«En redescendant, le cœur léger, je sifflote gaiement. Je viens de gagner le ticket pour le cap Horn, l’Amazonie… Ah ! Connaître l’enfer vert, la chaleur suffocante, les moustiques, les papillons aux ailes moirées, manger de la soupe de perroquet Ara, de la queue de caïman, avaler des larves gluantes, découvrir les mers du sud, entendre rugir le vent des quarantièmes, entendre hurler celui des cinquantièmes en doublant le cap Horn, siffler le dauphins qui dansent au clair de lune, apercevoir les glaciers qui brillent au fond des fjords ! Je veux vivre à en crever…»
JMB
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lunedì 17 settembre 2012

La carica dei giganti

L'assenza forzata di due settimane è stata causata dalla chiamata, per'altro gradita, alla partecipazione ad un progetto di ricerca avente come oggetto di studio un campione di atleti partecipanti al Tor des Giants 2012.

Non credo di poter descrivere dalla bassezza della mia preparazione ed essendo un fratello minore dello sport e della montagna cosa occorra per poter anche solo pensare di poter finire una gara di questo tipo.
Ma tant'è: "La terra ha musica per quelli che sanno ascoltare" e quindi non si può restare indifferenti di fronte a certe situazioni e di fronte a certi campioni, di un'umiltà impressionante.

A proposito:
Settimana 03-09
  • Corsa: 9 Lun, 6 Gio;
  • Bici: 40 Mar, 40 Mer;
Settimana 10-16
  • Corsa: Lun 23, Gio 6 500+, Dom 21;
  • Bici: Dom 50;
Stasera un bel 40ino in bici non ce lo ha tolto nessuno.

Ma torniamo ai nostri giganti...
"Osa fallire" dice qualcuno. Alcune persone non si fanno domande, ma le fanno e basta. Molte volte la risposta è positiva, perché sono preparati fisicamente e mentalmente. "Perseverare è umano". L'uomo è nato per soffrire ed è un animale unico, per la capacità di generare in se dal nulla le motivazioni che lo spingono a procedere. All'ombra dei giganti non ci si può sentire grandi. E loro mi han trasmesso una carica incredibile. 





Questo è quel pergolato
e questa è quell'uva
che la volpe della favola
giudicò poco matura
perché stava troppo in alto.
Fate un salto,
fatene un altro.
Se non ci arrivate
riprovate domattina,
vedrete che ogni giorno
un poco si avvicina
il dolce frutto;
l'allenamento è tutto.
Gianni Rodar



Ho avuto la fortuna di incontrare personaggi interessanti, autori di pubblicazioni interessanti (ad esempio P.T. e F.P.). Nell'avvicinarmi ad un certo tipo di sport e pensiero ho cozzato in alcuni racconti formidabili.



www.pietrotrabucchi.it/uploads 


http://www.greenews.info/rubriche/lelogio-del-limite-di-fabrizio-pistoni-divagazioni-sullarte-di-correre-20120703/



Nel frattempo gli allenamenti proseguono e si nota come la stagione stia cambiando. Ora si comincia a stare bene con dei manicotti e presto ci sarà bisogno della maglietta a maniche lunghe. Poi sarà la volta della giacchetta, poi dei pantaloni lunghi. Per finire ci sarà anche il periodo dei guanti e dello scaldacollo e forse, perché no, il periodo delle scarpe chiodate e delle ciaspole. Comincia il periodo dei rifrangenti, degli spolverini colorati e delle lucette per rendersi visibili. Arriverà la stagione del buio e del freddo. Della pioggerellina che non senti ma che bagna. La stagione dell'umido e del fiato che si condensa e appare nei fasci di luce artificiale. Arriveranno quelle sere scurissime in cui sarà difficilissimo uscire, o pensare di uscire: con quel buio scurissimo che chi ha vissuto qualche stagione invernale da runner non può dimenticare. Quel buio che è tre metri di melma che si devono attraversare prima di respirare appena fuori dal cancello. Tornerà la lucetta gialla del Garmin che ci dirà che stiamo andando bene o male. Me la vedo già, brillare li al polso mentre con la coda dell'occhio cerco aiuto nel suo consenso che non arriva mai. Comincia il periodo lunghissimo della frontale. La frontale che crea una palla bianca sulla strada che ballonzola e che culla i pensieri. Destra, sinistra, alto, basso: sembra avere un umore proprio, invece è solo il riflesso del nostro. 

Questi, ma molti altri erano i JMBReRe-pensieri che mi roteavano nella testa, mentre i chilometri dell'autostrada nera scorrevano e i giganti illuminati dall'ultimo sole sparivano nello specchietto. Tutto se ne va e tutto torna, mi dico. Per un'estate che se ne va c'è un autunno che arriva. Ci ripenso a quei giganti, fatti di roccia granitica e di quei piccoli grandi giganti tra i giganti, fatti di gambe, di muscoli, di cuore, di testa. Ora me li sono fatti miei. Sono motivatori interni silenziosi nella caldaia della mia locomotiva. La fiamma è ora più che mai accesa.

JMBReRe


 

mercoledì 18 gennaio 2012

L'Uomo del Torre

Per la sezione incontri VIP eccomi a recensire o meglio a raccontare in breve, l'incontro con Ermanno Salvaterra. Ho seguito una conferenza dal titolo: La Storia del Cerro Torre.


La premessa necessaria è che si è parlato di uno dei luoghi più belli della terra secondo me.
Cerro Torre, Patagonia: 49°17′34″S 73°05′54″W

Il bello è che è stato come fare un tuffo nel passato e nell'alpinismo tradizionale, nonostante molte delle imprese narrate, specialmente le sue , siano state portate a termine non più di vent'anni fa.

Non si è parlato tramite numeri (solo le date sono state fornite tramite numeri), ma di situazioni, di stati d'animo e di scalate al limite.
Ho apprezzato anche il fatto che si è parlato di Darwin e del Capitano Fitz Roy. Attenzione: sto leggendo proprio in questi giorni Viaggio di un Naturalista Intorno al Mondo (Viaggio di un Naturalista Intorno al Mondo) e ho appena visto il film Creation (Creation - The Movie), e si è parlato anche di De Agostini...eh eh...allora ero preparato!
Non sono state fornite le quote dei campi o dei colli o delle cime, e la bravura degli alpinisti e delle cordate sono state descritte in base alle qualità umane dei componenti.

Ho apprezzato la mancanza di numeri, sebbene me ne sentissi orfano durante la spiegazione. Ultimamente tutto ciò che riguarda l'alpinismo mi sembra sempre più spinto da motivazioni economiche, dalla foto per la rivista, dal voler far vendere un paio di giacche o scarponi in più, nonché dal numero di "Like" o di "Thumbs up" tramite i quali i cibernauti dichiarano il proprio apprezzamento dopo la visione di un filmato. Ovviamente non è per tutti così, ma lo è per tanti, e se non lo è per tanti allora dirò che è per molti di più che un tempo!
Apprezzo il fatto che qualcuno possa descrivere un alpinista come "fortissimo" o "motivatissimo" o "altruista" e una cordata come "affiatatissima", senza dover ricorrere sempre ai gradi delle vie aperte o che so io dei titoli.
Sono contento di aver rivissuto nelle sue immagini e nella sua voce questo modo di intendere l'alpinismo, perché in fondo in fondo so che "gli uomini non seguono i titoli, ma seguono il coraggio" (Brave Heart).

Perciò potete essere d'accordo o no, criticarmi oppure no, ma secondo me è così. A me la possibilità di scrivere, a voi la scelta di leggere. Va da se che ora sul mio comodino è apparso anche L'Uomo del Torre, scritto a quattro mani (chissà perché quando si scrive un libro in due si dice quattro mani, si userà una mano sola per scrivere, ah ma forse scrivendo a macchina o computer è vero, se ne usano due a testa...boh...) da Ermanno Salvaterra e Piero Calvi Parisetti. L'Uomo del Torre

Nel frattempo trave e corsa sono all'ordine del giorno.
Segnalo: Maratona di Verona il 7 ottobre 2012 e Lake Garda Marathon il 14 ottobre e Venice Marathon il 28 ottobre. Sarebbe un sogno farle tutte e tre, magari in stile puro come l'ultima Lake Garda, cioè pedalando fino alla patenza e poi tornando a casa....vedremo...!

JMBReRe