Sveglia intorno alle sette ed occhiata fuori.
Colazione.
Una leggera nebbiolina e una luce timida in arrivo da sud-est. Sulla verticale il cielo è tutto limpido e ne sono sicuro: oggi in quota questa è una giornata da monti naviganti (io lo dico così quando so che in pianura c'è nuvole o nebbia e le cime dei monti spuntano fuori come giganteschi iceberg di roccia e sembrano navigare).Ma non doveva piovere oggi? Speravo inutilmente nell'arrivo di massicce quantità di neve nella notte e durante il giorno :-( Però almeno durante la notte ha piovuto e quindi in quota avrà nevicato...si ma a quale quota? Consultiamo internet: sito ARPAV e webcam dei Fiori del Baldo. Pericolo quasi due di valanghe (accettabile), esposizione ok...temperature, crostoni, tutto ok...check doveroso prescialpinistico completato. Sarò solo sfortunatamente...anzi no! Ombra, tu! Cane fedele, vieni con me? Yessss!
La temperatura in valle è 2-3 gradi sopra, tra poco aumenterà. Sarà da maniche corte, da mille a duemila un botto e poi torniamo in men che non si dica -> sarà la più classica delle classiche: Prada-Costabella.
La macchina è pronta in due minuti e in un soffio è il parcheggio. Pronti via, ovviamente tavola in spalle e ciaspole in cantina! Non serviranno! Cammino sull'erba per i primi trecento metri, poi per altri 500 pesto la fresca già incrostata che è stata messa giù in nottata (staterello insignificante e insciabile, per me). Poi la solfa cambia e noto che negli avvallamenti il vento ha portato della polvere d'oro bianco: è deciso, farò uno di questi canaletti che scende in giù...più avanti, passati i rifugi, i filoni di neve morbida si fanno più numerosi e uno di loro comunica con uno dei canaletti! Ecco la mia via di discesa....arrivo a Costabella in un ora e mezza :-( rallentato dalla neve farinosa in certi tratti e rallentato dal fatto che sono una cacca! Beh che serve lamentarsi? Ormai sono quassù, fine delle chiacchiere, si apre il sipario. La città è luminosa laggiù, risucchiata dentro sottili strati di nuvole cerca di rimettersi in movimento con calma dopo le feste.
Qualche monte navigante mi passa vicino con la prua imbiancata: sarà la prossima?
Ecco la prima apparizione in outdoor dei miei nuovi attacchi e nuovi (si fa per dire) scarponi F1. Li blocco in modalità ski e li aggancio senza perdere un minuto: zero acqua, zero cibo...è tutto a casa, quello che serve ce l'ho già dentro (me lo dico per convincermi, era meglio portare qualcosa...va beh).
Sensazioni con attacchi hard per la prima volta: sono partito con gli scarponi in modalità ski e poi li ho provati anche in walk...mi serve più tempo per capire. La cosa di cui sono più contento è la velocità con la quale si percepiscono i cambi del tipo di neve....meglio che con i soft (primo punto a favore).
Inseguo il canalino approfittando per qualche manovra di allenamento e per un breve filmato: sarò sceso solamente di 100 metri. Poi la neve si dirada piano piano perfino nel canalino e devo togliere la tavola :-(
Guardo indietro e vedo la traccia, forse la prime dell'anno, e forse la prima della stagione per il mio monte preferito (non avendo mai nevicato non so se qualcuno è passato con gli sci...io non ho visto tracce di discesa...). Bah, poco importa...primo o centesimo...guardo indietro: la mia scia in mezzo al pendio è bellissima perché è mia :-) Guardo sotto la tavola e non ci sono nuovi graffi, sono sempre gli stessi...macché graffi, sono rughe: la mia tavola è nel fiore degli anni :-) Ecco gli scarponi che cominciano a farsi sentire: entrambi vicino al tallone: ok conosco la soluzione del sottopiede...poi sx su tallone interno...poi destro diti esterni...va beh....la prossima volta non sarà più la prima volta e andrà meglio...
(Punto a sfavore degli hard,con i miei soft sembrava di camminare a piedi nudi nella bambagia....)
Già ora di tornare...dove, come, perché? Ah si, ecco il fardello di realtà che mi aspetta un centinaio di metri sotto, me lo ricarico in spalle e mi ributto in valle :-) bello partirsene, ma bello tornarsene....ne valeva la pena per quelle poche curve? Ne vale sempre la pena...
Ciao!
JMBReRe
«En redescendant, le cœur léger, je sifflote gaiement. Je viens de gagner le ticket pour le cap Horn, l’Amazonie… Ah ! Connaître l’enfer vert, la chaleur suffocante, les moustiques, les papillons aux ailes moirées, manger de la soupe de perroquet Ara, de la queue de caïman, avaler des larves gluantes, découvrir les mers du sud, entendre rugir le vent des quarantièmes, entendre hurler celui des cinquantièmes en doublant le cap Horn, siffler le dauphins qui dansent au clair de lune, apercevoir les glaciers qui brillent au fond des fjords ! Je veux vivre à en crever…»
JMB
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martedì 3 gennaio 2012
giovedì 15 dicembre 2011
Comincia la stagione
Forse nel fine settimana si potrà ufficialmente dare inizio alla stagione invernale, con le prime curve con la tavola sotto i piedi...probabilmente andrò ancora di soft, ma intanto sono pronti gli attacchi Ipex nuovi, cioè vecchi...
Proseguo ora con l'ottimo saggio tratto da www.freestylepark.it ...al solito i miei commenti saranno in grassetto...NB: se uno si compra due attacchi rigidi ci sarà anche lo spessore per il lifting etc di cui si parlava nell'ultimo post...riflessione cruciale: noto che su questo spessore ci sono delle incisioni per i regular o per i goofy che indicano la testa e la coda della tavola...dal verso delle frecce noto anche che per forza lo spessore va messo sul primo attacco, non sul secondo (quello di coda per capirsi...). Ma questo lo fanno perché nell'hardcarving o come diavolo si chiama il peso deve essere leggermente spostato in avanti? Beh, io userò la mia tavola beneamata in neve fresca e quindi dovrò avere il peso indietro e quindi userò goofy anche se sono regular e metterò lo spessore sul piede avanti in modo che lo scarpone sia inclinato verso il centro della tavola...ciò mi dovrebbe garantire peso maggiore sul retrotreno e comunque posizione non scomoda (in relazione a quanto detto nell'ultimo post, cioè vista la rigidità degli scarponi da scialpinismo rispetto ai boots soft!!).
Beh, prossimamente ci saranno recensioni su tutti gli angoli che userò e come reagirà il mio fisico da buttare...Veniamo a noi:
Bellissimo....
Ora abbiamo un po' di nozioni, un po' di materiale...ci manca esperienza, sicuramente non entusiasmo...
"Le idee ci sono, bisogna soltanto prepararsi bene per realizzarle" (P. de Gayardon)
PS: intanto, così in sordina due di trave e due di corsa fino ad oggi da lunedì ... va beh ;-)
JMBReRe
Proseguo ora con l'ottimo saggio tratto da www.freestylepark.it ...al solito i miei commenti saranno in grassetto...NB: se uno si compra due attacchi rigidi ci sarà anche lo spessore per il lifting etc di cui si parlava nell'ultimo post...riflessione cruciale: noto che su questo spessore ci sono delle incisioni per i regular o per i goofy che indicano la testa e la coda della tavola...dal verso delle frecce noto anche che per forza lo spessore va messo sul primo attacco, non sul secondo (quello di coda per capirsi...). Ma questo lo fanno perché nell'hardcarving o come diavolo si chiama il peso deve essere leggermente spostato in avanti? Beh, io userò la mia tavola beneamata in neve fresca e quindi dovrò avere il peso indietro e quindi userò goofy anche se sono regular e metterò lo spessore sul piede avanti in modo che lo scarpone sia inclinato verso il centro della tavola...ciò mi dovrebbe garantire peso maggiore sul retrotreno e comunque posizione non scomoda (in relazione a quanto detto nell'ultimo post, cioè vista la rigidità degli scarponi da scialpinismo rispetto ai boots soft!!).
Beh, prossimamente ci saranno recensioni su tutti gli angoli che userò e come reagirà il mio fisico da buttare...Veniamo a noi:
Ed eccoci infine agli scarponi hard, o hardboots, croce e delizia di ogni alpiner… Sicuramente l’elemento più critico, più performante, ma più “scomodo” del mondo rigido. L’elemento che più crea problemi nel rider abituato alla relativa comodità dei softboots, e non tanto o non solo per la sua natura rigida – ci sono softboots quasi più duri di alcuni hardboots da carving – quanto per la particolare trasmissione degli impulsi, diretta ma con un feeling molto diverso dal soft. Allora per avere un’idea di base diciamo che lo scarpone hard assomiglia ad uno scarpone da sci. Assomiglia esternamente, attenzione, perché invece costruttivamente è fatto in modo diverso per soddisfare delle esigenze diverse. ...... diversi hardboots hanno non un blocco o un sistema di regolazione da fissare, ma elementi elastici di regolazione dell’inclinazione laterale per favorire entro certi limiti, invece di impedire del tutto come nello sci, un certo side-flex. Cosa che poi verrà amplificata dalla costruzione stessa, dal tipo di plastica impiegata, infatti mentre nello sci la sfida è raggiungere la massima rigidità laterale senza compromettere il piegamento frontale, nello snowboard hard si cerca di dosare egualmente entrambe a seconda dell’utilizzo che verrà fatto del boot, quindi scarponi relativamente flessibili nel freecarve, piuttosto rigidi specie lateralmente per il race e comunque per chi usa angolazioni accentuate, verso e oltre i 60 gradi. Spesso negli harboots poi il gancio centrale dei cinque è posto inclinato ad altezza caviglia, per assumere una preminente funzione di ritenzione del tallone, simile alla funzione della strap tibiale nell’attacco soft. Inclinazione frontale. Posteriormente poi, in luogo dell’inclinazione predeterminabile fissa, gli hardboots hanno un sistema di ammortizzazione a molla, o quantomeno una regolazione dell’inclinazione con un meccanismo walk&ride, cioè un blocco liberabile per poter camminare più facilmente. ......gli scarponi da sci sono rigidissimi lateralmente, ed oltretutto sono spesso leggermente preinclinati verso l’esterno, quindi all’opposto del necessario nello snowboard. Quindi se usati dal principiante alpiner con angolazioni basse possono essere negativi se non anche pericolosi, immobilizzando completamente le caviglie a danno, in caso di cadute violente, delle ginocchia… Obbligatorio a questo punto l’utilizzo del canting, ed inoltre ci sono i classici trucchetti, alcuni di dubbia efficacia, di lasciare i ganci superiori semislacciati o perlomeno allacciati laschi, oppure se è presente un dispositivo di canting laterale dello scarpone di lasciarlo libero. In entrambi i casi peraltro non si raggiunge certo la funzionalità ed il comfort di un hardboot da freecarve, spesso, se si raggiunge il fondo corsa della falsa mobilità così ottenuta, si rischia di essere soggetti a dolori da contatto o sfregamento. Spesso in passato venivano usati per l’alpine gli scarponi da sci più amatoriali, oppure gli scarponi da scialpinismo, proprio per la loro minore tenuta laterale nel primo caso, e il maggior confort nel secondo; ovvio dei primi non se ne può a priori escludere un utilizzo occasionale, essendo coscienti dei loro limiti, come dei secondi magari volontariamente per utilizzi alpini estremi. SONO FINITO NEGLI ESTREMI ADESSO? MA NO DAIIIII ...beh ma c'è da capire cosa intendono loro per alpine ... ??? :-0 boh sinceramente...con alpine intendono lo snowboard hard non lo snowboard alpinismo...ok... Diverso è il discorso nel caso di un utilizzo race per angolazioni molto elevate e frontali .... mmmm, no non ci interessa.... |
Sì ma, si chiederanno molti, adesso che conosciamo come sono fatti i materiali dedicati all’alpine e quale può essere il loro campo di utilizzo, per l’impostazione o setup, come facciamo, ci riferiamo al mondo soft? Non proprio. Anzi, secondo qualcuno, quasi per niente!Io pensavo invece prorpio di si....vedremo.... Insomma, l’alpine richiede una tecnica precisa, che a sua volta ha diverse interpretazioni e mode, e correlativamente un’impostazione o setup solo parzialmente simile alla classica surfata soft. Allora senza pretese di voler dare una dettagliata guida in merito (si consiglia per i più interessati una lettura del mirabile sito www.alpinecarving.com, che ha pochi pari in tutti gli altri settori dello snowboard!) si proverà a dare alcuni elementi di base. Sono proprio d'accordo, un supersito! Passo e angolazioni. Dagli altri testi riguardo ai materiali si sarà ben compreso, si spera, che per il passo e l’angolazione degli attacchi si entra in un mondo radicalmente diverso da quello del soft. Diciamo che si parte da dove si arresta il soft, anche le versioni più “surfstance” oggi proposte nell’alpine, come la particolare scuola di www.pureboarding.com, consigliano angoli che sono oltre il più direzionale degli stance col soft. La destinazione del mezzo hard a correre sulla lamina ed ad invertire rapidamente lo spigolo fanno si che tutte le tavole hard siano più strette delle sorelle soft e destinate a stance esclusivamente direzionali. Inoltre, per ragioni fisiche legate alla stessa postura e conformazione del corpo umano, maggiore è la direzionalità verso l’avanti dello stance, minori saranno sia l’ampiezza delo stance stesso, sia la divergenza fra i due piedi. Così se per uno stance tipo pureboarding ai confini col soft sarà ammissibile un passo di 50 cm per una persona media di 175 cm, non troppo distante dal simile passo freeride col soft, per un’angolazione intorno ai 45/25 e pertanto con una divergenza di anche 20 gradi fra i due piedi, per uno stance classico da slalom come 52/45 la divergenza sarà già scesa a “soli” 7 gradi, ed egualmente il passo per la stessa persona sarà intorno ai 48 cm o anche leggermente meno. Questo senza ovviamente tener conto di alcune variabili legate alla fisionomia personale che possono o consigliare degli aggiustamenti alle regole classiche (possibili, ma con attenzione a non esagerare), sia riguardanti l’utilizzo di alcuni dispositivi di inclinazione dello scarpone, sia dell’attacco come il canting ed il lifting, che intervengono per alcuni soggetti ad aiutare e compensare la posizione. Qui ci siamo, io devo stare indietro! Utilizzo di rialzi, canting, lifting. Proprio l’accennata presenza di questi elementi accessori, descritti nella sezione materiali, rende a chi viene dal soft più ostico il mondo hard. In realtà non è che nel mondo soft non siano ipotizzabili e non abbiano una qualche loro utilità; chi usa un passo direzionale normalmente inclina di più lo spoiler dell’attacco posteriore, ed inoltre quantomeno i rialzi sono venduti ed usati da alcuni riders; solo che solo la precisione del gesto “rigido” fa si che si senta maggiormente l’esigenza di compensare la posizione che si assume sulla tavola rispetto a quella naturale che si ha stando in piedi. In ogni caso la regola comune, per quanto riguarda gli scarponi è di usare maggior inclinazione verso l'avanti del gambetto per lo scarpone posteriore rispetto a quello anteriore; mentre per gli attacchi è di utilizzare un canting verso il centro stance, magari moderato, per passi relativamente ampi e angoli hard medio-bassi, diciamo fino ai 45-50 gradi massimo, mentre oltre questi angoli utilizzare lifting sotto il tacco dell’attacco posteriore e sotto la punta di quello anteriore. Il tutto però senza scordarsi che il primo metro è il feeling del singolo rider, spesso inconsciamente correlato proprio alle sue caratteristiche fisiologiche, per cui qualche prova coi diversi setup all’inizio non è da escludersi. Stance naturale e "di sicurezza". Anzi, la prima prova da fare con l’alpine e quella di cercare lo stance più naturale possibile con il tipo di tavola, che si presume presa in relazione alle proprie misure (sarà per esempio arduo non dover impostare un setup estremo se con un 47 di piede si è acquistata una spada da 17 al centro…). Cioè normalmente si mette l’attacco posteriore al passo prescelto, con un’angolazione tale che lo scarpone non sporga più di un cm circa da entrambi i lati della tavola (ovviamente i piu` avanzati ridurranno questa sporgenza quasi a zero), poi si fissa senza stringere troppo l’attacco anteriore ad un angolo di 7-8 gradi superiore a quello posteriore e su un tappeto a casa si prova a “sentire” prima di tutto il feeling che si ha, se del caso variando leggermente il delta fra i due attacchi. Poi, però, una volta cha ci pare di aver trovato una posizione confortevole, serriamo le viti e proviamo a forzare leggermente la posizione verso al punta della tavola in back e volendo anche verso la coda in front, testando – ovviamente entro limiti di sicurezza – cosa ci succederebbe in caso di una non infrequente impuntata o di una peraltro più improbabile caduta all’indietro; testiamo così se abbiamo un buon margine prima di sollecitare a livello di rotazione il ginocchio, cosa che potrebbe accadere con passi stretti e delta relativamente accentuati. Dovremo avere sempre la sensazione che l’altra gamba comincia a tirarsi dietro la tavola ben prima che il ginocchio sotto sforzo vada in sofferenza, ricordiamocelo. Parole sante.... Deve peraltro essere chiaro che ogni attrezzatura hard è relativamente pensata per un utilizzo e per certi angoli, cioè attacchi plastici e morbidi e scarponi flessibili lateralmente sono costruiti per angolazioni medio-basse, mentre attacchi rigidi e scarponi con poca o nulla flessibilità laterale sono concepiti per angoli elevati, dove il movimento laterale della caviglia deve essere limitato al massimo. P.S.: Data la difficoltà di trovare testi di raffronto sull’argomento, diciamo un po’ “fuori moda”, ogni segnalazione, suggerimento, critica o correzione è ben gradita! |
Ora abbiamo un po' di nozioni, un po' di materiale...ci manca esperienza, sicuramente non entusiasmo...
"Le idee ci sono, bisogna soltanto prepararsi bene per realizzarle" (P. de Gayardon)
PS: intanto, così in sordina due di trave e due di corsa fino ad oggi da lunedì ... va beh ;-)
JMBReRe
martedì 13 dicembre 2011
Settimana 5-11 Dic
Eccoci al sunto di una settimana finalmente attiva...l'unico guaio è che cominciano le cene in questo periodo e quindi per bruciare tutto ciò che si mangia bisogna allenarsi di più...! Meglio così...
Allora:
Le informazioni che seguiranno sono state raccolte da un sito: www.freestylepark.it , ma ne avrò trovati a decine, tutti bellissimi! Solo che questo offre anche molti link utili e spiegazioni esaurienti ma mai prolisse...un link fenomenale da non perdere è www.alpinecarving.com e ci spiega proprio bene tutto! Al solito metterò i miei commenti in grassetto e il testo del sito in corsivo...
Allora... Le tavole hard si distinguono nettamente dalle tavole soft, in quanto sono mezzi studiati per avere principalmente gran velocità di cambio lamina e massima tenuta sul duro e in curva, e per permettere inclinazioni estreme.E qui ci siamo, perché si sapeva già...
Come ultima cosa uno sguardo all’utilizzo delle tavole hard. Chiaramente è escluso per loro stessa forma, ma anche per l’utilizzo di scarponi ed attacchi rigidi, qualsiasi utilizzo freestyle, anche se i più esperti azzardano anche dei salti. In freeride non sono certamente il mezzo più versatile e performante, specie in neve fresca, in quanto in media la poca superficie totale non aiuta al galleggiamento, ed inoltre la posizione del rider è rialzata e predisposta alla ricerca della lamina, cosa che provoca facilmente infossamenti, specie per i meno esperti; al contrario in percorsi fuoripista ripidi, estremi e ghiacciati, il sistema hard, magari in forme non lunghissime o anche crossover con tavole da freeride soft, trova ancora estimatori. In boardercross l’alpine gode tuttora di buoni vantaggi sul soft nei percorsi più veloci e meno accidentati, per converso cede inesorabilmente nei tracciati più vari e pieni di salti. Capisco che la tavola è meglio tenerla più larghetta allora per i miei utilizzi...perfetto, tengo quella che ho già :-) Per il cambiamento allora tanto vale agire su attacchi e scarponi...
Buona settimana di allenamenti..
JMB Re Re
Allora:
- Corsa 3 all. (1 da 10 Mar, 1 da 7 Gio, 1 da 14 Dom)
- Bici 1 (50 ai 25 Sab)
- Trave 3 (Lun Mer Ven)
- Arrampicata 1 (Gio)
- Mtb (1 Gio)
Le informazioni che seguiranno sono state raccolte da un sito: www.freestylepark.it , ma ne avrò trovati a decine, tutti bellissimi! Solo che questo offre anche molti link utili e spiegazioni esaurienti ma mai prolisse...un link fenomenale da non perdere è www.alpinecarving.com e ci spiega proprio bene tutto! Al solito metterò i miei commenti in grassetto e il testo del sito in corsivo...
Allora... Le tavole hard si distinguono nettamente dalle tavole soft, in quanto sono mezzi studiati per avere principalmente gran velocità di cambio lamina e massima tenuta sul duro e in curva, e per permettere inclinazioni estreme.E qui ci siamo, perché si sapeva già...
Come ultima cosa uno sguardo all’utilizzo delle tavole hard. Chiaramente è escluso per loro stessa forma, ma anche per l’utilizzo di scarponi ed attacchi rigidi, qualsiasi utilizzo freestyle, anche se i più esperti azzardano anche dei salti. In freeride non sono certamente il mezzo più versatile e performante, specie in neve fresca, in quanto in media la poca superficie totale non aiuta al galleggiamento, ed inoltre la posizione del rider è rialzata e predisposta alla ricerca della lamina, cosa che provoca facilmente infossamenti, specie per i meno esperti; al contrario in percorsi fuoripista ripidi, estremi e ghiacciati, il sistema hard, magari in forme non lunghissime o anche crossover con tavole da freeride soft, trova ancora estimatori. In boardercross l’alpine gode tuttora di buoni vantaggi sul soft nei percorsi più veloci e meno accidentati, per converso cede inesorabilmente nei tracciati più vari e pieni di salti. Capisco che la tavola è meglio tenerla più larghetta allora per i miei utilizzi...perfetto, tengo quella che ho già :-) Per il cambiamento allora tanto vale agire su attacchi e scarponi...
Passando agli attacchi, possiamo dire che nell’alpine la loro semplicità costruttiva ne ha portato rapidamente a termine l’evoluzione. Ricordiamoci che gran parte della struttura che abitualmente vediamo in un attacco soft, nell’hard è in realtà integrata nello scarpone, quindi l’attacco hard è in realtà piuttosto elementare come funzionamento.
L’attacco hard è composto da una base più o meno romboidale allungata, con due archetti in acciaio posti su due elementi leggermente rialzati rispetto alla base, la talloniera ed il puntale. Uno di questi due archetti, normalmente quello davanti, è provvisto di una leva necessaria per bloccare lo scarpone, mentre quello dietro normalmente ha degli scansi sulla talloniera che lo bloccano in posizione alzata impedendogli di cadere all'indietro. Infatti per agganciarsi il rider infilerà la sporgenza posteriore dello scarpone hard sotto l’archetto posteriore, dopo di chè solleverà la leva anteriore bloccandola sopra la sporgenza anteriore dello scarpone. Per un immediato raffronto il sistema è lo stesso usato per gli attacchi fissi dei minisci da freestyle, che lo hanno ripreso proprio dagli attacchi hard dello snowboard.
Al centro dell’attacco è normalmente posto il disco, come negli attacchi soft. Invece per adattare l’attacco alla lunghezza dello scarpone normalmente talloniera e puntale – anzi meglio i carrelli superiori di questi due elementi - sono vincolati ad una vite senza fine che scorre in un dado, collegato invece solidalmente alla base; agendo sugli stessi si opererà anche la corretta centratura dello scarpone sulla tavola. Talvolta poi l’intero puntale e l’intera talloniera si possono avvitare alla base in due posizioni diverse, più o meno arretrate o avanzate, per favorire l’adattabilità degli stessi a numeri di scarpone piuttosto corti o lunghi.
Parti specifiche degli attacchi hard sono poi il canting ed il lifting.
Il primo, il canting, con siste in un dispositivo che determina l’inclinazione di un attacco verso il centro dello stance. Spesso è già premontato sugli attacchi, e ne viene consigliato l’uso fino ad angolazioni non superiori a 55 gradi. Serve per favorire l’inclinazione verso l’interno delle due gambe necessaria data la distanza dei due piedi, cosa che nel soft non si usa grazie alla flessibilità laterale dei softboots, mentre nell’hard viene da molti utilizzata proprio per la relativa rigidità degli hardboots o ancor di più degli scarponi da sci (peraltro sconsigliabili). Normalmente il canting è composto da semplici zeppe a cuneo da fissare fra la talloniera ed il puntale e la base, ciò impone logicamente l’uso di viti di lunghezza differenziata per il lato rialzato (viti normalmente fornite a corredo) per fissare puntale e talloniera alla piastra base dell'attacco.
Il lifting invece consiste in un sistema per determinare l’inclinazione verso la punta dello scarpone posteriore, o verso il tacco dell’anteriore, per compensare in parte la posizione del rider in caso di angoli piuttosto accentuati degli attacchi, come 60/55. I detrattori del lifting fanno notare che il suo utilizzo determina una certa contro rotazione del busto verso l’avanti, viene comunque consigliato solo per angolazioni attacchi, come detto, superiori ai 55 gradi, spesso in alternativa al canting. Anche il lifting è spesso composto di due zeppe a cuneo, magari meno accentuato, da porre fra talloniera e base, per cui per fissarli anche qui si rende necessario necessario l’uso di viti più lunghe dalla parte rialzata.
Il primo, il canting, con siste in un dispositivo che determina l’inclinazione di un attacco verso il centro dello stance. Spesso è già premontato sugli attacchi, e ne viene consigliato l’uso fino ad angolazioni non superiori a 55 gradi. Serve per favorire l’inclinazione verso l’interno delle due gambe necessaria data la distanza dei due piedi, cosa che nel soft non si usa grazie alla flessibilità laterale dei softboots, mentre nell’hard viene da molti utilizzata proprio per la relativa rigidità degli hardboots o ancor di più degli scarponi da sci (peraltro sconsigliabili). Normalmente il canting è composto da semplici zeppe a cuneo da fissare fra la talloniera ed il puntale e la base, ciò impone logicamente l’uso di viti di lunghezza differenziata per il lato rialzato (viti normalmente fornite a corredo) per fissare puntale e talloniera alla piastra base dell'attacco.
Il lifting invece consiste in un sistema per determinare l’inclinazione verso la punta dello scarpone posteriore, o verso il tacco dell’anteriore, per compensare in parte la posizione del rider in caso di angoli piuttosto accentuati degli attacchi, come 60/55. I detrattori del lifting fanno notare che il suo utilizzo determina una certa contro rotazione del busto verso l’avanti, viene comunque consigliato solo per angolazioni attacchi, come detto, superiori ai 55 gradi, spesso in alternativa al canting. Anche il lifting è spesso composto di due zeppe a cuneo, magari meno accentuato, da porre fra talloniera e base, per cui per fissarli anche qui si rende necessario necessario l’uso di viti più lunghe dalla parte rialzata.
Diciamo che attualmente la tendenza è, per rendere il gesto atletico più naturale e meno lontano da quello soft, di utilizzare angolazioni relativamente basse degli attacchi, tipo 48’/43 o 52’/45’, con il canting ma senza il lifting. Ovviamente poi molto dipende dal gusto e anche dalle esigenze fisiche di ciascuno, c'è chi non sopporta nè l'uno nè l'altro e tiene gli attacchi totalmente flat, chi invece si trova bene usando contemporaneamente sia canting che lifting.
Un cenno merita un disco di rialzo tagliato obliquo, prodotto da Burton anni fa e non più in commercio, che andava interposto fra attacco e tavola e permetteva di introdurre un certo canting o un certo lifting, o entrambi, con notevole facilità e senza alterare in alcun modo il piano d’appoggio dello scarpone.
Da rilevare infine che, di fatto, gli attacchi hard sono normalmente compatibili con gli scarponi da sci, anche se l’utilizzo degli stessi può avere qualche controindicazione, di cui si parlerà più avanti; ed inoltre a livello di standard Iso non sempre anche se utilizzabili di fatto sono "normativamente" compatibili, per cui il loro utilizzo potrebbe portare in caso di rotture ad esclusioni di garanzia.
Per quanto riguarda i materiali, ovviamente massima importanza assume la loro solidità, infatti le trazioni del sistema hard non ammettono realizzazioni economiche e superficiali. Per cui i modelli da freecarve o da granturismo sono realizzati in plastica, a volte rinforzata con resina o inserti metallici, quelli race in metallo o metallo/plastica. Grande importanza ha la realizzazione degli archetti, sempre in acciaio, la cui qualità dovrà essere ineccepibile; la rottura di un archetto ad alta velocità può essere molto pericolosa.
Eccellente...Buona settimana di allenamenti..
JMB Re Re
sabato 10 dicembre 2011
More is less?
Complici le festività il numero di allenamenti è aumentato e la giornata di riposo è stat rimpiazzata da una corsetta piccola piiiiiccola...ma ogni volta che succedono cose di questo genere penso che potrebbe essere controproducente (more is less, appunto...). Giovedì quindi uscita in falesia, raggiunta in bici...la pecca è che lo zaino tiene sempre sul chi vive i muscoli del collo e quindi il giorno dopo il tutto si paga con uno strano mal di testa :-( Falesia della Mitria a forte S. Marco (Rivoli), ideale per il calduccio che il sole regala nelle ore mattutine, e in più è un ottimo allenamento per la placca (che a me piace poco a dire il vero!). Uniamo tutto nel pentolone con un i tre allenamenti di trave settimanali e viene fuori un bel mal di testa perenne!
La trasformazione intanto si sta completando, parlando di snowboard. Intendo passare da un'attrezzatura completamente soft ad un'attrezzatura che è hard per attacchi e scarponi, ma che è soft per tavola e conduzione! Allora sto comperando roba usata su internet e a bassissimo prezzo potrei trasformarmi....ciò mi dovrebbe garantire la possibilità di ramponare gli scarponi da salita e scendere con una tavola a trasmissività più elevata, nondimeno il tutto peserà decisamente di meno!
Mi sono informato in lungo e in largo su internet e vorrei postare i link della mia ricerca...però un'altra volta, eh?
Posto solo i nuovi componenti del gruppo (PS: li metto in foto dove sono nuovi perché fanno più figo):
E anche:
Benvenuti!!! Allora lo scarpone è uno scarpa F1 vecchissimo, quasi da buttare! Gli attacchi sono della ipex! Speriamo non salti tutto in aria alla prima caduta!Yahoooo!
Ma sapete che scrivendo yahoo con il T9 viene fuori zaino? O viceversa più che altro?
Zaino
Yahoo
Zaino
Yahoo
...
Era ovvio che due parole così fossero legate...! Alla grande!
Ciao!!
JMBReRe
La trasformazione intanto si sta completando, parlando di snowboard. Intendo passare da un'attrezzatura completamente soft ad un'attrezzatura che è hard per attacchi e scarponi, ma che è soft per tavola e conduzione! Allora sto comperando roba usata su internet e a bassissimo prezzo potrei trasformarmi....ciò mi dovrebbe garantire la possibilità di ramponare gli scarponi da salita e scendere con una tavola a trasmissività più elevata, nondimeno il tutto peserà decisamente di meno!
Mi sono informato in lungo e in largo su internet e vorrei postare i link della mia ricerca...però un'altra volta, eh?
Posto solo i nuovi componenti del gruppo (PS: li metto in foto dove sono nuovi perché fanno più figo):
E anche:
Benvenuti!!! Allora lo scarpone è uno scarpa F1 vecchissimo, quasi da buttare! Gli attacchi sono della ipex! Speriamo non salti tutto in aria alla prima caduta!Yahoooo!
Ma sapete che scrivendo yahoo con il T9 viene fuori zaino? O viceversa più che altro?
Zaino
Yahoo
Zaino
Yahoo
...
Era ovvio che due parole così fossero legate...! Alla grande!
Ciao!!
JMBReRe
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