Ieri sera esercizi leggeri al trave, in tutto una mezz'oretta...Ma la dipendenza da trave è pericolosa? Beh, si...bisogna andarci piano...Le riflessioni che seguono non sarebbero state possibili senza la lettura di "L'arrampicata sportiva" (W. Gullich e A. Kubin)....Allora...
La cosa più importante per l'efficacia di un allenamento a lunga scadenza e quindi anche per un aumento delle prestazioni nell'arrampicata è la continuità dell'allenamento. (Il trave se preso di petto da un livello di arrampicata meno che mediocre come il mio potrebbe procurarmi guai seri perciò...).L'apparato muscolare si sviluppa molto rapidamente rispetto ad ossa tendini e cartilagini (ogni elemento ha il suo tempo di reazione)...Ciò implica uno squilibrio tra la capacità di compiere gli sforzi...La muscolatura rafforzata dall'allenamento agisce attivamente su tendini e legamenti, che essendo passivi vengono mossi da altre parti del corpo. L'affaticamento della muscolatura ne è un segnale di pericolo, e in caso di sovraccarico esso ne inibisce le funzioni. Ma tendini e elementi passivi non sono resi sensibili dai muscoli e quindi un loro affaticamento non provoca dolore. Un dolore al tendine durante uno sforzo non solo è un segnale di pericolo ma è indizio di un'acuta ferita :-( Unito al fatto che non è vero che allenarsi di più aumenta le prestazioni, direi che tenere un allenamento leggero di trave 2-3 volte a settimana possa andare bene per il periodo in corso...se riuscissi a "trasformare su roccia" durante il week end sarebbe favoloso!! (in tal caso 2+1, invece che 3+0)....
Con quale frequenza deve essere imposto lo stimolo di allenamento? Quanto dura il periodo di riposo naturale adatto? La supercompensazione aumenta linearmente? Con essa la rapidità di variazione della capacità di prestazione? E' possibile modellare matematicamente questa sequenza di allenamento/affaticamento-riposo/ripresa/supercompensazione attraverso una massa molla smorzatore?
Solo il tempo lo dirà...
JMB Re Re
«En redescendant, le cœur léger, je sifflote gaiement. Je viens de gagner le ticket pour le cap Horn, l’Amazonie… Ah ! Connaître l’enfer vert, la chaleur suffocante, les moustiques, les papillons aux ailes moirées, manger de la soupe de perroquet Ara, de la queue de caïman, avaler des larves gluantes, découvrir les mers du sud, entendre rugir le vent des quarantièmes, entendre hurler celui des cinquantièmes en doublant le cap Horn, siffler le dauphins qui dansent au clair de lune, apercevoir les glaciers qui brillent au fond des fjords ! Je veux vivre à en crever…»
JMB
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