gli sta tracciando un anello tra anima e polmoni.
Mi son spiegato?"
"No"
"Ah. Benon. Dai passami il genepì... ho solo bisogno di un po' delle mie montagne..."
 
JMBReRe

PS: in questo video ho cercato di rendere l'idea di cos'è, per me, un respiro adeguato.....solo per me dico eh...che non voglio deviare o convincere nessuno...
O questo genere di cose...o il degenero delle cose, come piace dire a me.


Ora adiamo a sistemare il diario porca l'ocaaaaaa!!!!

Settimana 30 giu-6 lug
  • Corsa: 8 lun, 8 mar, 8 sab, 8 dom;
  • Escursione: dom 400 D+;
Settimana 7-13 lug:
  • Corsa: 8 lun, 12 1000 D+ ven, 8 dom;
  • Bici: 220 Sab, 25 dom;
  • Nuoto: mar, mer, gio;
Settimana 14-20 lug
  • Corsa: 8 mar, 8 sab matt, 12 sab 1000 D+ pom, 9 dom;
  • Bici: 30 mer;
  • Nuoto: lun;
Settimana 21-27 lug
  • Corsa: 42 dom (Zurigo)
  • Bici: 30 mer, 180 dom (Zurigo)
  • Nuoto: lun, mar, gio, dom (Zurigo) 
Settimana 28 lug - 3 ago
  • Corsa: 12 ven, 9 sab 600 d+:
  • Bici: 30 mer, 
  • Nuoto: Gio
  • Falesia dom (ridicolaggine) :-D
  • Mtb: dom 30;
Quindi ora facciamo i conti per luglio:
  • Corsa: 12 all, 143 km;                           :-)
  • Bici: 6 all, 425 km;                                :-)
  • Nuoto: 9 all;                                          :-)
  • Escursione: 1 da 400-500 d+ forse;       :-(
Ma negli anni scorsi cosa avevamo fatto?
  • Corsa: 14 All, 173 km;
  • Bici: 9 All, 415 km;
  • Falesia 1 uscita :-(
  • Nuoto: 5 all, 5000 mt... che schifo
Luglio 2012 avevamo fatto:
  • Corsa: 11 All, 123 km;
  • Bici da corsa: 9 All, 350 km;
  • Mtb: 2 All, 70 km;
  • Via di Roccia 1;
Direi che siamo in linea con i miei alter ego del 2012 e anche 2013. 

Ne siamo lieti...

JMBReRe

mercoledì 9 luglio 2014

Ehi, ciao (+ giugno '14)

Qui vicino c'è una stradina bianca che fiancheggia il verde reticolato del giardino di una casa vecchia.
Il verde reticolato corre parallelo a due filari di vigne: questi vanno tutti ad attaccarsi, infine, ad un muro a secco.

La casa offre, con una piccola scala color cemento, il suo lato più dolce a questo bel giardino.
Ogni volta che passo correndo accanto a quel giardino spero sempre che ci sia quel cagnolino simpatico che mi viene incontro facendo le feste.

Appena sente il rumore dei passi che sia avvicinano parte a tutta forza dal pergolato, supera con un solo passo tutti i gradini della scala color cemento e si mette a correre sotto i filari e mi viene incontro. Non riesce mai a fermarsi in tempo e quindi lo supero nell'altro senso. Così lui frena subito e riparte a rincorrermi sollevando la morbida erba tagliata con l'affanno di un ritardatario.
Rapidamente il giardino volge al suo termine e il simpatico cagnetto riprende le scale e se ne scompare.
Non ho mai capito dove va a finire e perché non resta con me fino alla fine. "Tornerà alla sua cuccia li sotto il pergolato", mi dico...Sempre la stessa scena. Ad ogni mio passaggio...

Oggi ho volto controllare dove va a finire... ho guardato bene. Come da copione spunto dalla curva che da accesso alla stradina bianca e quel cane mi viene di corsa incontro. Mi viene incontro... abbaia, scuote la coda, sembra rimbalzare su quelle sue zampette.
Non rallento, ma ormai il giardino è quasi superato, il cane ripercorre le scale e sparisce. Mi avvicino un attimo di più e getto lo sguardo aldilà della rete e noto che la sua cuccia è vuota..

Avanzo. Oltre la casa c'è una corte. Una di quelle classiche corti da cantina vinicola. Dei vòlti, la ghiaia, i sassi a vista, un trattore fermo. Sui balconcini, davanti alle finestre coperte da tendine bianche, ci sono gerani rosa, rossi. Tetti amaranto, tegole scomposte. Filtra un sole color ambra, che illumina le grondaie bronzee. L'odore è di cantina, di polvere e di soffitta. Tutto assieme è riunito e persino quasi soffocato in quattro mura: in un unico quadro in cui nessun componente è stato disegnato per poter fuggire.

Sono già aldilà del problema quando qualcosa attira la mia attenzione. Giro la testa e lassù, dal balcone del secondo piano della casa grigia e vecchia, vedo la sagoma del cagnetto e le sua coda inquieta. Io non ci vedo benissimo con gli occhi, ma qualcosa mi fa capire che mi sta guardando. Qualcosa mi fa pensare che ogni volta che lui spariva era per salire lassù e guardarmi correre via.

Io, non so perché, ecco, si, non saprei perché, ma alzo la mano per salutarlo.
E poi contino a correre, pensando alla differenza che c'è tra tra un amico e un vero amico.

Subito mi sono sentito un po' stupido ad aver salutato un cane...ora a ripensarci, un po' meno.

Cos'è essere amici se non questo?
Attendere, proseguire assieme, staccarsi, salire le scale di casa, andare sul balcone senza che nessun altro (neanche l'amico) lo sappia e dare inizio ad una nuova attesa?

Grazie, caro cagnetto...ricordamelo sempre che sognare conviene...

Chi? Assieme, intendi? Loro? Noi?
"Cosa vuol dire per sempre?"
Boh.... pensavo a questo e ad altre faccende simili...

Arrivato e passato anche questo giugno...Che dire? beh sicuramente giugno si riconferma mese propizio per gli allenamenti, complice il clima mite e le giornate più lunghe. Statisticamente quindi si conferma essere uno dei mesi più produttivi, ora vedremo luglio. Luglio arriva con la prima settimana con stop forzato causa lavoro. Arriva l'ironman a fine mese. Con i suoi passi pesanti sulla ghiaia. Nessun problema: lo aspetto. Gli andrò incontro festante, lo supererò, lo perderò e lo ritroverò. Poi lo guarderò andarsene....Seguo i miei sogni come un cagnetto dal balcone.

Ora diariooooooo
Settimana 2 - 8 giu:
  • Corsa: 5 all: 8 Lun, 8 mer, 10 gio, 6 ven, 8 sab;
  • Bici: 40 lun, 40 sab, 50 dom;
  • Nuoto: sab e dom (acque libere)
Settimana 9 - 15 giu:
  • Corsa: 2 all: 8 mer, 11 dom;
  • Bici: 50 mar, 45 sab, 50 dom;
  • Nuoto: Lun, Mar, Gio, Dom;
Settimana 16-22 giu:
  • Corsa: 10 mar, 8 mer, 10 gio, 8 sab;
  • Bici: 25 sab, 100 dom;
  • Nuoto: lun;
Settimana 23-29 giu:
  • Corsa: 8 lun, 9 mer, 8 gio, 10 sab, 15 dom (400 D+);
  • Bici: 35 mar, 80 dom;
  • Nuoto: Mar, Mer;
Settimana 30 giu- 06 lug:
  • Corsa: lun 8, mar 8; sab 8, Dom 8;
  • Escursione: Dom;
Giugno 2014:
  • Corsa: 18 all, 174 km; :-)
  • Bici: 11 all, 605 km; :-)
  • Nuoto: 10 all; :-)
  • Secco: 2 all; :-(
Ma ora facciamo un piccolo confronto con i miei alter ego del passato...
Giugno 2013 avevamo fatto:
  • Corsa: 14 all, 141 km;
  • Bici da c: 500 km in 9 allenamenti;
  • Nuoto: 1000 m;
  • Mtb 105 km, 3 all;
  • 2 esc: 1400 mt;
  • Scialp: 1100 D+;
Giugno 2012 avevamo prodotto:
  • Corsa: 15 All, 156 km, buono, in media.....
  • Bici corsa: 10 All, 380 km, ok...
  • Mtb: 2 All, 46 km, con catena rotta nell'ultimo giro...ah ah...
  • Escursione: 1 1000D+
  • 2 vie di roccia
JMBReRe

martedì 8 aprile 2014

L'allenamento innaturale (+marzo 2014)

L'incoerenza e il disallineamento mentale che possono trasparire dalle seguenti righe possono essere da attribuire a pesanti dosi di endorfine rilasciate in seguito ad attività fisica prolungata e reiterata. Oppure dovute al fatto che non ci pensavo mentre le scrivevo. La prima ipotesi mi piace di più perché può essere una facile giustificazione.

Allenantis allenandi...cioè, allenando ciò che bisogna allenare...

Ci pensavo l'altro giorno e mi son chiesto se l'uomo è l'unica specie animale che si allena. I effetti non ho mai visto ghepardi allenarsi facendo ripetute. Piero Angela non ne ha mai parlato. E neanche di gazzelle che fanno intermittente o intervallato, non ne ho mai viste.
Mettiamo caso che un ghepardo voglia allenarsi per avere più probabilità di prendere la gazzella. Se non lo fa è perché probabilmente lo sforzo necessario per l'allenamento non viene ripagato da un adeguato aumento di probabilità di poter prendere la gazzella, soprattutto nell'immediato. Infatti l'allenamento richiede dispendio di energie e richiede un adeguato numero di kilocalorie introdotte per il mantenimento dell'attività e per la costruzione della struttura necessaria all'adattamento generato dall'allenamento. Se il ghepardo non si allena è perché non ha a disposizione queste kilocalorie in più. O, perlomeno, non ce le ha a portata.
L'uomo si allena perché, una volta finito l'allenamento, ha delle riserve di cibo che gli permettono di recuperare e, alla fine, di rinvigorirsi. E qualcuno direbbe: si ma la gazzella perché non si allena visto che può trovare cibo ovunque? Beh, ma mettiamo caso che a fine allenamento lei debba sfuggire, stanca, dal predatore. Ne sarebbe certamente sopraffatta. Quindi alla gazzella non mancano le calorie necessarie al recupero e al rinvigorimento, ma manca il tempo e il luogo per riposare e recuperare. L'uomo questo ce l'ha. O nel corso della storia se l'è procurato.
Una volta capito di poter avere cibo stivato per poter rigenerarsi, e un luogo sicuro dove poter riposare, l'uomo ha capito che aveva la possibilità di migliorarsi a livello pratico, di allenarsi. Questo l'ha reso infallibile come predatore e l'ha reso invincibile come preda (o quasi, ammetteremo). L'automiglioramento, da questo punto di vista può essere visto, ed è diventato a tutti gli effetti, come un tratto dell'intelligenza. Salvo poi diventare, secoli dopo, degenerativo e definibile da alcuni come una forma di masturbazione, e assolutamente da rivedere in favore dell'autodistruzione (si veda Fight Club, per chi vuole...).
Allora diremo che i ghepardi e le gazzelle non si allenano. Perché per loro non ne vale la pena. L'uomo nel corso della storia lo ha fatto, perché se ne è costruito le possibilità e questo ha permesso alla sua intelligenza di sfogarsi e di svilupparsi. Anzi, la sua intelligenza è stato il veicolo stesso del suo miglioramento, ed è cresciuta insieme a lui. Ma oggi giorno, perché ci alleniamo? Perché corriamo, saltiamo, nuotiamo, pedaliamo, arrampichiamo? Cosa dobbiamo migliorare di noi che ci possa garantire una più alta probabilità di mangiare di più o di riposarci facendo fruttare di più la nostra capacità di adattamento? (Per carità, chi sta pensando che allenarsi garantisca un fisico migliore per poter aver più successo nel fare colpo sull'altro sesso meglio che lasci il post, che qui non se ne parla...credo che sia un tratto del tutto caratteristico dell'uomo moderno e niente di atavico che io voglia qui richiamare).
Allenamento, adattamento, intelligenza, capacità, speranza. Ed infine pure la morte. Cos'è che salva dall'insensatezza? Ci si arrabatta per capire cosa c'è in quello che vediamo, cosa vediamo di quello che c'è e come interpretiamo ciò che non si può spiegare. Giornate e vite intere a cercare il fiore perfetto, il pelo nell'uovo, l'ago nel pagliaio, la goccia nell'oceano, la mosca bianca. Non venendone a capo mai, ma riprovandoci di giorno in giorno. Passivamente o attivamente che sia.
Il mondo è tondo, il ghepardo che caccia la gazzella si morde la coda sul prato: un turbine che gira trascinando e inghiottendo se stesso. Un buco nero dall'altra parte dell'universo.
Poi c'è l'amore.
Che se ci si pensa non ha senso neppure lui al pari dell'allenamento innaturale. Come la presenza della vita, la simpatia, la speranza, le cime degli alberi verdi, la spumiglia bianca delle onde... i cirri... la luna... la buccia dell'arancia. Cioè come tutte le cose prese ad esse stanti e solo se non come se stesse, che non rivelano altro che la bellezza dell'essenza nella loro speranza, o la tristezza dell'ammanco nel loro desiderio.
Solo che ha la particolarità di poter riempire le cose per sempre, in modo simile, ma in modo trascendentalmente diverso, del concetto, che riempie le cose con il senso pratico di breve durata..Ha la particolarità di potersi spiegare in un brivido e da la sensazione di poter giustificare una vita; di poter sfuggire dal turbine e dal buco nero. E questo avviene nello sconcerto del rabbrividente, che è incapace di capacitarsi, di capire, di soffermarsi, di afferrare al volo e stringere al petto l'attimo che precede il palpito. Per migliorarsi non è necessario allenarsi, ma è il metterci l'amore, in qualsiasi sua forma, che salva dall'insensatezza, ed è il vero e ultimo, sebbene molto nascosto, tratto dell'intelligenza.
Quindi, di cosa stiamo parlando?

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Settimana 3-9 Mar
  • Corsa: 8 lun, 8 ven, 10 dom;
  • Nuoto: mer, gio;
  • Secco: gio;
  • Scialp: 1000 D+ sab;
Settimana 10-16 Mar
  • Corsa: 8 mar, 8 mer, 8 gio, 8 sab matt,8 sab pom, 8 dom;
  • Nuoto: gio;
  • Secco: gio;
  • Bici: 30 sab;
  • Mtb: 30 dom;
Settimana 17-23 Mar
  • Secco: lun, mer, gio, sab;
  • Nuoto: lun, mer, gio, sab, dom;
  • Corsa: 10 mar, 8 ven, 8 sab, 8 dom;
Settimana 24-30 Mar
  • Secco: Lun, Gio;
  • Nuoto: lun, gio;
  • Corsa: 8 mar, 8 sab, 8 400 D+ dom;
  • Bici: 50 dom;
Settimana 31 Mar- 6 Apr
  • Nuoto: mar, mer, gio, sab;
  • Secco: mar, gio;
  • Corsa: 8 ven, 11 dom;
  • Bici: 50 mer, 50 sab;
  • Mtb: 45 Dom;
Rullo di tamburi...Marzo 2014:
  • Scialp: 2, 1800 D+ :-/
  • Corsa: 16 all, 132 km :-) (si torna a sorridere, non sono tanti, ma il trend è cambiato finalmente)
  • Secco: 9 all :-/
  • Nuoto: 12 all :-) 
  • Bici: 3, 130 km :-( (siamo sotto un treno, ritardo nella preparazione preoccupante)
  • Mtb: 1 da 30 :-( (bah estemporanea...quest'anno le due ruote sono fiacche)
Marzo 2013 invece ?? Direi un volume allenamenti decisamente ridotto...bene!!:
  • Corsa: 18 sessioni, 191 km; (tanto per capirsi)
  • Secco/Pesi: 4 All;
  • Scialpinistica: 4 tot 3000 m disl.
Marzo 2012 cosa mi aveva visto fare? (ero preso duro con l'arrampicata!)
  • Corsa 18 all e in tot 159 km...ok sopra media e sono soddisfatto
  • Bici da corsa 4  all in tot 220...insomma :-/
  • Mtb 2 all e 55 km
  • Trave 7 all
  • Boulder 3 all
  • Arrampicata 4 all

mercoledì 19 marzo 2014

Festa del papà (+ febbraio)

Tempo fa, un mattino, ero ad una festa per il capodanno. non è che la festa era di mattina, il fatto è che era durata tanto.
Ricordo che prima di tornarmene a casa ero stato seduto per qualche istante vicino ad un ragazzo che cercava, senza tanto successo, di espellere dal suo corpo, vomitando, ciò che aveva troppo insistentemente bevuto nel corso delle ore precedenti. non stava proprio benone. anzi, stava abbastanza di merda
e, seduto, teneva tra le mani una scodella luccicante (sapete quelle che restano lucide perché le si è usate per l'insalata che nessuno mangia mai, in certe occasioni?). A fasi alterne si buttava in avanti abbassando la schiena e contorcendosi alzava il mento oppure si ritraeva all'indietro appoggiandosi.
La scodella luccicante faceva risuonare con delle piccole eco i conati.
La scena stava già andando avanti da tempo per quel che mi era dato di sapere e, gli organizzatori, o chi per essi, avevano già allertato la famiglia del ragazzo perché qualcuno lo potesse venire a prelevare e accudire per le ore successive.
Da li a poco sarebbe arrivato suo padre a prelevarlo.  
Entrò così nell'ampia taverna la figura di padre più stereotipata possibile. Non era solo l'unico adulto della sala, era contemporaneamente anche l'unica persona senza alcol in corpo, probabilmente. Sembrava venisse da un altro pianeta.
Colletto azzurrino sbiadito di polo abbottonata e maglioncino di taglia superiore. Pantalone in velluto chiaro.
Del resto non ricordo molto. I suoi tratti ora nella mia memoria sono come i primi scarabocchi di un pittore di strada che abbozza un ritratto.
Ricordo solo che non aveva un espressione cupa. Ricordo di aver quasi pensato che fosse stato contento di esser stato chiamato. Io credo avrei provato vergogna, fossi stato al suo posto.
Invece la sua espressione, la sua camminata e, poi, infine, la sua voce, dimostravano che di vergogna per suo figlio, forse, lui non sarebbe mai stato in grado di provarla. E ora, a proposito di vergogna, mi vergogno di averla anche solo pensata una cosa così.
A volte è bello aiutare. A volte è bello sapere che qualcuno si affida a te e a nessun altro. In questo caso non solo per necessità, ma addirittura per natura. Per discendenza. Come ci si potrebbe affidare per l'ultima chiamata della vita.
Del padre non ricordo le scarpe che indossava, ma ricordo che le stava usando per camminare sul pavimento sporco di birra rovesciata: quella che lascia i tacconi duri da pulire il giorno dopo della festa. Dopo aver raggiunto suo figlio lo ha guardato e gli ha appoggiato una mano sulla spalla più vicina.
Il ragazzo con la voce, ma prima ancora che con la voce, con lo sguardo, ha parlato.
Sollevando e torcendo in un solo colpo la testa dalla scodella, ha parlato.
Poiché uno sguardo non è solo occhi e luce ma anche deformazione del viso, postura e posizione della testa, lo sguardo è già di per se una voce: e lui ne parlava bene tramite.
Guardava dal basso verso l'alto e, gli occhi, che non erano affatto ne centrati, ne coerenti, ne attenti, mostravano una porzione bianca arrossata nella parte inferiore lasciata libera dall'iride e dalle pupille dilatate.
Le palpebre si sbattevano lente e irregolari ma sembravano da li a poco potersi chiudere definitivamente per il sonno. La bocca era piatta e si apriva di poco mentre mento e naso puntavano il pavimento. Con gli occhi cercava un viso conosciuto: questa era la voce del suo sguardo.
La lingua aderiva al palato superiore e la saliva impastava e legava tutto, persino le sillabe, che uscivano zoppicando invischiate le une con le altre, come può uscire contorcendosi un lombrico dal fango: questo era lo sguardo della sua voce.

-"Papà...andiamo a casa?-"
"Certo, adesso andiamo...-"

Auguri di cuore a tutti i papà.

Torniamo a noi...

Settimana 24 feb-2 mar:
  • Secco 4 all lun mar gio sab dom
  • Nuoto 5 all lun mar gio sab dom
  • Corsa: 6, 8, 8, 8 mar (matt) mer ven (matt + sera)
Febbraio 2014:
  • Nuoto: 16 all; :-)
  • Secco: 11 all; :-/
  • Corsa: 10 All, 70 km :-) finalmente!
  • Scialp: 3 uscite 2500 D+ :-/
Che dire: l'anno scorso ero super avanti di corsa. quest'anno arranco: complici le infiammazioni e il nuoto soprattutto...

Febbraio 2013
  • Corsa: 18 all, 274 km; :-) 
  • Scialp: 1 da 1000 D+ -> :-( Che pena 
Il febbraio 2012 mi aveva visto fare:
  • Corsa: 17 all -> 159 km ...uhm de dum....può andare bene dai...
  • Bici da corsa: 0 all ...molto bene direi, sono un asino!
  • Mtb: 1 all...come non averlo fatto...35 km
  • SnowAlp: 1 da 700 :-(
  • Arrampicata: 2 all
  • Trave: 7 all
Ultime da jmbrerelandia: le infiammazioni sono state metabolizzate. è ricominciata la corsa, e anche la bici, in posizione da crono e mtb.
badiamo ora alla bici da corsa però, cercando di trovare la posizione giusta per un costo energetico basso. fare la stessa cosa col nuoto.
andare andare andare, sentire l'acqua, sentire il vento. diventare acqua, diventare vento.
abbiamo bisogno di naturalizzare.
volevo scrivere un post sulla wheelie in snowboard o magari qualcosa di più tecnico che riguardasse la posizione in bici.
ne è uscito tutt'altro. ce ne faremo una ragione.

la biada è stata raccolta. i cavalli dei pensieri corrono liberi su terreni polverosi. preparate i moschettoni, le scarpe da trail.
bici lucide, caschetti allacciati.
pantaloni corti, spolverini leggeri per piogge leggere sotto ulivi in attesa. andate a cuor leggero.

fantasticherie volano.

la chiamano primavera....



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lunedì 18 novembre 2013

Tuuuuu-tum! Tuuuuu-tum! Tuuuuu-tum!

1) Ho appreso una cosa poco tempo fa: ho saputo che il lupo comune ha un udito talmente fino che potrebbe sentire il battito del tuo cuore, se ti è un poco vicino...

2) A casa ho una porta di quelle senza molla. Capita a volte, ma solo a volte, che per chiuderla gli do una spinta così giusta che la porta con la sua inerzia finisce per chiudersi perfettamente e delicatamente senza sbattere.
Una mattina è successo che ho dato una spinta accurata e ho proseguito dritto ma fermandomi proprio sull'uscio. La porta mi è arrivata alle spalle e, con un piccolo colpo alla schiena mi ha spinto un poco in avanti.

Lo dico perché tempo fa, un pomeriggio ero andato a fare una corsa in montagna. Una solitaria classica, ma in cui riesco a spremermi per bene.
E se le condizioni sono favorevoli ci sono allenamenti in cui anche solo dopo 1000 metri di dislivello riesco a provare sensazioni che poi tornando a casa non ritrovo più. Sono sensazioni che restano sui pendii e sulle cime delle montagne, lassù: nascoste da qualche parte tra erba e rocce.

Toccare la croce della cima dopo un chilometro verticale a tutta è come toccare il fondo della piscina dopo una serie di ripetute estenuante. E' come toccare la maniglia della porta di casa dopo una dura giornata di lavoro.

Quel pomeriggio mi ero spremuto per bene in salita. Arrivato in cima ho voluto abbandonarmi sul terreno. Esausto.... Nessuno nel raggio di chilometri...

Mi sono gettato a terra a pancia in su, braccia aperte. Al di sopra di me solo limpido cielo. Ho chiuso gli occhi e attorno, in tutto quel buio, piccole e grandi bolle gialle si aprivano e scoppiavano senza far rumore, come lampi, come lucciole, come nebulose (Aggiunta postuma: forse si, se dovessi descrivere l'immagine, sembravano due feti gialli che ruotavano lenti, ecco, si...)...

E mentre il respiro rallentava e le gambe bruciavano ancora per l'acido lattico, nella gola quel sapore di succhi gastrici e nelle orecchie il soffio del vento: ero confuso. E nell'affanno, nella gioia della fatica, lo si sentiva chiaramente: tuuuuu-tum! tuuuuu-tum! tuuuuu-tum! Sempre più forte ...

Ma non capivo se quello che sentivo era il pulsare del mio cuore oppure qualcos'altro: il tumulto dei vulcani, il ribollire del granito, lo sbuffare degli stantuffi delle fornaci nelle falde, il rumore del battere sul ferro dei fabbri nel centro della terra, la voce della pietra o il canto della roccia, il confessarsi dei roditori che masticano, il galoppare dei camosci... in altre parole, quello che sentivo, poteva benissimo essere il battito del cuore della terra, che mi faceva sobbalzare, mi chimava e mi diceva:
"alzati che il cielo ti aspetta".
Si, che insomma, è un po' quello che penso ti dicano prima di nascere.

Infatti allora mi sono rialzato, ho indossato la ventina e ho aperto le ali per la discesa. La vista del sole che tramonta è come una porta che mi tocca la schiena e mi butta dentro la giornata. E' li che la strana sensazione pervade tutto il mio essere...La sensazione di rinascere.... Non non posso fare a meno di cacciare un urlo in quei casi e buttarmi a capofitto giù per i sentieri.

Succede così, a volte, lassù...

JMBReRe

Ok...

PS: Rimettiamo a posto il diario:

Settimana 21-27 ott:
  • Nuoto: 2 lun, gio;
  • Bici: 2 all, 30 e 80 ven, dom;
  • Corsa 4 all: 10 Mer, 10 Ven, 15 Sab, 10 Dom;
  • Mtb: 50 sab;
  • Secco_pesi:  2 all;
Settimana 28 ott-3 Nov:
  • Secco pesi: 2;
  • Nuoto: 2 all;
  • Corsa: 6 mar, 10 mer, 10 sab;
  • Scialp: 600 D+ Ven;
  • Pista Sab;
  • Bici: 25 dom;
Settimana 4-10 Nov:
  • Corsa: 6 mar, 10 mer, 10 ven, 10 dom;
  • Bici: 55 sab, 50 dom;
  • Secco: mar e gio;
  • Nuoto: gio;
Settimana 11-17 Nov:
  • Secco: 2 all, lun e gio;
  • Nuoto: 2 all: lun e gio;
  • Corsa: 10 mar, 10 ven, 15 sab;
  • Bici: 100 Sab;
  • Escurs: 500 d+;
Ottobre 2013 così conta:
  • Corsa: 18 all, 268 km;
  • Bici: 5 all: 290 km;
  • Nuoto: 9 all;
  • Secco: 5 all;
  • Mtb: 1 da 50...
Ottobre 2012 invece??
  • Corsa: 16 All, 245 km ... ehm... ok....; 
  • Bici: 8 All, 427 km; 
Diciamo che allora il 2013 è stato sia più vario che più intenso...avanti così...

Ciao....

venerdì 25 ottobre 2013

Guerra tra zeri

Perché guerra tra zeri...beh, questo è un post sulle probabilità su cui la vita si basa. Se a qualcuno da fastidio il fatto che ogni tanto parlo all'impersonale, ogni tanto in prima persona singolare e ogni tanto in prima persona plurale, sappia che scrivo e salto da una all'altra senza accorgermene e sinceramente non mi va di correggere le frasi....
Lancio una moneta: 0.5 di probabilità che venga testa. 0.25 di probabilità che venga testa due volte di fila.
3 volte di fila...0.125 ...4 volte 0.0625 ... 5 volte 0.03125 ...6 volte 0.015625
7 volte 0.007813 8 volte 0.003906 9 volte 0.001953 10 volte 0.000977 11 volte  0.000488 12 volte  0.000244 13 volte 0.000122 ....il numero di zeri ci sovrasta non  appena ci mettiamo a giocare coi numeri con cui gioca l'universo.
E' facile intuire che se dobbiamo giocare con tempi e spazi infinitamente grandi e infinitamente piccoli, si raggiunge ben presto una probabilità di ottenere la nostra realtà che sfiora una cifra ridicolamente vicina allo zero. La quantità comunque non sarebbe zero, perché almeno un esempio di realtà ce lo abbiamo ed è proprio davanti ai nostri occhi. La quantità di zeri da usare dopo la virgola è talmente grande da sembrare pura fantasia.
La crescita, l'evoluzione, l'adattamento, che sono le volontà della natura stessa di vivere, se ne sbattono delle probabilità. L'unica soluzione possibile, è quella azzeccata. Probabilità infinitamente piccole sono realizzate ogni singolo istante. Da quando c'è quella soluzione me ne accorgo, se non ci fosse non ci sarei neanche io e quindi non me ne potrei accorgere. Le cose accadono solo quando ne siamo testimoni. Al pari, ad esempio, dellle cose che vediamo solo quando le guardiamo.
La straordinaria dote dei pensanti è l'intelligenza e l'uso dell'intelligenza per non rendere passiva la crescita. L'uso dell'intelligenza è, cioè, la volontà di indirizzare una crescita, un addattamento, un miglioramento..
E' una guerra tra zeri, ma il più difficile è già stato fatto. Abbiamo pochi dadi da lanciare ancora. E' un bene averli, è un bene lanciarli. Certo, non tornano indietro....ma i giorni e il tempo me li tolgono dalle mani comunque. Il tempo non cambia il numero di facce nei dadi, cambia solo il numero di dadi che si possono lanciare. E credere nel caso e nel destino a parer mio non vuol dire credere nei dadi, ma proprio nel contrario. Vuol dire credere di non avere dadi da lanciare. Caso e probabilità sono due cose diverse. Una cosa che ha poche possibilità di uscita e poi riesce, non è un caso. La realtà non è un caso. E' solo una cosa poco porbabile, a parer mio. La volontà dell'uomo ruba i dadi al caso e se li mette nelle proprie mani.
La traiettoria che la mia realtà (cioè le circostanze di cui sarò testimone) mi farà compiere nello spazio delle possibilità, congiungerà due punti nel tempo su di una linea sottilissima: ovvero l'unica soluzione possibilie, istante per istante. L'unica soluzione da me testimoniabile e vivibile nella realtà, tra l'incalcolabilmente grande numero di possibilità offerte idealmente. Sono un equilibrista che si sposta su di un filo incredibilmente lungo, se si pensa a quanto è sottile: si perché concesso che il filo sia lungo una vita (almeno quello su cui cammino io) devo ammettere che è largo tanto il più piccolo frammento di tempo. Non il più piccolo frammento di tempo misurabile. Ne il più piccolo frammento di tempo concepibile. Ma il più piccolo frammento di tempo concessoci, ovvero la più piccola quantità di tempo che determina un cambiamento. Questo cambiamento è talmente piccolo che è adimensionale, avolumico, fuori dallo spazio e dall'umana concezione. Semplicemente non mi è dato di dargli un posto e di datarlo, cioè di individuarlo nella realtà, ma neanche di concepirlo, cioè di individuarlo nella mente...Come se la mia testa avesse una risoluzione troppo grossolana per un pensiero così fine, al pari dei nostri occhi, che hanno risoluzione troppo grossolana per determinare la distanza tra due punti attaccatissimi disegnati su un foglio. Allora se si accetta questo, posso dire che il caos o il caso è responsabile delle realtà che si realizzano e che hanno una probabilità che va al di sotto della nostra risoluzione mentale. In questo caso lo accetterei.
E, se dovessimo tener conto di tutto, penso che le possibilità sono sparse su una superficie infinita, un pavimento: ridotto ad una linea insondabile non appena si muove un passo, non appena si formula un pensiero...non appena si è soggetti a cambiamenti.. Questa linea collega ininterrottamente i punti su cui camminiamo e creano il nostro percorso, ovvero l'unica soluzione vivibile, perché è l'unica testimoniabile. La sola scelta possibile, quindi, è dettata dal mio incedere, e riduce l'infinità di soluzioni possibili ad un unica linea e allo stesso tempo fa sprofondare il pavimento dietro di me nel buio senza fine delle possibilità non vissute, separando, cioè, il passato dal futuro. Le possibilità non vissute e sprofondate nel passato sono accessibili dopo il nostro passaggio soltanto tramite l'immaginazione, e il loro accesso ci è negato nella realtà. Ma non solo, perché le possibilità negateci dal tempo che passa sono accessibili soltanto alla mente, ma anche solo attorno alla stretta cerchia che sta vicino alla linea che abbiamo tracciato, quasi fosse un'aura, una luce che avvolge il percorso deciso. E visto che possiamo vedere solo nella luce, le possibilità perse sembrano poca cosa rispetto a ciò che si ha davanti.
Sono un equilibrista senza vertigini, perché non ho paura di cadere: nella mia testa sto camminando su un pavimento, è solo guardando indietro che capisco quanto precario ero, sulla passerella a picco sul baratro. Quasi a dire: ci vuol coraggio a vivere...ma lo si fa senza rendersene conto... Ma d'altronde, non è l'altezza che da la paura di cadere, ma la suggestione e la precarietà della situazione. E allora mi sento sicuro se cammino su di un pavimento e sento una mano amica appoggiata sulla spalla......

Dadi che mi escono dalle tasche, pavimenti che crollano, pare che il tempo stia riducendo i miei zeri. Passo dopo passo mi dirigo in quel punto dove il pavimento crolla anche davanti ai miei occhi e non dietro ai miei passi, ma proprio sotto i miei piedi...

Bella storia....

Guerra tra zeri quindi..... Io ho scritto, tu hai letto. Che probabilità c'era? Incalcolabilmente piccola. Ma è successo. La prossima volta faremo dell'altro, probabilmente.

NB: Settimana 14-20 ott

  • Corsa: 5 mar, 10 mer matt, 10 mer sera; :-(
  • Bici: 40 ven, 130 dom;
  • Nuoto: 1 lun, 1 gio;
  • Secco: 1 Gio;
Ciao

JMBReRe



domenica 13 ottobre 2013

Viva la Vida e il giorno di Colombo (+Settembre 2013)

Il giorno di Colombo, ovvero: come Viva la Vida mi ha ricordato la forza delle idee, nel giorno della maratona. Lo so, dovevo pubblicare questo post ieri (12-10), ma non ci sono riuscito.

Partiamo.

Innanzitutto, come sempre, mettiamo degli ingredienti, prima di impastare questo post: secondo me il giorno di Colombo dovrebbero spostarlo e metterlo il 3 agosto, cioè il giorno della partenza. Spero sia chiaro alla fine di questo post, il perché di questa affermazione. Quindi il lettore si attivi ad immaginare per conto proprio le circostanze della partenza di Colombo verso le Americhe. O quelle che lui credeva fossero le Indie.... i sette anni di battaglia per trovare i fondi e partire. L'equipaggio, l'arruolamento, la costruzione delle caravelle..."E' là che la troveremo ragazzi!!!"... "Per di là per di là"....
"Cominciai a navigare per mare ad un'età molto giovane, e ho continuato fino ad ora. Questa professione crea in me una curiosità circa i segreti del mondo. Durante gli anni della mia formazione, studiai testi di ogni genere: cosmografia, storie, cronache, filosofia e altre discipline. Attraverso questi scritti, la mano di nostro Signore aprì la mia mente alla possibilità di navigare fino alle Indie, e mi diede la volontà di tentare questo viaggio. Chi potrebbe dubitare che questo lampo di conoscenza non fosse l'opera dello Spirito santo?"(Cristoforo Colombo, Libro delle profezie, 67)
Sei il mio eroe!!!

Altro ingrediente: nessuno ha mai trovato una colomba ferita? L'ha mai accudita per qualche giorno per poi farla tornare a volare? Non è una cosa incredibile? L'avete fatta volare dalle vostre mani? Da un ramo? Da un balcone? .........Ha volato? Ha raggiunto un ramo, o un filo del telefono?

In seguito sgranellerò dei tratti del testo di Viva la Vida (canzone super famosa dei Coldplay)... Cercherò di creare un miscuglio vorticoso di concetti, per poi finire per creare nel lettore null'altro se non una vaga sorta di realizzazione interiore di ciò che vorrei far passare: le idee hanno una forza incredibile.. Smuovono le montagne. Le possiamo usare per sorreggerci nella realtà, equesta è un'altra sfaccettatura splendente e affascinante dell'essere umano, capace di automotivarsi internamente tramite l'immaginazione. Capace di fa crescere la struttura dell'idea e rendere più forti i pilastri che la sorreggono...tutto solamente tramite la progressiva e concomitante crescita della convinzione mentale e dell'attuazione reale.

Idea banale di domenica scorsa. ... cioè, questa cosa che io ci devo sempre mettere qualcosa inerente alla corsa dentro un post è un po una mattonata nelle balle. Cioè...è solo un pretesto. Ma sui bagni della mia facoltà c'era scritto con il pennarello: "Il testo senza contesto è solo un pretesto"....Allora, ora l'idea che avevo era banale e, obiettivamente, son ben conscio che a nessuno gliene dovrebbe fregare un cacchio. Ma la prendo come pretesto, per creare il contesto.

Idea di domenica scorsa allora: che idea è tenere quest'andatura per 42 km...? Mettete caso che volete fare un'andatura sostenuta durante una maratona, non sapendo bene se saprete reggerla, tutto qui.....

10 km...Sembra passato un minuto in tutto...Le caravelle son salpate... La colomba ha superato la notte....
"One minute I held the key
Next the walls were closed on me
And I discovered that my castles stand
Upon pillars of salt and pillars of sand"

"Per un minuto ho tenuto la chiave...[...]...e ho scoperto che i miei castelli stavano in piedi...(anche se) costruiti su pialstri di sabbia e sale. ". Per 10 km l'ho tenuta....

10-20-30 km....
"Be my mirror, my sword and shield
My missionaries in a foreign field"

Vola idea...vola....come una colomba, come una caravella...."Sii il mio specchio, la mia spada e il mio scudo....i miei missionari in campi stranieri. ".

Sii mio specchio, per aiutarmi a guardarmi da fuori. Perché nessuna impressione è efficace se non è obiettiva. Sii la mia spada, con cui possa attaccare.....sii il mio scudo, con cui possa difendermi...siate i miei messaggeri, i miei missionari, nei campi stranieri... vola, colomba!...solca l'atlantico, caravella!....

Attuare un'idea è costruire un ponte tra la sponda della realtà e la sponda dell'immaginazione sul fiume dei pensieri. Se il lato pratico dell'intelligenza è la deduzione e il lato pratico dell'azione è il suo effettivo svolgimento, il solo ponte che possa reggere il tuo peso sul fiume dei pensieri è quell'idea costruita con solide fondamenta su entrambe le sponde. Preparazione fisica e mentale sono progettisti nello stesso cantiere. Chilometro dopo chilometro il mio ponte regge...il mio "castello" regge...anche se le arcate le ho costruite con sabbia e sale...sabbia e sale. Da sponda a sponda le arcate piano piano si vanno incontro. Arcate nuove crescono a vista d'occhio se le aspettative vengono rispettate. Per reggere il peso dei volti, i pilastri affondano nel fiume dei pensieri, facendo gorgogliare i ricordi e i desideri come i pilastri dei ponti veri fanno con il flusso d'acqua.

".il mio "castello" regge...anche se le arcate le ho costruite con sabbia e sale...sabbia e sale." Magari è quello che si diceva anche Colombo, mentre, in trepida attesa continuava a scrutare l'ovest. Chissà se ha vacillato, nella sua testa. Chissà se nonostante tutto, non era imperturbabile e ha pensato, anche solo un istante, che la sua idea era costruitra con sabbia e sale..

Magari è quello che ha pensato la colomba, quando ha sbattuto le ali fuori dal mio balcone ed è stata raggiunta da una folata di vento polverosa.

"Revolutionaries wait
For my head on a silver plate"

35-esimo km: "Rivoluzionari aspettano... la mia testa su un piatto d'argento"... ma il ponte non crolla, resta su mentre lo sto costruendo. Sto finalmente completando l'arcata centrale e tra poco lo potrò usare e riusare, per le mie truppe, per i miei messaggeri....... Chilometro dopo chilometro lui si regge. Tengo io la chiave del cancello. E ho spada, scudo e missionari...

Non può cascare questo ponte, è da quando l'ho per la prima volta immaginato, che è costruito, solo che ancora non lo sapevo. Ora sono arrivato a completarlo, nell'immaginario e nella realtà, mettendoci arcate e pilastri, partendo dalla sponda dell'azione.

Nonostante l'ammutinamento le caravelle han proseguito.

La colomba ha preso il volo.

42 esimo km: per me l'andatura (per me folle idea all'inizio) ha retto. 12 ottobre: Colombo arriva a SanSalvador nello stupore generale (la folle idea è compiuta nonostante tutto). La colomba si è appoggiata su di un ramo, laggiu, oltre la strada e la siepe....

42esimo chilometro, 12 ottobre, l'arrivo sul ramo....

Questa distanza, questa data, questa azione non renderebbero giustizia all'idea, e di conseguenza all'intera opera. Alla forza donata dall'idea per il completamento dell'opera. Sono io che ho fatto di sale e sabbia dei pilastri...ho dato alla materia la forma di un ponte. E ci ho costruito su un intera struttura. Un ponte di sabbia.. un castello in aria. Una cattedrale immaginaria. Sabbia e sale: sacchi di ricordi e sensazioni e sacchi di programmi e aspettative, desideri, per un cemento fabbricato proprio con l'acqua del fiume dei pensieri...... Arcate di intraprendenza e pilastri di deduzione. 

E' da quando ho cominciato ad allenarmi che questa maratona è già stata corsa, solo che ancora non lo sapevo. E' dal momento che Colombo ha studiato le prime vecchie mappe, che le Americhe sono state scoperte (o riscoperte, perché se dico scoperte sono troppo eurocentrico)..... e questo non ha a che fare col destino o con "se son rose fioriranno" o storie simili. Ha a che fare con gli uomini e con la volontà e la forza delle idee e delle convinzioni....la capacità di mantenere la convinzione nonostante tutto, attraverso una strada fino ad un ramo, come attraverso l'atlantico fino ad un isola delle Antille, sapendo e sentendo nel profondo, che il libero arbitrio è il regalo più bello mai concesso agli uomini........e, con le dovute proporzioni, valido per una colomba....come per Colombo.  

Concluderei perciò che il giorno di Colombo dovrebbe esser spostato almeno almeno al 3 agosto, giorno della partenza...E' quello il giorno che renderebbe giustizia alla sua folle e originale idea, inascoltata per anni. E' qui la genialità della sua opera e, alla fine, della sua impresa. 



E' il giorno in cui l'hai tirata su da terra e hai deciso di aiutarla, che lei ha realmente ricominciato a volare.

FINE

Beh allora: la settimana 23-29 settembre ha visto fare:
  • Corsa: 3 all: Lun 6, Mar 10, Mer 10; 
  • Nuoto 1 Lun e 1 Gio; 
Poi ho tagliato il venerdì e il week end per dare un taglio deciso ai volumi (mangiare-dormire-mangiare-dormire-mangiare-dormire). Ho ripreso il martedì della settimana dopo con...

La settimana 30 Set- 6 ott:
  • Corsa: 5 all: 10 Mar, 14 Mer, 10 Ven, 8 Sab, 68 Dom; 
  • Nuoto 1 Gio; 
La settimana 7-13 ott:
  • Corsa: 10 mar, 10 mer, 10 Sab, 42 dom;
  • Bici: 40 ven;
  • Nuoto Lun e Gio;
Il mese di Settembre 2013 si conclude con:
  • Corsa: 17 All, 208 km; 
  • Bici: 10 All, 471 km; 
  • Nuoto: 3 allenamenti (che schifo...però non ho contato le nuotate in acque libere in effetti...); 
E questo è tutto mi pare...ora...salto indietro di un anno e vediamo se il mio alterego di un anno fa aveva fatto di più...

Allora ora tiriamo le somme di settembre!
  • Corsa: 15 All; 178 km; 
  • Bici: 8 All; 280 km; 
  • Mtb: 1 All; 16 km; 
Benone: chilometraggio medio aumentato per le sessioni di corsa ma anche per quelle in bici. E più alto il numero delle sessioni. Ma settembre è sempre stato propizio per l'aumento dei volumi di carico e questo è dovuto al fatto che ottobre è il mese delle maratone :-) Quindi, promemoria per una gara nel primo finesettimana di ottobre: buono l'aumento di volume nelle prime 3 settimane di settembre, poi dopo l'ultimo lungo tagliare il volume nella 4a settimana e lasciare la qualità. Poi nella prima settimana di ottobre fare prove di ritmo gara e poi presentarsi alla gara e finirla...

JMBReRe

mercoledì 25 settembre 2013

L'autunno è un caminetto che sfumacchia.

Mini racconto autunnale
*------------*
[...]
Guido verso casa nell'ora in cui,
a volte, vado a correre di sera.... L'autunno, stagione di mezzo, abbandono della vita,
è buio e piovoso. Il tutto lo vedo dai finestrini di un auto, di un treno, di un bus, e non
invoglia proprio ad andare a correre, per mille mille e mille motivi.
tocco le gocce dei finestrini che sono fredde lacrime dell'estate che se ne va...
i tramonti rossicci visti attraverso le condense del fiato sui vetri:
Credo che questa strana malinconia possa portare lontano per sempre le serate estive...
una bellezza unica e insostituibile.
Arrivato a casa mi butto esausto sul divano, deciso a non muovermi. "Mai più
"andrei a correre adesso, mi dico".
Vado a pensare che sia possibile e che qualcuno possa esserci, invece,
la fuori!
che corre disperato in qualche pallido cono di luce giallo di qualche lampione!
Ad un tratto sgrano gli occhi, metto a fuoco e
guardo bene fuori e in effetti qualcuno che corre c'è, da solo coi suoi pensieri.
immagino intensamente le mie mani allacciare delle scarpe da corsa! Mi confondo.
Ma invece di agire, spengo la luce del comodino per coricarmi e ripenso al tizio della corsa:
Quello che sta uscendo per andare a correre adesso,
lo detesto perché non so farlo. In questo momento sono il simbolo dell'autunno. L'autunno...
forse sono proprio io....
[...]
*------------*

Bene....Avete letto questo mini racconto....forse. Sembra scritto da una persona sola, in preda alla malinconia tipica di chi va incontro alla stagione fredda e piovosa. Ma invece non è così. E' stato scritto da due persone. Una persona prende il peggio da questa malinconia e l'altra ne prende il meglio. Il risultato della loro fusione è la persona malinconica centrale - che poi si creda abbia scritto il testo - che risponde con un'accettazione semipassiva dei cambiamenti a cui va incontro stagionalmente.

L'autunno è un caminetto che sfumacchia. L'autunno è dualismo, è fusione, è passaggio. E' accompagnamento e abbandono. Ci spiega ciò che siamo, con la pazienza di un gentiluomo e l'esaustività di un esperto. Ci capisce. Lo sa che è dura per noi lasciare l'estate. Ma lui agisce con la saggezza di un vecchio e con la comprensività di un amico. Ci conduce piano piano, attraverso la nebbia e il suo fumo agrodolce, alla verità che sta alla base della capacità della vita di perpetuarsi, di sopravvivere: ovvero il suo rinnovarsi... Perché per ogni foglia che si stacca e muore, una gemma, nel silenzio e nella sonnolenza dell'autunno, comincia a prepararsi per la vita....

E voi invece? Siete tra quei malinconici che scriverebbero un racconto simile? Siete tra quei disperati che scriverebbero solo le righe dispari? Siete quelli propositivi delle righe pari? Per decidere, magari, rileggete il mini racconto a righe alterne...quale vi si addice di più?

JMBReRe

Allora la settimana 16-22 Settembre ha visto fare:
  • Corsa: 4 all: 15 mer, 10 ven, 10 sab, 12 dom;
  • Bici: 2 all: 40 ven, 60 dom;
  • Nuoto: 1 lun, 1 gio;

lunedì 19 agosto 2013

I pomodori (Luglio)

Più tempo ho a disposizione, meno ne uso. Ho mille mezzi di comunicazione, ma non so più cosa dire. Posso andare in capo al mondo, ma non so neanche cosa fare domenica prossima.

Si desidera solo ciò che non si possiede. E quando lo si possiede, non si sa come usarlo. Perché si tende a credere, a torto, che l'immaginazione sia più bella della realtà. Non si può immaginare la realtà e perciò questa ci sembra ben poca cosa perché è vuota di possibilità. Ma le possibilità autentiche nascono solo dalle scelte nella realtà. E se si tiene conto di questo, è la fantasia che ci dovrebbe sembrare ben poca cosa.

Più penso, più mi stacco dalla realtà, perché diventa anch'essa pensiero. Per questo immaginare è pericoloso. Il pomodoro comperato al supermercato sarà senz'altro più lucido, accattivante e tondo del mio pomodoro piantato a fatica nel mio giardino, nel mese giusto. Ma non ne sa niente delle mie sere passate ad annaffiare i germogli, non ne sa niente dei miei bruchi, delle mie farfalle. Non è mio per niente, e non godo di nulla quando lo mangio. Che, invero, sarà anche poco succoso. La realtà non è quella propinata da qualche subdolo mezzo di comunicazione. Non è quello che ci possiamo immaginare. Direi il contrario piuttosto. Direi piuttosto che è tutto ciò che non immaginiamo. Ci disillude, ci sorprende, ci fa male. Ma sarà sempre più autentica e succosa di un pomodoro da supermercato, ovvero dell'immaginazione. La realtà è quello che ci sta intorno per davvero, santo cielo! E non posso adoperarmi per ottenere ciò che voglio sulla base dell'immaginazione. Ma oggigiorno è tutto immaginato, e niente reale. E le persone smettono di dedicare la vita alle cose della realtà. Perché hanno nella testa un sacco di possibilità immaginate. Le persone non si sacrificano più. Non ci sono più cose per cui valga la pena dedicare la propria vita. Questo ci porta ad essere individualisti. Mille modi per tenerci uniti, e siamo sempre più individualisti. E si finisce per non fare niente. Quando basterebbe un pezzo di terra per qualche pomodoro. Si:
""Da te, gli uomini", disse il piccolo principe, "coltivano cinquemila rose nello stesso giardino..." e non trovano quello che cercano..." "Non lo trovano", risposi.
"E tuttavia quello che cercano potrebbe essere trovato in una sola rosa o in un po' d'acqua...""

E tutta questa merda, perché di merda si tratta, di social network, pubblicità, banner, pop-up, smart phone e potreiandareavantiduegiorni, mi hanno rotto le palle. Non si cerca più di smuovere la passione delle persone ma solo l'immaginazione. L'unica cosa che si tenta di fare è quella di provocare il sentimento dell'invidia e spingere il consumatore a dotarsi di una tecnologia che gli possa permettere di immaginarsi all'altezza degli individui delle riviste, degli spot pubblicitari, delle sequenze mixate di youtube, e della sua immaginazione.

Si immagina sempre di essere la, ma la realtà è che si è qui. Il 'la' è giusto che traini il 'qui' come è giusto che il 'domani' traini l''oggi'. Ma niente di più.

Perché quando il 'qui' per me diventa un 'la' per gli altri, io non lo so. Ammetto solo che è spuntato un po' di sole. Dovrei recitare una parte ma me ne resto solo, in mezzo al palco investito da quel bel cono di luce,
a non fare nulla. Balbettando a fatica, lo straccio di quello che era un bel copione, di uno spettacolo che sarebbe stato incredibile.

Settimana 22-28 luglio:

  • Nuoto 1000 Lun, 1000 Sab;
  • Corsa: 10 mar, 10 gio, 10 dom;
  • Bici: 40 mer, 60 ven, 25 Dom;
Settimana 29 Luglio - 4 Agosto
  • Corsa: 10 lun, 8 sab, 1000 D+ dom;
  • Bici: 30 mar, 40 ven, 50 dom;
Settimana 5-11 Agosto:
  • Bici: 50 mer, 40 ven, 25 sab;
  • Corsa: 10 ven, 10 dom;
  • Nuoto: 1500 Ven;
Settimana 12-18 Agosto:
  • Via alp Lun;
  • Corsa: 1500 D+ mar, 2000 D+ Sab;
  • Falesia: Gio e ven;
Quindi il mese di luglio conta:
  • Corsa: 14 All, 173 km;
  • Bici: 9 All, 415 km;
  • Falesia 1 uscita :-(
  • Nuoto: 5 all, 5000 mt... che schifo
Luglio 2012 avevamo fatto:
  • Corsa: 11 All, 123 km;
  • Bici da corsa: 9 All, 350 km;
  • Mtb: 2 All, 70 km;
  • Via di Roccia 1;
JMBReRe

Questa foto è stata scattata sulla Contamine ai Satelliti del Tacul....

Ciao...






lunedì 17 giugno 2013

Semafori

Questo è un post sui semafori....che cacchio di post, un post sui semafori.

Non su qualsiasi semaforo, ma su quelli che incontriamo quando siamo in bici. Quelli che ci allenano, alla fine della fiera.... mi stanno simpatici, i semafori. Ghignano, i semafori. Ci sfidano, i semafori.

Mi piacciono quelli che vedi che sono verdi a 100 mt di distanza. E allora pensi: scatto per prendere il verde o mi rassegno e riposo un attimo? Stai certo che se ti rassegni un attimo il verde continuerà a brillare, ipnotizzandoti. "Se resta verde altri 5 secondi lo carico". "Se non viene giallo entro quel tombino allora lo carico!".

Ed ecco che accade una cosa strana. Ti prepari già prima di quel tombino, prima di quei 5 secondi.  Come se sapessi che l'hai sparata troppo grossa: che quei 5 secondi sono troppi ma che 4 secondi sono tanti. Come se lo sapessi che a quel semaforo non stai simpatico e che non ti darà nulla gratis. Se darai tutto passerai col giallo, se darai qualcosa meno passerai col rosso. Se sarai titubante dovrai tirare i freni prima della striscia bianca e lui ti avrà battuto. E' un incrocio grosso, lo sai che il giallo dura molto. Ti fai tentare dall'idea...

Sfida lanciata, sfida raccolta. Lui continua ad attirarti nella sua trappola facendo brillare una luce verde..."fatti avanti caro", ti dice!! E allora carichi il verde come il toro carica il rosso... 39-14, 39-15, 52-15, 52-14. Non puoi alzare lo sguardo, peché sta arrivando il tombino e il furgoncino che ti sbuffa accanto è così vicino che non puoi far altro che rigare diritto. Non alzi lo sguardo, ma lo sai, che da qualche parte laggiù nei tombini, nella canalette piene di cavi, è già partito il segnale: il semaforo è ora giallo. Hai già passato il punto di non ritorno. Tu-TuMM! Il tombino fa risuonare la tua bici anche se hai fatto del tuo meglio per alleggerire l'impatto. Hai smesso un attimo di pedalare e di respirare.
Il furgoncino non tentenna, anzi sgasa e strappa altri 5 km/h con una facilità che le tue gambe non avranno mai. Lui passerà col giallo e pesa qualche quintalata. Tu sei 80 kg di bici e di borraccia (se è piena) e di tutto. Sei appeso tra il giallo e il rosso. Giallo-rosso, giallo-rosso....giallo...giallo?? Giallo!! Arrivi ai 40 all'ora, il torero alza il mantello e ti ritrovi nel bel mezzo dell'arena a sbuffare. A fare i conti col fiatone. E cerchi di toglierti di mezzo il prima possibile.

Era solo un semaforo, Santo Cielo... che tra l'altro non è che con il giallo si possa passare, almeno così mi hanno insegnato. Ma per Belzebub non ti puoi fermare in condizioni di sicurezza se stai facendo una manovra scema come questa!

Mi stanno simpatici i semafori...

Tranne quelli in salita... e che hanno il giallo che dura poco :-)



Settimana 3-9 Giu
  • Corsa: 4 all: 10 mar, 10 mer, 8 gio, 10 dom;
  • Bici da corsa: lun 50, 30 ven;
  • Mtb: 35 Sab;
Settimana 10-16 Giu
  • Corsa: 3 all: Mer 10, Gio 10, Dom 10;
  • Bici da corsa: 50 Mar, 30 Ven;
  • Escur: 400 D+ sab?? Boh;
JMBReRe

martedì 28 maggio 2013

Settimane arretrate e lettera alla corsa (delirante)

Eccoci allora per la rendicontazione delle ultime 2 settimane!

Settimana 13-19 Mag:
  • Corsa: 4 all: mar 6, mer 10, ven 10, dom 10;
  • Mtb: 20 lun, 30 sab;
  • Via alp: 1 sab;
Settimana: 20-26 Mag:
  • Corsa: 2 All: 10 mar, 10 sab :-( che schifezza....
  • Bici: 50 mar, 30 mer;
  • Mtb: 40 Dom;
Lettera di un infortunato alla corsa.

Questa è una cosa che ho scritto alla corsa o all'attività fisica in generale dopo svariate sere in cui non sono riuscito ad uscire perché infortunato e giù di corda. Ho dato colpa alla corsa stessa che tanto mi ha dato e tanto mi ha tolto. Ma vale un po' per tutto. In generale è un'ode all'attività...all'attitudine all'attività. Al rimanere attivi. Al riempire il tempo a disposizione. A chi approfitta di ogni attimo come in preda a qualche furore. A chi gli pare di svegliarsi ed essere già in debito. A chi si alza e si sente già in dovere di restituire qualcosa solo per il fatto di essersi svegliato vivo, respirando. A chi non è mai contento. A chi deve subire questa condanna autoinflitta. A chi crede di avere questa SENSAZIONE. A chi ci crede e a chi la sente, a chi si fa guidare, condannare, ingannare. A chi ha quell'unico imperativo di andare a letto stremato..A chi la usa come scusa per riposare... a chi "trova nella fatica un riposo ancora più forte". 
Boh... ognuno ci veda ciò che gli pare...non posso sempre cercare di capirmi eh...Solo che ogni tanto uno ci riflette. E capisce che questa storia dell'attività a tutti costi è un delirio. Che non si può spiegare a tutti. Che si può smarrire, e che magari come tutte le cose, viste da un'altra prospettiva, sembrano poca cosa. Questa lettera è dedicata a questa SENSAZIONE. In quelle sere l'avevo lasciata e poi l'ho ritrovata...ritrovata, più bella di prima. Oppure era lei che aveva lasciato me e che mi ha ritrovato dopo tanto tempo... ecco cosa le ho detto...

"Incredibile se penso a come tu mi abbia potuto sopraffare anche quella sera quando eravamo qui. Ho sentito che il tempo era prezioso. Avevo sperato troppe volte di averti li con me e avevo pensato che quel tempo sarebbe stato preziosissimo. "Il tempo è quello che ne facciamo di esso." ... "E la farfalla conta gli attimi, non gli anni ed ecco perché il suo poco tempo le basta"...Quanto vere che sono queste frasi, da non credere quanto descrivano esattamente quello che voglio dirti ora. Si, perché aspettandoti dopo tutti quei giorni sapevo che avresti reso quei momenti insieme preziosissimi.
Ancora una volta mi accorgevo di quanto era importante proprio mentre lo perdevo. In quei giorni avresti impreziosito il mio tempo. Avrei contato gli attimi con te e mi sarebbero bastati, come alla farfalla, pochi giorni. Ma tu non facevi nulla, mentre sapevamo entrambi, o forse solo io, di quanto quegli attimi avrebbero potuto significare. Stavi impreziosendo il mio tempo ma tu non la pensavi allo stesso modo su di me, e ti ho detestato per questo. Ho detestato anche me, per tutte le volte che non sono rimasto un attimo in più....
Rimasto un attimo di più. Fermo, a guardare...a sentire, a fiutare...la fuori, dove abiti...
Ancora una volta mai avrei voluto pensare che il mio tempo lo stavi già impreziosendo ogni volta che stavamo insieme. Ma anche quando non stiamo insieme, nel magnifico gioco che è l'attesa e l'immaginazione. Impreziosisci tutt'ora il mio tempo. 
Quando senti che ti basta un attimo per sentirti meglio vuol dire che stai diventando una farfalla, che la stai pensando come lei. Rendere il tempo prezioso è il più bel riconoscimento che dobbiamo alla vita stessa. Qualcuno mi ha detto: "Ciò che facciamo della vita è ciò che restituiamo a dio".... Beh, qualunque sia la verità,grazie per darmi l'illusione di poterlo fare, con il mio tempo.
Ora capisci cosa significa poter fare qualsiasi cosa, questa sera? Capisci cosa significa fare una cosa qualsiasi, questa sera?"

Sono al limite del ridicolo credo :-\ ah ah!! Che fissa! "Sbalordito il diavolo rimase, quando si accorse di quanto osceno fosse il bene..."

Ciao 

JMBReRe


sabato 13 aprile 2013

Marzo: padrone e schiavo nel "giro A"

Il "Giro A", per la mia nomenclatura, è il base-base e l'ho introdotto lo scorso autunno, come risultato della mia crescente voglia di trail. Il bello di questo giro è che si svolge qusi interamente lontano da strade trafficate: si snoda per i campi e serpeggia per le colline tra la vite, l'olivo e il cipresso. Essendo il giro standard l'ho percorso con ogni condizione di meteo e più o meno ad ogni ora del giorno. Ricordo bene che ad ottobre, quando sono cominciate le prime uscite al buio, ero uso a portare una frontale con me. La frontale è un rimasuglio del mio equipaggiamento da corsa sulle strade trafficate o sulle ciclabili.
Pensavo: "Beh, fondamentale la frontale per i percorsi un po' più accidentati, basta mettere male un piede, e...".
Ora, questo percorso è collinare, non ci sono grosse asperità da affrontare ed evitare: dopo un po' lo si impara...

Doveri e oneri sono compresi nel possesso. Ed ecco che, attraverso un percorso così, ripetuto e ripetuto, la frontale porta all'attivazione di uno strano meccanismo. Potrei dire che si finisce col credersi padroni della luce, che però per forza di cose ci porta a vedere solo ciò che rimane nel raggio d'azione della frontale. Ma per la strana sfaccettatura della realtà, per la quale si è padroni solo di ciò che non si possiede, una volta che si crede di possedere una cosa, se ne diventa schiavi senza crederci, o senza saperlo.
Padrone della luce e, quindi, schiavo della mia frontale.

Bello quindi, quando, quella sera, indebolito dal sonno carente, nel bel mezzo del giro A, mi immaginavo assalito da animali d'ogni sorta. Ero schiavo del mio frontale e, preso da una strana agitazione, ad ogni fruscio mi giravo cercando di scoprire la causa del rumore. Credevo di non poter veder niente se non avessi potuto illuminarlo con il mio frontalino e i gufi, le civette, i gatti selvatici e le volpi, diventavano spettri d'ogni sorta e cattiveria. Ad un certo punto, mammalucco come sono, sono inciampato in una radice e sono finito per terra. Che scena impietosa per tutti i miei spettatori immaginari... e che scena comica per tutti gli animali che nel buio sanno perfettamente come muoversi. Disteso per terra, col frontale rivolto verso il terreno e il mio ginocchio sbucciato mi sono sentito assalito da mille carnivori letali!
E' bastato aspettare, per rendersi conto di ciò che era la realtà: ero una cimice voltata a pancia in su, ero solo un omuncolo che credeva di possedere la luce e di poterci vedere perciò al buio. Un Prometeo dei poveri che si era autodotato di un fuoco, di cui non conosceva il segreto. Che ridicolo!
Al ritorno da quel giro ho utilizzato sempre meno il frontale, cominciando perciò a correre il mio giro A alla luce del buio. Ora non la prendo nemmeno più su. E penso che ora vedo molte più cose di quando avevo una frontale. Miglioro i sensi e la propriocezione. Vedo la cupola di luce rossa della città quando è nuvoloso, e la cupola stellata della notte quando c'è limpido. Distinguo la mia ombra quando è creata dalla luna, distinguo meglio gli animali e mi preoccupo meno dei rumori. Non sono padrone della luce, ma sono libero nel buio.

Almeno questo è quello che mi piace credere, ecco...

Rimettendo a posto il diario:
Settimana 25-31 Mar:
  • Corsa: Lun 10, Mar 10, Ven 10, Sab 9, Dom 11;
Settimana 1-7 Aprile:
  • Corsa: Mar 10, Mer 9, Gio 10, Sab 12, Dom 9;
  • Scialp: 300 D+ Ven;
Marzo allora mi ha visto fare:
  • Corsa: 18 sessioni, 191 km;
  • Secco/Pesi: 4 All;
  • Scialpinistica: 4 tot 3000 m disl.
Marzo 2012 cosa mi aveva visto fare?
  • Corsa 18 all e in tot 159 km...ok sopra media e sono soddisfatto
  • Bici da corsa 4  all in tot 220...insomma :-/
  • Mtb 2 all e 55 km
  • Trave 7 all
  • Boulder 3 all
  • Arrampicata 4 all
Si insomma... sessioni di corsa decisamente allungate per me! Bene! Ma ero molto messo meglio con l'arrampicata... :-( Come manca poi la bici :-( Arriverà con la primavera credo...

JMBReRe

venerdì 29 marzo 2013

Le gare, secondo me, sono come gli Oracoli

Ultimamente mi sono dovuto confrontare con l'argomento "gara" in diverse discussioni. Questo principalmente per via delle ultime notizie spiacevoli riguardo a gare di endurance che sono state comunque iniziate nonostante condizioni meteo critiche. Questo ha provocato spiacevolissime conseguenze sulla salute dei partecipanti che si sono comunque spinti verso il loro limite, come, secondo me, in una gara, è giusto aspettarsi. E' già successo, e succederà ancora. Non è questo il posto in cui io riesca a discutere di questo argomento. Non riporto link riguardanti queste notizie: penso che chi è dell'ambiente si sia già interessato e abbia in testa già diversi esempi, sia recenti che datati. Chi non è dell'ambiente può sicuramente interessarsi senza il mio aiuto.

Qui vorrei parlare di come la vedo io. Di come interpreto io la cosa: la possibilità di spingersi fino ad un limite che, se valicato, può portare a conseguenze estreme. La ricerca di questa possibilità. Regalarsi questa possibilità. Sia in allenamento, sia in gara. A fine giornata, di notte o all'alba. Di domenica o il lunedì di Pasqua. Di quanto sia coscente/incoscente lo spingersi fino a questo limite. Di quello che può essere il proprio tornaconto, se ce n'è uno. Capire perché questo tornaconto non possa essere spiegato, se non con la ricerca del tornaconto stesso. La ricerca della soluzione, sembra essere la soluzione stessa.

Secondo me, quindi.... assolutamente e candidamente solo secondo me. Da figlio minore dello sport.
Dico solo che raggiunti certi livelli di fatica, di coinvolgimento, di eccitazione, ci si stacca dalla realtà. Questo può accadere nella corsa, come nel boulder, come nell'arrampicata sportiva, come in quella alpinistica. Come nella bici. Quello che credo è che la facilità con la quale ci si stacca dalla realtà dipende dalle nostre naturali propensioni, e credo che rincorriamo ciò che più rapidamente ci fa trasportare. Dico che la ricerca di questo distacco, a qualcuno che lo ha provato, sia incentivata dal fatto che, fuori dalla realtà esista un proprio io felice e puro, selvaggio. Selvaggio nel senso che ci riporta ad affrontare i problemi più fondamentali della natura umana: sete, fame, affaticamento, necessità di calore e riparo. Libertà di poter pensare ad altro, a quello che si vuole: a qualunque cosa. Quell'io ha tutto ciò di cui ha bisogno perché è libero in tutti i modi in cui non lo siamo noi. Essersi trovati di fronte a questo io può aver fatto piacere e non si può fare a meno di cercare di nuovo di riuscirci.

Quante volte capita di chiedere a persone o canzoni o libri di portarci via dalla realtà? E' uno stato mentale e fisico che ci fa volare via come può farlo alla pari il sonno. L'ambiente circostante e il contesto d'altra parte agiscono  accelerando o decelerando questo processo: sempre a seconda delle propensioni personali. Uno può volare via in fretta in mezzo ad una folla prima della partenza, oppure uno vola via più facilmente da solo mentre corre in un bosco. Dipende da ognuno. Uno magari vola via leggendo il suo libro preferito in treno. Oppure ascoltando un pezzo con l'ipod in metropolitana.
La gara, secondo me, accelera questo processo: è eccitante e narcotizza. Ci fa raggiungere prima quello stato. Quello stato muta nel tempo e può passare dallo stato di grazia iniziale a stati via via più confusionali o incoscenti o di eccitazione o deprimenti. Per me, anche l'arrampicata è così: il fatto che il pericolo percepito sia maggiore, ci fa subito dimenticare il resto e ci porta via. Con diversi tempi e diverse intensità, le attività agiscono su di noi. E siamo noi stessi somministratori e somministrati di questa medicina. Registi e attori. Siamo anche sceneggiatori? Con che grado di libertà possiamo scrivere il copione? Quanto coscientemente? Quanto arbitrariamente? Quanto è già scritto?

Una sorta di ricerca di quell che siamo e delle personalità che incarniamo a seconda delle situazioni.


Per questo dico che l'attività sportiva è la ricerca di se stessi. Da qui, il parallelo con l'Oracolo di Delfi.

Ti avverto, chiunque tu sia. Oh tu che desideri sondare gli arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dei. Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei.
Oracolo di Delfi


Attività sportiva...Sia quella indiviuale che quella di squadra. La gara offre la possibilità di essere spinti da un vento favorevole verso l'isola dove incontreremo il nostro io selvaggio. E non è uguale per nessuno in assoluto, è sempre relativo e soggettivo, anche a parità di prestazione. Anche a parità di tutto ciò che è l'esterno, perché dipende fortemente dalle attitudini personali ed è legato alle percezioni, ai propri feedback che confrontano lo stato attuale con la condizione che vorremmo percepire. Dico solo che la gara o l'allenamento più estremo porta questi feedback a funzionare male, ci porta fuori controllo e, in altre parole: ci mette nelle mani di questo nostro IO che agirà in base alle più pure leggi che sono scritte dentro di noi. Qualcuno può aver paura di scoprire ciò che è scritto dentro di ognuno: se ci fosse scritto di agire in modo sbagliato? Incoscente? O, peggio, vile? E che dire se ce ne fosse scritto qualcosa di buono? Che ci piace? Che ci fa pensare che il nostro IO sia meglio di noi stessi? Non cercherei di rincorrere per sempre quello stato?

Nella Storia Infinita dicevano: "Le sfingi sanno vedere fin dentro al tuo cuore".


Non si mente a se stessi.

E ancora:

"-Tu non capisci un bel niente! Il peggio deve ancora affrontarlo.
La porta dello Specchio Magico: si troverà faccia a faccia con il proprio io.
- E con questo? Che vuoi che sia per lui?
- Eeh, tutti sono convinti che sia facile...
Ma sovente i buoni scoprono di essere crudeli, eroi famosi scoprono di essere codardi.
Posti di fronte al loro vero io pressochè tutti gli uomoni fuggono urlando! "

Esopo ci insegna anche che, se è questo a cui ci si vuole sottoporre, alla purità del giudizio non ci si sottrae. Perché è la realtà delle cose a giudicarci a prescindere dallo stato in cui ci troviamo. Come dice la favola di Esopo, la decisione è nelle nostre mani, come un passerotto. Qualunque personalità si stia incarnando nel momento dell'attività si deve tenere ben presente che il passerotto è nelle nostre mani. Nelle mani del nostro IO: incoscente, selvaggio, delirante, eccitato, depresso. Spingersi al limite e cercare questo limite è procurarsi l'occasione di presentarsi alle nostre diverse persone. Prendere il rischio di presentarsi a queste persone. Vale la pena, non ne vale la pena? Fino a che conseguenze accettabili? Con che grado di rischio? Le risposte sono tutte personali, come un passerotto nele nostre mani. La ricerca della risposta, sembra essere la risposta stessa.

Io dico.... Conosciamo noi stessi, che dentro di noi c'è una folla.

"Conosci te stesso" ... 

Vi lascio alla favola...

Esopo - L'imbroglione
Un imbroglione s’era impegnato con un tale a dimostrare che l’oracolo di Delfi mentiva. Nel giorno stabilito, prese in mano un passerotto e, copertolo col mantello, andò al tempio, si fermò in faccia all’oracolo, e gli chiese se quel che teneva tra le mani respirava o no. Se gli fosse stato risposto di no, egli intendeva mostrare il passero vivo: se invece gli fosse stato detto che respirava, l’avrebbe strozzato prima di tirarlo fuori. Ma il dio, comprendendo il suo malizioso proposito, rispose: “Smettila, uomo, perché sta in te far sì che ciò che hai in mano vivo oppure morto”.

NB: la morale che si trova scritta è un tantino diversa. Come disse Doc in Rotorno al Fuutro: "Ho pensato: chi se ne frega?" La mia interpretazione è questa. Credo che nessuno riporterà qui Esopo per dirmi che sono un c******e che non ci capisce na cippa della sue favole.... Mi prendo tutto il vantaggio di essere distante secoli da lui...

Tag per tirarsi il trip mentale

Settimana 4-10 Mar
  • Corsa: 4 all: lun mar mer 10 10 10 e dom 20;
  • Trave: 1 All;
Settimana  11-17 Mar
  • Corsa: 4 all: 11 Mar 10 Merc  10 Sab  10 Dom;
  • Trave: 2 All;
Settimana 18-24 Mar
  • Corsa: 4 all: Mar 10 Mer 10 Gio 10 Dom 11;
  • Trave: 1 All;
  • Scialp: 700 D+ Mar, 1000 D+ Sab;
"...alcune persone che inalarono quei fumi furono invasi da furore profetico..."

JMBReRe

martedì 26 febbraio 2013

Viaggiando coi profumi

Non so voi di che avviso siete, ma secondo me le cose più difficili da descrivere sono i profumi e gli odori. Per descrivere un profumo è più facile fare dei paragoni, piuttosto che fornire aggettivi. E' più facile fare associazioni, parallellismi. Le descrizioni dei profumi e degli odori magari sono nella nostra memoria e nelle nostre capacità, ma sono difficili da estrarre, come le radici più profonde di una pianta. L'odore fa viaggiare la mente più veloce di qualsiasi altra cosa, proprio perché è direttamente associato a qualcosa. Più della musica, più del gusto, più della visione.

Mi capita sempre di sentire un odore e di essere trasportato alla velocità dell'immaginazione: più veloce del suono e della luce. Ce ne sono certi che sono infallibili: l'odore dell'erba umida appena tagliata, che mi riporta al vecchio tagliaerbe nel vecchio giardino; il profumo secco degli aghi di pino marittimo, che mi riporta alle vacanze al mare; la salsedine, che mi riporta sul traghetto per la Sardegna...
L'odore del sudore della maglietta che usiamo per il dodicesimo allenamento di fila, perché a lavarle si rovinano. L'odore del fango, del fieno. Appena li sento, vengo trasportato in un posto diverso, in un istante e per un istante. E così anche il profumo di una donna che mi passa accanto e che mi porta tra i suoi capelli, sul collo, sotto l'orecchio: non esiste al mondo un regno più grande e misterioso di quello dell'immaginazione.

E così, stamattina sono uscito convinto di trovare una mattina grigia e piovosa, come da previsioni.
Invece c'era un cielo limpido ed un'aria fresca. Dai, ci siamo capiti... uno di quei giorni...
E' arrivata una folata che ha portato con se il profumo della neve. Non riesco a descriverlo se non così. In un istante mi sono sentito sulla mia cresta preferita con la neve alle ginocchia e con lo snowboard sulle spalle. In un istante, per un istante.
Avrei voluto respirare fino a scoppiare.

Ma la folata si è subito smorzata: la sensazione di cambiamento è subito cessata. Nell'istante successivo a quello che mi aveva visto volare via, mi sono ritrovato coi piedi sull'asfalto di un parcheggio, con le chiavi in mano e con lo sguardo fisso alla portiera della macchina. C'era una strana figura nel riflesso scuro del vetro. Ho visto la figura immergersi nel colletto del proprio cappottino e premere il tasto di sblocco sulle chiavi. Un rumore è sembrato arrivare da lontano, accompagnando il lampeggiare delle 4 frecce e l'arrivo di un altro istante.

Era la mattina di un giorno lavorativo invernale.

PS: Settimana 18-24 Feb

  • Corsa: 4 all: lun 10, mar 12, gio 10, dom 38;
JMBReRe